Pubblicato il 21 marzo 2023, nella seduta n. 50
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Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che:
dal 28 febbraio 1998 Poste italiane è stata trasformata da ente pubblico economico in società per azioni, con la conseguenza che i dipendenti da quella data sono transitati da un regime di natura pubblica a uno di natura privata, senza soluzione di continuità;
nonostante tale mutamento del rapporto di lavoro, il trattamento di quiescenza (indennità di buonuscita per i dipendenti pubblici) non è stato liquidato ai lavoratori in servizio a quella data e neppure inglobato nel nuovo TFR (previsto per i dipendenti con contratto di tipo privato) in maturazione, ma è stato invece "cristallizzato", cessando quindi ogni forma di rivalutazione economica e monetaria;
tra i lavoratori transitati dal "pubblico" al "privato", questo trattamento è stato riservato solo ed esclusivamente ai dipendenti di Poste. Non è stato così, ad esempio, per i ferrovieri, che pure dal punto di vista giuridico sono stati oggetto della medesima trasformazione del rapporto di impiego;
a tutti i dipendenti pubblici e privati non risulta sia mai stata negata la rivalutazione monetaria, essendo questa riconosciuta per legge;
in tal modo, i dipendenti di Poste sono stati discriminati, e continuano ad esserlo, nei confronti di tutti gli altri lavoratori dipendenti italiani, siano essi pubblici che privati, cessati e non;
considerato che:
nel corso del tempo, e soprattutto negli ultimi anni, sono state presentate numerose interrogazioni parlamentari, sia da rappresentanti della maggioranza che dell'opposizione, reiterate ad ogni cambio di Ministro, evidenziando la trasversalità dell'interesse e la bontà delle rivendicazioni dei dipendenti di Poste;
le risposte pervenute di volta in volta hanno sempre riconosciuto l'ingiusta discriminazione perpetrata ai danni dei dipendenti di Poste, adducendo l'impossibilità di riconoscere quanto loro dovuto solo ed esclusivamente per le difficoltà di reperimento dei fondi necessari per la relativa copertura finanziaria;
le risoluzioni 7-00707 (poi 8-00153) del 24 gennaio 2006 (XIV Legislatura, Commissioni Lavoro e Trasporti della Camera) e 8-00208 del 6 novembre 2012 (XVI Legislatura, Commissione Lavoro della Camera) impegnavano il Governo a trovare una soluzione al riguardo. In particolare, la seconda impegnava il Governo Monti ad adottare entro il 31 gennaio 2013 «iniziative, anche di carattere normativo che consentano un costante aggiornamento dell'indennità di buonuscita»; impegni che, ad oggi, sono stati, purtroppo, sempre totalmente disattesi;
il 18 maggio 2017 presso la XI Commissione (Lavoro) alla Camera, il sottosegretario Biondelli rispondeva all'interrogazione 5-11009 del 30 marzo 2017 comunicando che, a quella data, i lavoratori cessati ai quali era stata liquidata la buonuscita congelata, erano 142.847, mentre gli attivi erano 76.754; l'ammontare complessivo della rivalutazione monetaria e degli interessi eventualmente riconoscibili a tutti i soggetti interessati, sia cessati che ancora in servizio, è pari a 907.261.000 euro; l'ammontare complessivo delle indennità di buonuscita che dovranno essere liquidate nel corso dei prossimi anni (e, in particolare, per il periodo dal 2017 al 2040) è pari a 939.972.000 euro;
considerato, inoltre, che:
nella risposta all'interrogazione citata, il Governo aveva ancora una volta ribadito che occorreva far presente che i vincoli posti dal quadro finanziario di riferimento non avevano sinora consentito al Governo di introdurre modifiche all'attuale disciplina in materia di buonuscita, sì da dare attuazione all'impegno;
l'onerosità dipende anche dal protrarsi nel tempo di questa situazione anomala per la quale è necessaria un'adeguata azione risolutiva,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno e urgente intervenire con tutte le misure necessarie, affinché venga rivalutata l'indennità di buonuscita sia dei lavoratori cessati di Poste Italiane S.p.A., sia di quelli che sono tuttora in servizio;
se non ritenga opportuno valutare l'opportunità di istituire un apposito fondo, anche da finanziare annualmente, con un minimo stabilito e un massimo da considerare in funzione dei fondi di copertura disponibili.
La Presidente Gruppo MoVimento 5 Stelle
Senato della Repubblica