[1] Liquidazione TFS dopo quota 100, sono tre le ipotesi, qual è quella giusta?
2 Marzo 2020
Il pensionamento anticipato con Quota 100 rallenta la liquidazione del TFS,
quale delle tre ipotesi bisogna considerare? Scopriamolo.
I lavoratori che escono dal pubblico impiego con la pensione anticipata Quota
100 (62 anni di età e 38 anni di contributi) per ottenere la liquidazione del TFS
detta anche “buonuscita” devono attendere il compimento dei 67 anni di età (età
richiesta per la pensione di vecchiaia. Un lettore ci chiede qual è l’opzione giusta
da seguire e ne espone tre, vediamo di cosa si tratta.
Le tre ipotesi di liquidazione TFS dipendenti pubblici
Buongiorno,
leggo sempre la vs rubrica e avrei una domanda da porre.
Mia moglie
nata a marzo 1954, ex dipendente pubblica, è andata in pensione con quota 100 in
data 01/09/2019. Secondo la Fornero avrebbe dovuto attendere il 30/06/2021 (certificazione
dell’ente da cui dipendeva)
Si chiedeva
quando avrebbe riscosso il TFS perché a riguardo ci sono voci discordanti
1) dovrebbe aspettare due
anni dal compimento del 67 anno di età
2) dovrebbe aspettare due
anni dal giorno del pensionamento previsto (30/06/21)
3) dovrebbe aspettare due
anni dal suo pensionamento con quota 100 (01/09/19)
Quale delle
tre ipotesi è corretta?
Ringrazio
infinitamente se vorrete accogliere questa mia
Cordiali
saluti
Caltagirone Maurizio
Il pagamento della buonuscita ha tempi lunghi
I termini di pagamento sono i seguenti:
- entro 105 giorni in caso di cessazione del rapporto
di lavoro per inabilità o decesso;
- non prima di un anno se la cessazione del rapporto
di lavoro è per pensionamento con il raggiungimento dei requisiti per servizio
o per età;
- non prima di 24 mesi se la cessazione del rapporto
di lavoro avviene per dimissioni volontarie (licenziamento, destituzione del
servizio, con o senza diritto a pensione, ecc…).
Se la liquidazione non viene corrisposta entro i predetti termini, al dipendente
sono riconosciuti gli intessi di ritardato pagamento, nel caso in cui il TFR viene
pagato oltre i 105 giorni e dopo 3 mesi dai 12 e 24 mesi, nei vari casi sopra esaminati.
Criticità dell’articolo 23 nel decreto n. 4/2019
La criticità, deriva dall’art. 23 del decreto n. 4/2019.
L’articolo 23 detta: “i lavoratori (dipendenti delle amministrazioni
pubbliche) di cui all’articolo […] nonché’ il personale degli enti pubblici di ricerca,
cui è liquidata la pensione quota 100 ai sensi dell’articolo 14, conseguono il riconoscimento
dell’indennità di fine servizio comunque denominata al momento in cui tale diritto
maturerebbe a seguito del raggiungimento dei requisiti di accesso al sistema pensionistico”.
TFS dipendenti pubblici: chiarimenti
In effetti la situazione è così articolata:
chi accede alla quota 100 deve comunque aspettare il compimento di 67 anni (età
richiesta per la pensione di vecchiaia) più 24 mesi con l’aggiunga di 3 mesi per
il disbrigo pratica Inps, quindi circa 6 anni.
Riepilogando la cosiddetta “buonuscita” per chi accedere al pensionamento con
Quota 100, sarà percepita nel modo seguente:
- il lavoratore che esce con 62 anni di età dovrà maturare
l’età richiesta per la pensione di vecchiaia (67 anni), dopo cinque anni dall’uscita
dal lavoro per pensionamento;
- ai cinque anni vanno sommati 24 mesi (*), in più bisogna
considerare ulteriori tre mesi che l’Inps impiega per il disbrigo della pratica
per erogare l’intero importo della liquidazione TFS;
- la liquidazione del TFS viene suddivisa in tre rate e per i dipendenti con un importo superiore a 100.000 euro dovranno aspettare anche la terza rata e il termine si allunga fino ad arrivare a circa otto anni di attesa per ricevere il pagamento completo.
- (* per noi questa è un'errata comunicazione. Da quando si raggiunge l'età pensionabile decorrono 12 mesi)
Le rate del TFS
L’indennità del TFS a partire dal 2016 è così corrisposta:
- in unica soluzione, se l’ammontare complessivo lordo
è pari o inferiore a 50.000 euro;
- in due rate annuali, se l’ammontare complessivo lordo
è superiore a 50.000 euro e inferiore a 100.000 euro (la prima rata è pari
a 50.000 euro e la seconda è pari all’importo residuo);
- in tre rate annuali, se l’ammontare complessivo lordo
è superiore a 100.000 euro. In questo caso la prima e la seconda rata sono
pari a 50.000 euro e la terza è pari all’importo residuo. La seconda e la terza
somma saranno pagate rispettivamente dopo 12 e 24 mesi dalla decorrenza del
diritto al pagamento della prima.
Anticipo del trattamento di fine servizio
o fine rapporto
Ricordiamo che è in atto l’anticipo TFS per un tetto massimo
di 45.000 euro. I tempi sono ancora lunghi, e l’anticipo si presenta come
un finanziamento agevolato e quindi non sarà gratis ma bisognerà pagare un interesse,
per approfondire gli ultimi sviluppi su questa misura consigliamo di leggere: TFS per chi è uscito con Quota 100, intervento ministra Dadone
e Battaglia di Confsal-Unsa su Rai Radio 1
[2] TFS per chi è uscito con Quota 100, intervento ministra Dadone e
Battaglia di Confsal-Unsa su Rai Radio 1
23 Febbraio 2020
Anticipo TFS: denuncia di Andrea Bracco sulla situazione, intervento della ministra
della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone e Massimo Battaglia, Segretario Generale
della Federazione Confsal-Unsa
Ieri un nostro lettore Andrea
Branco pensionato ex dipendente pubblico è intervento in Rai Radio 1 sul TFS per
chi è uscito con Quota 100, intervento con la ministra della Pubblica Amministrazione
Fabiana Dadone e Massimo Battaglia, Segretario Generale della Federazione Confsal-Unsa.
Va ricordato che Andrea Bacco è una persona molto attiva e ha cercato di riunire
più persone per affrontare tale problematica creando un gruppo di Facebook: Quelli che aspettano l’anticipo tfs sino a 45000 euro
Intervento Rai radio 1: TFS per chi è andato in pensione con quota 100
Si parte dalla denuncia di Andrea Bracco: contestualizzare l’argomento riguarda
circa 250.000 mila persone, il mio gruppo contiene 1.700 persone dopo il mio appello
per affrontare questa problematica. Il 29 gennaio 2019 è entrata in vigore con il
decreto n. 4/2019 l’art. 23 dove si parla di Reddito di cittadinanza e Quota 100,
all’interno della quota 100 è stato previsto l’anticipo del TFS per tutti i lavoratori
che aderiscono non solo alla quota 100, ma tutti quelli che accedevano al pensionamento
anticipato. Parliamo dei dipendenti pubblici in quanto i privati hanno un regolamento
diverso e immediato.
Con la pensione anticipata con 42 e 10 mesi o 41
e 10 mesi i lavoratori per poter percepire la liquidazione TFS devono attendere
12 mesi più tre mesi che l’Inps si riserva per il disbrigo pratica. Chi accede alla
quota 100 invece, deve comunque aspettare anche i 67 anni più 12 mesi più 3 mesi
per il disbrigo pratica Inps, quindi circa 7 anni.
Tutte le persone che hanno aderito erano consapevoli
che dovevano attendere fino a 67 anni, ma l’articolo 23 del decreto n. 4/2019, prevedeva
la possibilità di accedere ad un anticipo di circa 45.000 per affrontare le varie
problematiche. Quindi, chi ha accettato la quota 100 è uscito anche con la consapevolezza
di percepire il TFS in forte ritardo, ma con la possibilità di poter fare domanda
di un anticipo del TFS per un valore massimo di 45.000 euro, a tutt’oggi è fermo.
Massimo Battaglia, Segretario
Generale della Federazione Confsal-Unsa, interviene: è un diritto alla liquidazione,
il lavoratore privato lo percepisce nell’immediato. I dipendenti pubblici per esigenze
di Bilancio ricevono l’omissione di un diritto, una storia che va sanata, non lo
dico solo io, ma una sentenza che ha invitato questo Governo a risolvere questo
problema, ma non con un prestito bancario. I lavoratori non hanno diritto ad un
anticipo, ma hanno il diritto alla liquidazione, se il diritto diventa un prestito
bancario si pagherà una quota di interesse, è non è più un diritto.
Ministra Dadone interviene:
sono in corso delle interlocuzioni con i vari ministri per un accordo quadro per
definire il tasso di interesse, è stato evidenziato il problema e siglato come priorità.
Per il momento il decreto attuativo presentato è stato opposto e abbiamo inviato
un chiarimento in tempi celeri, a breve si dovrebbe risolvere, rimane da stabilire
l’accordo con le banche e il tasso di interesse agevolato. Gli interessi agevolati
si potranno detrarre nella dichiarazione.
Il fascicolo è costantemente sulla mia scrivania.
Alla domanda che succederà alle pensioni, la ministra
risponde: Nel futuro per noi quota 100 resta un provvedimento importante e una battaglia
di civiltà corretta, si potrà considerare una 101 ma c’è ancora tanto da valutare.
Massimo Battaglia: si va
verso un accordo delle banche, la banca BPM già opera l’accordo con un interesse
dell’1%. Per noi il TFS è un diritto non può essere barattato con un prestito bancario.
I tempi a mio avviso non sono così brevi, inoltre, è difficile scendere sotto l’1%,
il Governo si deve decidere a restituire i soldi della liquidazione
ai lavoratori, i soldi non sono dello Stato ma dei lavoratori. Chi
va in pensione con Quota 100 deve aspettare 7 anni, i lavoratori hanno il diritto
sacrosanto di avere la loro liquidazione.
Invio un affettuoso saluto a tutti quelli che seguono questo blog. Purtroppo sono giorni difficili e sembra che l'argomento TFS/Buonuscita passi in secondo piano.... ma la vita continua, anzi deve continuare. Per questo vorrei far presente che, a mio parere, negli articoli estrapolati da "Notizie Ora" ci sia un grossolano errore. Infatti al raggiungimento del requisito anagrafico (67 anni) l'attesa non è di 27 mesi (24+3) ma di 15 mesi (12+3). Magra consolazione! Ma solo per precisione. Ritengo che questa sia la corretta interpretazione. Fatemi sapere. Rinnovo il mio incoraggiamento a tutti: FORZA....
RispondiEliminaFRANCO
Ha ragione.
EliminaGrazie Giuseppe x il chiarimento, resta incomprensibile l'abuso per la non rivalutazione dell importo e la lunga attesa per la riscossione, ma ai politici poco importa se i lavoratori vengono discriminati, considerato che si sono inventati un anticipo / prestito con tanto di interessi invece che permettere la liquidazione all atto della cessazione del rapporto di lavoro.
RispondiEliminaBuongiorno,allibito senza parole,solo in Italia succedono queste cose.Paese da quarto mondo.Io che sono andato in pensione con 42 anni e 2 mesi di servizio con la quota 100,dovrei attendere fino a 67 anni per la buonuscita più altri mesi ancora per ultimare la pratica.In poche parole a 70 anni.E'una vergogna chiara!! Come alternativa ti propongono un accordo con una banca a cui dovrai corrispondere un interesse del 1 per cento. Incredibile, in poche parole dovrò chiedere un prestito ai miei soldi stessi quelli che mi spettano di diritto. Doppia vergogna chiara!! Siamo in Italia, non c'è da meravigliarsi più di niente. Buona giornata a tutti.
RispondiEliminaQuesto ha pensato il governo gialloverde che pubblicizzava la CANCRLLAZIONE DELLA FORNERO.
EliminaCome può essere considerato un "dipendente pubblico" un impiegato di Poste Italiane Spa che aderisce a quota 100 e termina la propria collaborazione nel 2019?!
RispondiEliminaUn dipendente postale è considerato MENO DI UN DIPENDENTE PUBBLICO perché se per tutti i "pubblici" la mancata rivalutazione decorre dalla cessazione del rapporto di lavoro pubblico, per POSTALI la somma maturata fino al 28/02/1997 non è MAI RIVALUTATA DA QUELLA DATA.
RispondiEliminavero! un autentico furto perpetrato ai danni dei lavoratori delle Poste
RispondiEliminaQuasi trent'anni per avere il tfs, poveri postali!!!!!!
RispondiElimina