La Buonuscita-TFS dei dipendenti postali non ha alcuna forma di attualizzazione della base di calcolo. Tutto rimane fermo a quel 28 febbraio 1998, come se gli importi calcolati allora avessero lo stesso potere d’acquisto anche oggi.
Teoricamente fino a quella data i 219.601 dipendenti postali di allora dovrebbero avere lo stesso trattamento dei pubblici dipendenti, invece - oltre alla mancata rivalutazione che si porta via almeno 1/3 di quel valore - sulla Buonuscita/TFS non è possibile chiedere l’anticipo previsto per tutti i lavoratori, pubblici e privati.
Non solo.
L’importo è noto dal 1998 e visibile a ciascuno sul sito della Gestione
Commissariale del Fondo Buonuscita, ma non viene erogato al termine della “finestra”
temporale prevista dalla norma per i pubblici dipendenti: si aspettano anche di tutti i 3 mesi successivi che, nella logica
della norma, sono il termine massimo entro il quale calcolare ed erogare il dovuto.
A volte si va anche oltre.
Questa situazione unica nel mondo del lavoro ha originato
anche anomalie nella tassazione
successivamente riconosciuta dall’Agenzia delle Entrate (grazie alla competenza,
alla caparbietà e ai consigli Daniele
e Michele)
ma che può essere chiesta
a rimborso entro il quinquennio successivo al pagamento di quanto ingiustamente
richiesto dall’AE (chi ha dato ha dato, ha dato). Da 2 anni nelle note della
Certificazione Unica si danno indicazioni di cui l’AE dovrebbe tener conto.
Per curiosità… Come si calcola una buonuscita? Nella scuola funziona così.
Ecco come sapere quanto prenderà di TFR o TFS un insegnante che aspetta la buonuscita per la pensione INPS 2022
Quando si raggiunge il
collocamento in quiescenza gli insegnanti, in qualità di lavoratori del settore
pubblico, maturano una indennità nota come trattamento di fine servizio.
L’importo della prestazione non è fisso, ma varia in ragione degli anni di
servizio, dell’importo del salario a fine carriera e di altri fattori.
Anche la decorrenza del pagamento
non è uguale in tutti i casi, ma si stabilisce talvolta in relazione alla forma
previdenziale scelta. Conoscendo alcuni dati, è possibile stimare
approssimativamente a quanto corrisponde l’importo della quota come vedremo di
seguito in alcuni esempi pratici. Ecco come sapere quanto prenderà di TFR o TFS
un insegnante che aspetta la buonuscita per la pensione INPS 2022.
Quanti soldi spettano e quando arriva la
liquidazione
Molti
lavoratori che si apprestano ad uscire dal mondo del lavoro, spesso non hanno
idea di quanti soldi percepiranno ogni mese di pensione né di buonuscita. Per
chi ha raggiunto il requisito minimo per la pensione di vecchiaia, in un
precedente articolo abbiamo spiegato quanto
si prende di pensione con 20 anni di contributi INPS. Relativamente
all’indennità di fine carriera TFR/TFS è utile porre alcune distinzioni utili a
capire come funziona la buonuscita degli insegnanti. I dipendenti del settore
pubblico, nella generalità dei casi, maturano il diritto a ricevere il TFS,
ossia il trattamento di fine servizio.
Quest’ultimo,
a sua volta, comprende tre differenti tipologie di liquidazione tra cui rientra
la cosiddetta indennità di buonuscita (IBU) che spetta ai lavoratori della
scuola. Secondo quanto prevede il D.L. n. 4/2019, i tempi di erogazione del
TFR/TFS possono variare e richiedere anche diversi anni prima della
liquidazione totale. In un precedente articolo abbiamo difatti spiegato quando
arrivano i soldi del TFS per i dipendenti pubblici che vanno in pensione INPS.
Ecco come
sapere quanto prenderà di TFR o TFS un insegnante che aspetta la buonuscita per
la pensione INPS 2022
In alcuni
casi i dipendenti statali possono richiedere un anticipo TFR/TFS il cui calcolo
si può effettuare grazie al servizio INPS reso noto dal messaggio n. 3436 del 12 ottobre 2021. L’ammontare
della buonuscita a cui il docente avrà accesso dopo il pensionamento
generalmente corrisponde a un dodicesimo dell’80% della retribuzione annua
lorda. Questa quota si moltiplica per il numero di anni di servizio maturati
fino al pensionamento per avere l’ammontare complessivo. Stando a queste
indicazioni, dunque, primo passo da compiere consiste nell’individuare la
retribuzione che l’insegnante ha percepito e dividerla per 12. Successivamente,
si moltiplica il valore ottenuto per 0,80.
L’importo
che si ricava dal calcolo si dovrà poi moltiplicare per il numero di anni di
servizio prestati nella propria carriera d’insegnamento. In tale maniera si
ottiene una quota indicativa del TFR/TFS.
Facciamo un esempio per capire meglio come
funziona il calcolo. Immaginiamo un insegnante che abbia una retribuzione pari
a 33.000 euro lordi e che abbia prestato servizio per 40 anni. In questo caso,
dividiamo per 12 la retribuzione di 33.000 euro, ottenendo un valore pari a
2.750. Moltiplichiamo 2.750 x 0,80 e per gli anni di servizio. In questa
maniera, sapremo che il TFR/TFS spettante dovrebbe corrispondere all’incirca a
88.000 euro.