All’Onorevole Franca Biondelli
Sottosegretaria al Lavoro
e Politiche Sociali
Oggetto: Buonuscita dei
dipendenti postali - richiesta di incontro.
Mi chiamo Zani Giuseppe e sono un ex dipendente postale.
Oggetto di questa richiesta
di incontro, che formulo anche a nome del "Comitato
Buonuscita PT", è la mancata rivalutazione
della buonuscita dei dipendenti postali, che - determinatasi nel suo ammontare
al 28 febbraio 1998 - viene liquidata al lavoratore dopo la cessazione del rapporto
di lavoro con Poste SPA (anzi, dal 2011 anche 2 anni dopo).
Sono tra coloro che ha scritto di questa situazione al Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella (allego).
Nella risposta del 16/06/2016, a firma del Dott. Michele Maria Morabito del
Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, è scritto: "... La informo che questo Ufficio ha sottoposto
quanto da Lei rappresentato all'attenzione del Ministero del Lavoro e delle Politiche
sociali, per l'esame di competenza".
Dopo aver tentato un approccio con il Sottosegretario On. Luigi Bobba (luglio 2016 alle ACLI di Brescia) e
successivamente col Sottosegretario Cassano (ha dato numerose risposte scritte
alle interrogazioni sull’argomento) adesso proviamo anche con Lei, visto che ha
risposto alla recente interrogazione dell’On Walter Rizzetto.
Le chiediamo un incontro nel merito...
Nella scorsa legislatura, il 6-11-2012 fu assunto un impegno in commissione
Lavoro della Camera dal Vice Ministro Martone – a nome del Governo – approvando
larisoluzione n. 7-00635 (firmata dagli Onorevoli Codurelli, Damiano, Comaroli, Boccuzzi, Rampi, Berretta,
Schirru e Madia – l’attuale ministro)
relativa al trattamento di quiescenza spettante al personale dipendente di POSTE
ITALIANE
Con l’approvazione della suddetta risoluzione, che accolse le valutazioni tecniche
del Governo, il Governo stesso si impegnò ad assumere, entro il 31 gennaio 2013,
ogni utile iniziativa che consentisse di conoscere la consistenza del patrimonio
immobiliare di cui il suddetto fondo è dotato e la relativa destinazione d’uso ed
inoltre, ad adottare misure che consentano a questi ultimi di usufruire di un
costante aggiornamento del valore dell’indennità di buonuscita, nonché per consentire
il diritto alla corresponsione della buonuscita di detti lavoratori, pur in costanza
di rapporto di lavoro.
Impegno non onorato a causa della chiusura anticipata della legislatura.
A nulla è valso il richiamo alla Prof.ssa Fornero e al Dott. Martone con lettera
del 10-4-2013 con la quale l’ormai ex On. Lucia Codurelli richiamava
al rispetto di quell’impegno, ribadito il 25-5-2013 anche al nuovo Ministro del
Lavoro, Prof. Giovannini, al suo vice, On. Cecilia Guerra e al Sottosegretario On.
Carlo Dell’Aringa.
Abbiamo letto le risposte alle interrogazioni da parte del Sottosegretario Sen.
Cassano e quanto ha riferito all’On. Gianni Cuperlo.
Si dice: ««…Com’è noto, il 6 novembre 2012, la Commissione XI della Camera dei deputati ha approvato la risoluzione n. 8-00208
(già 7-00635) con la quale ha impegnato
il Governo «a valutare la possibilità, entro il 31 gennaio 2013, di adottare
eventuali iniziative, anche di natura normativa, che consentano ai lavoratori
di Poste Italiane spa di usufruire di un costante aggiornamento del valore
dell'indennità di buonuscita, nonché per consentire il diritto alla
corresponsione della buonuscita di detti lavoratori, pur in costanza di
rapporto di lavoro».
Dal citato atto di indirizzo
emerge, dunque, chiaramente come l'adozione da parte del Governo delle
iniziative auspicate sarebbe dovuta avvenire previa verifica delle necessarie
compatibilità finanziarie. Al riguardo, occorre far presente che i vincoli
posti dall'attuale quadro finanziario di riferimento non hanno sinora consentito al Governo di
introdurre modifiche all'attuale disciplina in materia di buonuscita, sì da
poter dare attuazione al predetto impegno.
Quel «SINORA» lascia intravvedere una
“volontà di superamento di questa ingiustizia, ma i vincoli
economico-finanziari...”
La cifra è di quelle
importanti,
grande quanto il danno che stiamo
subendo (SOLO NOI, non è stato così, ad esempio per i Ferrovieri).
Se in quel «SINORA» ci fosse VERAMENTE la volontà, dopo 20 anni si potrebbe affrontare passo
dopo passo (come per gli esodati - sì, sono passato anche da quella situazione),
ma abbiamo anche altre proposte e vorremmo capire se il Governo le vorrà ascoltare.
Certo, siamo realisti (non ci serve richiamare la
miliardata trovata per le banche) sappiamo che il «tutto è subito» non è
possibile, ma non deve esserlo neppure il «Niente e per sempre». Da qualche
parte si deve cominciare.
Se si riconosce che c’è un’ingiustizia da sanare, dopo 4
lustri bisogna porvi rimedio.
Senza questo, la riproposizione della stessa risposta –
alla fine della legislatura – finisce per essere solo un pro-forma e, oggettivamente,
un arretramento rispetto agli impegni del Governo Monti – 5 anni fa. La
situazione economico-finanziaria attuale, infatti, NON è certamente peggiore di
quella del 2012 col Governo Monti.
Se non ci avete ancora pensato, vi chiediamo di farlo in
questo scampolo di legislatura.
Per questo vorremmo un confronto nel merito, per poter dire il nostro punto
di vista e dare una possibilità di concretezza anche alla dichiarata buona volontà
per una soluzione.
Cordiali saluti.
Zani Giuseppe
18-07-2017.