Gentile
direttore, con l'articolo 23 del decreto legge 4 del 28 gennaio 2019 si è
consumata l'ultima beffa a danno dei dipendenti della vecchia Amministrazione
della Poste e dei Telegrafi, ora Azienda Poste spa. Infatti per tutti coloro
che, alla data del 28 febbraio 1998, avevano maturato il diritto alla
corresponsione dell'indennità di buonuscita, con il passaggio da dipendenti
statali a dipendenti con ordinamento privatistico, si sono visti congelare gli
importi maturati a tale titolo in quanto da quella data aveva inizio la
corresponsione del Tfr. Poiché il pagamento dell'indennità di buonuscita veniva
corrisposto allorché fossero trascorsi 24 mesi novanta giorni dalla data di
cessazione del rapporto di lavoro, ne consegue che anche per gli ex dipendenti
della vecchia Amministrazione Postale tale pagamento, fino ad ora, subiva la
stessa sorte, senza corresponsione di interessi e rivalutazione monetaria a
causa del «congelamento». Fino ad ora! Ma con l'introduzione del sistema
previdenziale denominato «Quota 100», secondo quanto previsto dal citato
articolo 23, i tempi si sono ulteriormente allungati sino ad arrivare anche a
cinque anni prima che i dipendenti postali possano aver riconosciuto quanto
loro dovuto. Il contenzioso che dura ormai da oltre 22 anni, ha visto sorgere
diversi comitati che hanno promosso ricorsi giudiziari in quasi tutti i
tribunali italiani, alcuni dei quali hanno deciso il ricorso di legittimità
alla Corte Costituzionale, ma l'esito è sempre stato negativo per i lavoratori
i quali, tra l'altro, hanno dovuto anche sobbarcarsi l'onere delle spese
legali. A questo punto non si capisce bene che cosa rappresenti quelle cifra
che viene corrisposta ai lavoratori della ex Amministrazione P.T. a distanza
siderale dal diritto e dalla cessazione del rapporto di lavoro. Senza
rivalutazione e interessi nonostante i 22 anni trascorsi, non si può certo
parlare di «salario differito». Il congelamento, inoltre, produce alcuni
paradossi quali ad esempio che un dirigente d'ufficio che ha percorso, anche
attraverso concorsi, tutto l'iter della carriera, si veda corrispondere a
titolo di buonuscita, la cifra corrispondente alla qualifica iniziale posseduta
anche 27 anni prima!
Ermanno Ricci COLLABORATORE SLC-CGIL BRESCIA.
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