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venerdì 22 febbraio 2019

Un altro ODG approvato

Nella seduta della Commissione Lavoro del Senato svoltasi ieri la Sen. Annamaria Parente - PD - ha riproposto un Ordine del Giorno sul problema della mancata rivalutazione della Buonuscita dei postali. Richiama quello approvato il 12/12/2018 - in occasione della Legge di Bilancio - e al quale il Governo non ha dato seguito.

Anche se dal punto di vista normativo nulla è cambiato, anche questa in occasione il problema è stato sollevato, rappresentato e votato anche dalla maggioranza visto anche il parere favorevole espresso dalla Presidente, Sen. Nunzia Catalfo - M5S.
Ciascuno di noi deve impegnarsi affinché a questo impegno seguano atti concreti.

Dai verbali della seduta di Sabato 16 febbraio 2019 abbiamo estratto la parte che ci riguarda evidenziando gli impegni.

Legislatura 18ª - 11ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 78 del 16/02/2019
LAVORO PUBBLICO E PRIVATO, PREVIDENZA SOCIALE   (11ª)
SABATO 16 FEBBRAIO 2019
78ª Seduta (antimeridiana)
Presidenza della Presidente CATALFO

Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Cominardi.

Si procede quindi all'esame degli ordini del giorno.

         Dopo che gli ordini del giorno sono stati dati per illustrati, la presidente CATALFO (M5S), relatrice, esprime parere favorevole sugli ordini del giorno G/1018/1/11 e G/1018/2/11, che risultano accolti dal Rappresentante del GOVERNO e non vengono dunque posti in votazione.

         Dichiarato decaduto l'ordine del giorno G/1018/3/11 per assenza dei proponenti, risulta accolto, e pertanto non posto in votazione, l'ordine del giorno G/1018/4/11, previo parere favorevole della presidente CATALFO (M5S), relatrice, e aggiunta di firma da parte del senatore PATRIARCA (PD).

N. 1018
G/1018/4/11
Il Senato,
            in sede di esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante «disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni» (Atto Senato n. 1018),
        premesso che:
            l'articolo 23 prevede che i termini temporali per la corresponsione dei trattamenti di fine servizio dei dipendenti pubblici che accedano al pensionamento anticipato ai sensi dell'articolo 14 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4 (cosiddetta «quota 100») decorrano dal momento in cui il diritto al trattamento pensionistico sarebbe maturato in base alla pensione di vecchiaia o alle forme di pensione anticipata di cui all'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201;
            lo stesso articolo 23 prevede altresì la possibilità, per i soggetti che accedono al pensionamento con i requisiti della cosiddetta «quota 100» o che accedono al trattamento pensionistico di vecchiaia o anticipato secondo le altre norme summenzionate, di richiedere una somma pari all'indennità di fine servizio maturata, mediante finanziamento bancario agevolato, nell'importo massimo di 30.000 euro.
            in data 28 febbraio 1998 l'ente Poste italiane è stato trasformato in società per azioni;
            l'articolo 53, comma 6, della legge del 27 dicembre 1997, n. 449, con la finalità di provvedere alla liquidazione delle indennità di buonuscita maturata fino alla data del 28 febbraio 1998 dai lavoratori dell'amministrazione postale prima del passaggio di Poste italiane in società per azioni, stabilisce quanto segue: «A decorrere dalla data di trasformazione dell'Ente Poste Italiane in società per azioni ( ... ) al personale dipendente della società medesima spettano ( ... ) il trattamento di fine rapporto di cui all'articolo 2120 del codice civile e, per il periodo lavorativo antecedente, l'indennità di buonuscita maturata, calcolata secondo la normativa vigente prima della data di cui all'alinea del presente comma», ovvero che la prestazione debba essere calcolata sulla base dei valori retributivi utili in vigore al 28 febbraio 1998;
        considerato che:
            a tutti i dipendenti, sia pubblici che privati, viene riconosciuta la rivalutazione monetaria dell'indennità di buonuscita, essendo questa riconosciuta per legge;
            ancora oggi l'importo della buonuscita viene liquidato ai lavoratori postali senza alcuna forma di rivalutazione;
        tenuto conto che:
            rispondendo all'interrogazione 5-11009 del 30 marzo 2017 presso la XI Commissione permanente della Camera il 18 maggio 20 I 7, il Governo ha reso noto che i lavoratori postali in forza alla data del 28 febbraio 1998 erano 219.601, di questi 76.754 risultavano ancora dipendenti postali mentre agli altri 142.847 cessati dal servizio era già stata liquidata l'indennità di buonuscita non rivalutata dal 1998; l'ammontare della rivalutazione monetaria e degli interessi eventualmente riconoscibili a tutti gli interessati sarebbe pari a 907.261.000 euro, mentre l'ammontare complessivo delle indennità di buonuscita che dovranno essere liquidate fino al 2040 è di 939.972.000 euro;
            il Governo con l'approvazione, durante l'iter legislativo della legge di Bilancio 2019, dell'ordine del giorno G/981 sez I/8/11 si è già impegnato, non dando seguito all'impegno, a prevedere atti normativi che consentano ai lavoratori di Poste italiane S.p.A di usufruire di un costante aggiornamento del valore dell'indennità di buonuscita;

        impegna il Governo:
            a valutare l'opportunità di prevedere, attraverso atti di propria competenza, misure che consentano ai lavoratori di Poste italiane S.p.A, sia a quelli cessati che a quelli ancora in servizio, di usufruire di un costante aggiornamento del valore dell'indennità di buonuscita, al pari di tutti gli altri lavoratori, sia pubblici che privati.


lunedì 18 febbraio 2019

Grazie Angelo


Angelo, un cuore grande
Oggi, 18 febbraio 2019, il Sottosegretario al Lavoro on. Claudio Durigon era tra le autorità presenti a Cisterna di Latina per un’iniziativa sulla mobilità sostenibile.
Il nostro Angelo ha pensato di andarci e, a nome del Comitato Buonuscita PT, consegnargli una “maglietta ricordo” con una lettera di accompagnamento per motivare questa azione.
L’on. Durigon ha volentieri accettato la maglietta di Angelo (facendo autoironia a proposito della taglia) e ben compreso che era il pretesto per un veloce scambio di battute. Infatti, a differenza della volta precedente (il 21/12/2018) è apparso più disponibile ad ascoltarlo.
Nonostante Angelo avesse cominciato a parlare della Buonuscita dei postali bloccata al 1998 e chiesto di aiutarci facendo la cosa giusta a questo proposito, l’on. Durigon si è messo a spiegare come “Purtroppo per l’INPS gli esodati non esistono; nonostante tutto, come Governo, stiamo lavorando ad una soluzione anche per i residui 75 esodati postali…”.
A questo punto Angelo ha cercato di spiegare che il tema non era quello degli esodati, bensì della Buonuscita dei dipendenti postali… ma poi ha avuto un leggero malore, sia a causa dei suoi problemi fisici, sia per la forte emotività: da una parte, in quanto esodato salvaguardato, non poteva essere insensibile a ciò che stava dicendo Durigon, ma d’altra parte non era questo il tema che voleva portare all’attenzione del Sottosegretario.
È riuscito a ribadirlo chiedendogli se fosse giusto che l’importo di molti anni prima fosse erogato senza rivalutazione.
L’on. Durigon è rimasto sorpreso ed ha detto di non sapere, di non essere a conoscenza di questo tema ed ha aggiunto: «È una questione che dobbiamo vedere».
«Nella lettera è spiegato bene!» ha ribadito Angelo, scusandosi per averlo disturbato.
Missione compiuta, Angelo!
Seppur da solo e nonostante i tuoi problemi, non ti sei tirato indietro. Ora riprenditi.


Il testo della lettera
Onorevole Claudio Durigon
Ci rivolgiamo a Lei in qualità di Sottosegretario al Lavoro e politiche sociali con una storia sindacale per chiederle di affrontare e portare a soluzione l’irrisolto problema della mancata rivalutazione della Buonuscita dei dipendenti postali.
Di questo abbiamo parlato col Dottor Raffaele Fontana, in Via Fornovo, il 13/09/2018. Gli abbiamo successivamente mandato la documentazione integrativa richiesta, ma da allora ogni tentativo di contatto è stato vano, sia a mezzo e-mail sia telefonicamente.
Riassumiamo brevemente.
In data 28/02/1998 Poste Italiane veniva trasformata da Ente Pubblico Economico a SpA. Ciò ha comportato che per la liquidazione del trattamento di quiescenza comunemente nota come indennità di buonuscita dei 219.601 dipendenti postali in forza allora sia stata "congelata" e tale rimane fino alla cessazione del rapporto di lavoro con Poste Spa.
Non è stata “travasata”, come avvenne per i ferrovieri, nel nuovo TFR in maturazione dal 1/3/1998: la Buonuscita precedente viene calcolata non sull’ultima busta paga percepita al momento della cessazione del rapporto, bensì sull’ultima busta paga percepita nel lontano 28 febbraio 1998!
Capirà l’entità del danno sul potere d’acquisto, tanto più grande quanto più passa il tempo.
Nel corso delle varie legislature sono state presentate diverse interrogazioni parlamentari di ogni orientamento politico, dalla Lega Nord al PD, dal M5stelle a Fratelli d’Italia ed approvate anche 2 risoluzioni:
-          Nella 14^ legislatura con l'approvazione della risoluzione conclusiva in Commissione n. 8/00153 del 24 gennaio 2006, il Governo Berlusconi si impegnava ad adoperarsi perché fosse trovata in tempi brevi una soluzione adeguata alla vicenda di cui in premessa, «attraverso iniziative normative volte a chiarire i termini di esatta interpretazione del citato comma 6 dell'articolo 53 della legge n. 449 del 1997 a garanzia dei lavoratori interessati ed allo scopo di risolvere il contenzioso in materia»;
-          nel corso della 16^ legislatura con l'approvazione della risoluzione conclusiva in Commissione n. 8-00208 del 6 novembre 2012, il Governo Monti si impegnava a valutare la possibilità di adottare entro il 31 gennaio 2013 «iniziative, anche di natura normativa, che consentano un costante aggiornamento dell'indennità di buonuscita»
Impegni sempre disattesi.
Confidiamo nella sua sensibilità di sindacalista prestato alla politica per porre fine all’ingiustizia cui sono sottoposti SOLO i lavoratori di Postali.
Siamo coscienti del fatto che la necessaria misura risolutiva complessiva rappresenti un onere finanziario rilevante, il cui ammontare è dipeso sostanzialmente dal protrarsi, nel tempo del congelamento della rivalutazione della indennità di buonuscita.
Continuando a rimandare la risoluzione del problema contribuisce all'aumento del danno.
Le chiediamo di assumere iniziative volte al riconoscimento della rivalutazione della Buonuscita sia dei lavoratori cessati che di quelli ancora in servizio, ad esempio valutando l'opportunità di istituire un fondo apposito. Ma abbiamo anche altre proposte di cui vorremmo parlare con lei.
Per Comitato Buonuscita PT              
(…)                            

giovedì 14 febbraio 2019

L'On. Renata Polverini presenta una nuova risoluzione

L'on. Renata Polverini - FI, Vice Presidente della Commissione Lavoro della Camera, è stata di parola.
L'impegno preso durante l'incontro avuto il 17/01/2019 con esponenti del nostro Comitato, ha trovato gambe nella risoluzione di cui è prima firmataria e sottoscritta da altri parlamentari di FI: Gelmini, Zangrillo, Mulè, Rosso, Rotondi e Scoma. 
Atto Camera
Risoluzione in commissione 7-00162
presentato da
POLVERINI Renata
testo di
Venerdì 25 gennaio 2019, seduta n. 114


La XI Commissione,
premesso che:
Poste Italiane in data 28 febbraio 1998 veniva trasformata da ente pubblico economico a società per azioni. Ciò ha comportato che per la liquidazione del trattamento di quiescenza, comunemente nota come indennità di buonuscita, dei dipendenti di Poste Italiane il calcolo si sarebbe basato sui valori retributivi utili in vigore alla medesima data, ai sensi dell'articolo 53, comma 6, della legge del 27 dicembre 1997, n. 449 (stabilità 1998), ed escludendone quindi l'assoggettamento a rivalutazione;
ai sensi della normativa vigente a tutti i dipendenti, siano essi del settore privato o pubblico, è riconosciuta la rivalutazione monetaria della cosiddetta indennità di buonuscita, ciononostante ancora oggi il trattamento di quiescenza dei lavoratori postali viene liquidato senza alcuna forma di rivalutazione;
nel corso della XIV legislatura con l'approvazione della risoluzione conclusiva in Commissione n. 8/00153 del 24 gennaio 2006, il Governo Berlusconi si impegnava ad adoperarsi perché fosse trovata in tempi brevi una soluzione adeguata alla vicenda di cui in premessa, «attraverso iniziative normative volte a chiarire i termini di esatta interpretazione del citato comma 6 dell'articolo 53 della legge n. 449 del 1997 a garanzia dei lavoratori interessati ed allo scopo di risolvere il contenzioso in materia»;
nel corso della XVI legislatura con l'approvazione della risoluzione conclusiva in Commissione n. 8-00208 del 6 novembre 2012, il Governo Monti si impegnava a valutare la possibilità di adottare entro il 31 gennaio 2013 «iniziative, anche di natura normativa, che consentano un costante aggiornamento dell'indennità di buonuscita», ciononostante questo impegno è rimasto disatteso;
nel corso della XVII legislatura il Sottosegretario Biondelli rispondendo in data 18 maggio 2017 all'interrogazione n. 5-11009 presso la XI Commissione della Camera dei deputati ha illustrato i dati rilevati dalla gestione commissariale fondo buonuscita per i lavoratori di Poste italiane, rendendo noto che, a quella data, i lavoratori postali cessati dal servizio, a cui era già stata liquidata l'indennità di buonuscita dal 1998, erano 142.847; i lavoratori postali tuttora in servizio, in attesa di maturare il diritto all'indennità di buonuscita, alla predetta data, erano 76.754, per un totale complessivo di 219.601 lavoratori interessati dalla questione della mancata rivalutazione della prestazione. Per questi lavoratori, secondo i dati forniti dal rappresentante del Governo, l'ammontare complessivo della rivalutazione monetaria e degli interessi eventualmente riconoscibili a tutti i soggetti interessati, sia cessati che ancora in servizio, era pari a 907.261.000 euro e l'ammontare complessivo delle indennità di buonuscita che, alla data del 18 maggio 2017 avrebbero dovuto ancora essere liquidate nel corso degli anni successivi, in particolare per il periodo dal 2017 al 2040, sarebbe pari a 939.972.000 euro;
nel corso della medesima legislatura membri dell'attuale maggioranza hanno sollecitato risposte all'indirizzo degli Esecutivi allora in carica mostrando una particolare sensibilità verso tale tematica (si veda l'interrogazione a risposta scritta n. 4-02174 Tripiedi e i successivi solleciti), pertanto a giudizio dei firmatari del presente atto, un impegno risolutivo concreto del Governo Conte dovrebbe considerarsi pressoché scontato;
la disattenzione finora dimostrata rende ormai improcrastinabile un intervento risolutivo che ponga fine alla sostanziale ingiustizia cui sono sottoposti i lavoratori di Poste italiane s.p.a., i quali, secondo i calcoli a disposizione, hanno subìto, subiscono e rischiano di subire la sottrazione di fatto di una consistente parte del salario differito maturato;
poco meno di trecento soggetti interessati dal maltolto hanno promosso un'azione legale richiedendo il rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia europea affinché si esprima sulla questione;
è evidente, altresì, che una misura risolutiva complessiva rappresenti un onere finanziario rilevante, il cui ammontare è dipeso sostanzialmente dal protrarsi, nel corso degli anni, del congelamento della rivalutazione della indennità di buonuscita. Continuare a rimandare tale risoluzione del problema non può che rappresentare contribuire all'aumento degli importi da riconoscere ai lavoratori –:
impegna il Governo
ad assumere iniziative urgenti e concrete volte al riconoscimento della rivalutazione del trattamento di quiescenza sia dei lavoratori cessati che di quelli ancora in servizio di Poste italiane s.p.a., valutando l'opportunità di istituire a tal fine un fondo apposito.

lunedì 11 febbraio 2019

Interrogazione dell'On. Chiara Gribaudo

Con piacere informiamo di questa interrogazione, diretta al Ministro del Lavoro e al Ministro della Finanze.

È il primo passo delle ipotesi fatte a partire dall'incontro del 17/01/2019 col Dottor Giusti, collaboratore dell'On. Chiara Gribaudo - PD, componente della Commissione Lavoro della Camera.

Atto Camera
Interrogazione a risposta in commissione 5-01422
presentato da Gribaudo Chiara
testo di Giovedì 7 febbraio 2019, seduta n. 122

GRIBAUDO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

dal 28 febbraio 1998 Poste italiane è stata trasformata da ente pubblico economico in società per azioni, con la conseguenza che i dipendenti da quella data sono transitati da un regime di natura pubblica a uno di natura privata, senza soluzione di continuità;

l'articolo 53, comma 6, della legge del 27 dicembre 1997, n. 449, ai fini di provvedere alla liquidazione delle indennità di buonuscita maturate fino alla data del 28 febbraio 1998, stabilisce quanto segue: «A decorrere dalla data di trasformazione dell'Ente Poste Italiane in società per azioni (...) al personale dipendente della società medesima spettano (...) il trattamento di fine rapporto di cui all'articolo 2120 del codice civile e, per il periodo lavorativo antecedente, l'indennità di buonuscita maturata, calcolata secondo la normativa vigente prima della data di cui all'alinea del presente comma», ovvero che la prestazione debba essere calcolata sulla base dei valori retributivi utili in vigore al 28 febbraio 1998;

tra i lavoratori transitati dal «pubblico» al «privato», questo trattamento è stato riservato solo ed esclusivamente ai dipendenti di Poste. Non è stato così, ad esempio, per i ferrovieri, che pure dal punto di vista giuridico sono stati oggetto della medesima trasformazione del rapporto di impiego;

a tutti i dipendenti pubblici e privati non risulta sia mai stata negata la rivalutazione monetaria, essendo questa riconosciuta per legge;

il congelamento della buonuscita al valore maturato al 28 febbraio 1998, indipendentemente dalla data di pensionamento del lavoratore, determina un evidente e grave danno economico a tutti i dipendenti di Poste assunti prima di tale data, discriminati rispetto a tutti gli altri lavoratori italiani;

rispondendo all'interrogazione n. 5-11009 del 30 marzo 2017 presso la XI Commissione permanente della Camera il 18 maggio 2017, il Governo pro-tempore ha reso noto che i lavoratori postali in forza alla data del 28 febbraio 1998 erano 219.601; di questi 76.754 risultavano ancora dipendenti postali, mentre agli altri 142.847 cessati dal servizio era già stata liquidata l'indennità di buonuscita non rivalutata dal 1998; l'ammontare della rivalutazione monetaria e degli interessi eventualmente riconoscibili a tutti gli interessati sarebbe pari a 907.261.000 euro, mentre l'ammontare complessivo delle indennità di buonuscita che dovranno essere liquidate fino al 2040 è di 939.972.000 euro;

dopo un notevole contenzioso che ha raggiunto anche la Corte Costituzionale, un gruppo di circa 270 fra dipendenti ed ex dipendenti postali, sta predisponendo ricorso presso la Corte di giustizia europea;

un verdetto favorevole in quella sede costringerebbe il Governo italiano a individuare con urgenza la somma di 939,972 milioni di euro, quale riconosciuta dal Governo in risposta all'interrogazione suddetta; appare dunque preferibile una programmazione finanziaria specifica, anche mediante rateizzazione del dovuto, che consenta ai pensionati postali di ricevere le somme date dalla detta rivalutazione, e di applicare fin da subito la rivalutazione della buonuscita ai dipendenti ancora in forze a Poste Italiane, al fine di distribuire negli anni tale ingente importo di spesa –:

quali iniziative intenda adottare il Governo per applicare ai lavoratori di Poste Italiane spa, cessati e in servizio, la rivalutazione del valore dell'indennità di buonuscita e procedere all'erogazione delle somme dovute, ponendo fine a una grave discriminazione unica nel mercato del lavoro italiano.

domenica 10 febbraio 2019

Roma 9 febbraio 2019

Alla manifestazione di Roma - sabato 9 febbraio 2019 - Margherita, Neno, Giancarla, Emilio, Daniela, Beppe, Clementina... hanno diffuso questo volantino.
È stata un'ulteriore occasione per dirlo ai giornalisti e non solo.


Buonuscita dei postali
senza rivalutazione dal 28/02/1998

Tutte le notizie che riguardanti l’ipotesi del Governo di posticipare di almeno 5 anni il pagamento della buonuscita (TFS) manca del tassello, storicamente irrisolto, riguardante 219.601 dipendenti postali in forza al 28/02/1998 (giorno della "privatizzazione") ai quali la Buonuscita è stata "congelata" e tale rimane fino alla cessazione del rapporto di lavoro con Poste Spa.
Da quella data, infatti, per loro ha cominciato a maturare il TFR, mentre la Buonuscita precedente viene calcolato non sull’ultima busta paga percepita al momento della cessazione del rapporto, bensì sull’ultima busta paga percepita nel lontano 28 febbraio 1998!
Nonostante la continuità nel rapporto di lavoro quell'importo non è stato "travasato" nel nuovo TFR, com'è avvenuto - ad esempio - per i ferrovieri.
Ciò significa che, per esempio, se al 28/2/1998 un lavoratore avesse maturato il corrispettivo in lire di € 10.000, anche oggi percepirebbe (anche coi anni di ritardo) sempre € 10.000 con l'innegabile danno sul potere d'acquisto.
Nel corso degli anni si sono succedute diverse interrogazioni e pure votate due risoluzioni parlamentari per porre fine a questo problema poiché a nessun altro lavoratore italiano, pubblico o privato, è mai stata negata la rivalutazione di una parte dell’indennità terminativa del rapporto (cd. TFR o TFS), tranne ai lavoratori postali.
In questa legislatura sono ci sono già tre interrogazioni parlamentari: dell’On. Walter Rizzetto (FdI), del Sen. Francesco Laforgia (LeU) e della Sen. Annamaria Parente (con altri 13 Senatori del PD) alle quali il Governo non ha risposto. Altre sono annunciate e verranno presentate a breve.
Inoltre 270 tra dipendenti ed ex dipendenti aderenti al nostro Comitato stanno ricorrendo alla Corte di Giustizia Europea e una Petizione è stata inoltrata alla Commissione Europea.
Come Comitato Buonuscita PT abbiamo incontrato anche il Capo della Segreteria di Durigon il 13/9/2018, ma da allora non ci sono più state risposte dal Sottosegretario.

Comitato Buonuscita PT   
https://buonuscitadeipostali.blogspot.com/
09/02/2019






domenica 3 febbraio 2019

Ricalcolo tassazione separata. Serve univocità.

La lettera di Michele Costantino pubblicata sulla pagina FB 
stop al furto delle buonuscite dei lavoratori di poste italiane
Buonasera a tutti, ho preparato una relazione in collaborazione con Daniele Del Corso, circa la questione del "Ricalcolo Tassazione Separata" la invierò al Direttore Centrale dell'Agenzia delle Entrate Dott. Antonio Maggiore, così vediamo come reagiscono, se ciò non dovesse bastare, beh allora, coinvolgeremo giornali e TV (...)
Risultati immagini per direttore agenzia delle entrate Antonio MaggioreQuesta è la relazione
Buongiorno Dott. Antonio Maggiore, sono Michele Costantino di Bari, un comune pensionato-contribuente di Poste S.p.A.
Mi rivolgo a lei in quanto persona più che qualificata a dirimere una questione che coinvolge tutte le Direzioni Provinciali delle Agenzie delle Entrate d'Italia.
Questo è il punto: Noi di Poste eravamo fino al 28/02/1998 Dipendenti Pubblici, e di conseguenza eravamo soggetti economicamente alla Indennità di Buonuscita ( DPR n. 1032 del 29.12.1973), dal 01/03/1998 Poste diventa S.p.A. ( legge n. 71/94 ) e di conseguenza siamo sottoposti al regime del TFR (legge n. 297 del 29 maggio 1982) questa trasformazione non ha implicato "assolutamente" un'interruzione del nostro rapporto di lavoro con Poste, bensì solo un cambio di natura giuridica, non vi sono stati atti formali o sostanziali, tant'è che anche la Buonuscita viene liquidata solo al momento del pensionamento o all'uscita per altri motivi, quindi al momento della cessazione , Poste liquida il dipendente sulla base di queste 2 indennità, il TFR viene liquidato dopo 2 mesi dall'uscita del lavoro, mentre la Buonuscita viene riconosciuta al 27° mese dopo, inoltre con l'avvento della Previdenza Complementare i Dipendenti di Poste fecero confluire una parte del loro TFR nel Fondo-Poste, il quale a sua volta liquida il lavoratore entro i 6 mesi (o anche prima, dipende) dopo.
Ora, l'Agenzia delle Entrate, come stabilisce la Legge Fiscale, interviene sui trattamenti di fine rapporto che sono soggetti a tassazione separata con il ricalcolo, entro il quarto anno dall'uscita dalle aziende, nel nostro caso però di Poste, l' AdE è indotta a commettere un errore che penalizza tutti i dipendenti in presenza soprattutto di "Incentivi all'Esodo", Poste S.p.A infatti nel suo mod.770 dichiara il TFR erogato, mentre la Gestione Commissariale la Buonuscita, che il dipendente incassa 2 anni dopo ma che di fatto è un'unicum con il TFR.
Un nostro collega, Daniele Del Corso, nell'agosto scorso ha ricevuto da AdE di Pisa il ricalcolo sugli emolumenti di fine rapporto, notando che questo teneva conto solo del TFR, come se il suo rapporto di lavoro fosse iniziato il 01/03/1998, (data di trasformazione in S.p.A e non quella della nostra assunzione) e di conseguenza l'incentivo all'esodo ricevuto era ripartito nelle quote ante e post 2001 in maniera non corretta. Del Corso sapeva che alcuni colleghi singolarmente avevano contestato questa irregolarità ed avevano ottenuto riconoscimento, nel 2017 lui stesso aveva dato indicazioni ad un collega di Siena e ad un'altro di Arezzo ricevendo entrambi il riconoscimento dell'errore e conseguentemente il rimborso o il ricalcolo, e a distanza di poco tutta la Toscana, a questo punto pensava anche grazie al suo interessamento che il problema si fosse risolto per tutti, si sbagliava, in quanto a parte tutta la Toscana e in alcune altre città d'Italia, quali: Perugia, Latina, Monfalcone, Cagliari, e Treviso, il resto delle AdE non si sono uniformate, cosi che il nostro Del Corso tramite social invitava gli ex colleghi a produrre Istanza di Autotutela o di Rimborso all'AdE. Da noi invece a Bari l'AdE forse ha scelto la prerogativa del silenzio-rifiuto, a distanza di 70 g. non ha ancora risposto.
Pertanto, Dott. Maggiore, ripongo in lei quella fiducia che contraddistingue una persona rappresentante lo Stato, chiedendole, se mi permette, di intervenire a livello nazionale, affinchè tutte le Direzioni Provinciali seguano un'unica linea, ricordandole che, siamo contribuenti onesti che hanno sempre onorato ogni obbligo fiscale, ma che, come in questo caso, hanno anche diritto a veder riconosciuto un mal tolto.
Le ricordo infine che, quelle AdE che citavo prima, hanno ricalcolato correttamente gli emolumenti di fine rapporto spalmando l'incentivo all'esodo come stabilisce la vostra Circ. n. 29/2001, inoltre, hanno riconosciuto il rimborso a tutti coloro che hanno prodotto istanza entro i 48 mesi dalla richiesta di pagamento dell'AdE.
La ringrazio anticipatamente, anche a nome di tutti gli altri miei colleghi per quanto farà di sua competenza, e le invio i miei auguri di un Buon lavoro


P.S. Questi sono i documenti che consegniamo alle AdE a supporto della domanda di rimborso o di autotutela:
1) Prospetto di Liquidazione della Buonuscita
2) Estratto Conto Previdenziale Inps
3) Modello CUD riferito all'anno di percepimento del TFR e Incentivo all'Esodo
4) Copia Comunicazione AdE con il Prospetto Irpef Tassazione Separata
5) Ricevuta Pagamento Irpef Tassazione Separata
6) Prospetto Liquidazione TFR Fondo-Poste
7) Copia Documento Identità