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giovedì 25 gennaio 2024

Siamo alle solite

In questi giorni abbiamo ricevuto qualche e-mail che ripropone un problema che negli anni scorsi abbiamo più volte evidenziato anche segnalando ai Sindacati ed ai Politici, gli unici titolati ad intervenire. 

Ora la situazione pare peggiorata.

La criticità, dovuta al mancato o insufficiente trasferimenti di fondi dal MEF, era evidente a coloro che aspettavano l'erogazione della buonuscita nel primo trimestre dell'anno (sempre senza interessi eh?, perché l'importo della nostra Buonuscita-TFS è "congelato" dal 1998) ora questa situazione sembra riguardare anche l'ultimo trimestre, come si palesa nel testo che riassumiamo così.

Ho cessato il rapporto di lavoro il 30/09/2021 per risoluzione consensuale. 
La Gestione Commissariale del Fondo Buonuscita mi ha comunicato che la liquidazione (già senza gli interessi dalla data del passaggio dal 'pubblico' al 'privato' nel febbraio 1998) sarebbe stata pagata nel trimestre dal 01/10/2023 al 01/01/2024.
A fine anno 2023 ho scritto una email per chiedere informazioni sul mancato pagamento. 
Nella risposta giuntami ad inizio gennaio 2024 si dice che a seguito di mancanza di fondi la buonuscita sarebbe stata liquidata, con gli interessi, entro gennaio 2024.
In data odierna non avendo ancora ricevuto il pagamento ho chiamato il call center per chiedere informazioni e la risposta è stata che a seguito della mancanza di fondi dal MEF (Ministero di Economia e Finanza) il Fondo Commissariale non può pagare e che il ritardo sarà compensato da interessi.
Siccome ho la sensazione che tale modalità potrebbe ripetersi anche per i mesi a seguire vi chiedo se tale trattamento è comune a tutti i pensionati e come potrei agire per ottenere la mia spettanza.
Vi ringrazio per il vostro interessamento e saluto cordialmente.

Dovendo pagare interessi per il ritardato pagamento di una cifra nota dal febbraio 1998, nessuno sarà chiamato a render conto di questo danno erariale?
Forse si continuerà a fingere che tutto vada bene, confidando nel fatto che i rappresentanti politici e sindacali non affrontano questo problema ricorrente.