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giovedì 6 gennaio 2022

Sempre più depauperata

La Buonuscita-TFS dei dipendenti postali non ha alcuna forma di attualizzazione della base di calcolo. Tutto rimane fermo a quel 28 febbraio 1998, come se gli importi calcolati allora avessero lo stesso potere d’acquisto anche oggi.

Teoricamente fino a quella data i 219.601 dipendenti postali di allora dovrebbero avere lo stesso trattamento dei pubblici dipendenti, invece - oltre alla mancata rivalutazione che si porta via almeno 1/3 di quel valore - sulla Buonuscita/TFS non è possibile chiedere l’anticipo previsto per tutti i lavoratori, pubblici e privati.

Non solo.

L’importo è noto dal 1998 e visibile a ciascuno sul sito della Gestione Commissariale del Fondo Buonuscita, ma non viene erogato al termine della “finestra” temporale prevista dalla norma per i pubblici dipendenti: si aspettano anche di tutti i 3 mesi successivi che, nella logica della norma, sono il termine massimo entro il quale calcolare ed erogare il dovuto. A volte si va anche oltre.

Questa situazione unica nel mondo del lavoro ha originato anche anomalie nella tassazione successivamente riconosciuta dall’Agenzia delle Entrate (grazie alla competenza, alla caparbietà e ai consigli Daniele e Michele) ma che può essere chiesta a rimborso entro il quinquennio successivo al pagamento di quanto ingiustamente richiesto dall’AE (chi ha dato ha dato, ha dato). Da 2 anni nelle note della Certificazione Unica si danno indicazioni di cui l’AE dovrebbe tener conto.

Per curiosità… Come si calcola una buonuscita? Nella scuola funziona così.

Ecco come sapere quanto prenderà di TFR o TFS un insegnante che aspetta la buonuscita per la pensione INPS 2022

Quando si raggiunge il collocamento in quiescenza gli insegnanti, in qualità di lavoratori del settore pubblico, maturano una indennità nota come trattamento di fine servizio. L’importo della prestazione non è fisso, ma varia in ragione degli anni di servizio, dell’importo del salario a fine carriera e di altri fattori.

Anche la decorrenza del pagamento non è uguale in tutti i casi, ma si stabilisce talvolta in relazione alla forma previdenziale scelta. Conoscendo alcuni dati, è possibile stimare approssimativamente a quanto corrisponde l’importo della quota come vedremo di seguito in alcuni esempi pratici. Ecco come sapere quanto prenderà di TFR o TFS un insegnante che aspetta la buonuscita per la pensione INPS 2022.

Quanti soldi spettano e quando arriva la liquidazione

Molti lavoratori che si apprestano ad uscire dal mondo del lavoro, spesso non hanno idea di quanti soldi percepiranno ogni mese di pensione né di buonuscita. Per chi ha raggiunto il requisito minimo per la pensione di vecchiaia, in un precedente articolo abbiamo spiegato quanto si prende di pensione con 20 anni di contributi INPS. Relativamente all’indennità di fine carriera TFR/TFS è utile porre alcune distinzioni utili a capire come funziona la buonuscita degli insegnanti. I dipendenti del settore pubblico, nella generalità dei casi, maturano il diritto a ricevere il TFS, ossia il trattamento di fine servizio.

Quest’ultimo, a sua volta, comprende tre differenti tipologie di liquidazione tra cui rientra la cosiddetta indennità di buonuscita (IBU) che spetta ai lavoratori della scuola. Secondo quanto prevede il D.L. n. 4/2019, i tempi di erogazione del TFR/TFS possono variare e richiedere anche diversi anni prima della liquidazione totale. In un precedente articolo abbiamo difatti spiegato quando arrivano i soldi del TFS per i dipendenti pubblici che vanno in pensione INPS.

Ecco come sapere quanto prenderà di TFR o TFS un insegnante che aspetta la buonuscita per la pensione INPS 2022

In alcuni casi i dipendenti statali possono richiedere un anticipo TFR/TFS il cui calcolo si può effettuare grazie al servizio INPS reso noto dal messaggio n. 3436 del 12 ottobre 2021. L’ammontare della buonuscita a cui il docente avrà accesso dopo il pensionamento generalmente corrisponde a un dodicesimo dell’80% della retribuzione annua lorda. Questa quota si moltiplica per il numero di anni di servizio maturati fino al pensionamento per avere l’ammontare complessivo. Stando a queste indicazioni, dunque, primo passo da compiere consiste nell’individuare la retribuzione che l’insegnante ha percepito e dividerla per 12. Successivamente, si moltiplica il valore ottenuto per 0,80.

L’importo che si ricava dal calcolo si dovrà poi moltiplicare per il numero di anni di servizio prestati nella propria carriera d’insegnamento. In tale maniera si ottiene una quota indicativa del TFR/TFS.

Facciamo un esempio per capire meglio come funziona il calcolo. Immaginiamo un insegnante che abbia una retribuzione pari a 33.000 euro lordi e che abbia prestato servizio per 40 anni. In questo caso, dividiamo per 12 la retribuzione di 33.000 euro, ottenendo un valore pari a 2.750. Moltiplichiamo 2.750 x 0,80 e per gli anni di servizio. In questa maniera, sapremo che il TFR/TFS spettante dovrebbe corrispondere all’incirca a 88.000 euro.

Fonte

2 commenti:

  1. Ho scomodato personaggi Ke sn PPE... Sperom bien cari colleghi ...

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  2. Buona sera Comitato.
    Sto scrivendo immediatamente dopo aver visto un servizio di Staffelli su "Scriscia la Notizia" di Canale 5 con argomento mancata liquidazione del TFS del personale della CRI passato da Ente Pubblico a privato. Allora mi è venuta un'idea: perché non coinvolgere Staffelli raccontando anche la nostra vicenda? L'argomento in qualche modo potrebbe interessarlo visto che lo ha già trattato per un'altra categoria di lavoratori!! (il ferro va' battuto quando è caldo)
    Potremmo sottoscrivere una breve nota per spiegargli anche la nostra situazione e provare anche questa strada.....
    Saluti.
    F.

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