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sabato 2 marzo 2019

Quota 100: slittano i termini di pagamento della Buonuscita?

Al Senato, il 27 febbraio 2019, è stato approvato il disegno di legge 1018, d'iniziativa del Governo che ora passerà all’esame della Camera (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni)



Per opportuna conoscenza estraiamo l’art. 23 che modifica la norma relativa al TFS e alle modalità di pagamento.

Riguarda anche tutti i dipendenti di Poste che non hanno ancora ricevuto la Buonuscita (maturata al 28/02/1998, oggi viene erogata senza alcuna forma di rivalutazione 2 anni + 3 mesi dopo la cessazione del rapporto di lavoro con Poste Spa).

Per coloro che volessero uscire usufruendo della "quota 100" segnaliamo questo articolo di Pensioni Oggi utile ad un chiarimento sulle modifiche introdotte (anche se non definitivamente approvate).



Quota 100, Slittano i termini di pagamento del TFS per i dipendenti pubblici
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·         Mercoledì, 13 Febbraio 2019 - Scritto da Franco Rossini

Il decreto sulla quota 100 prevede una dilatazione dei termini di pagamento di TFS e TFR che può raggiungere anche i cinque anni dalla data di cessazione dal servizio.

I lavoratori del pubblico impiego che si accingono ad andare in pensione con la nuova quota 100 dovranno mettere in conto uno slittamento dei termini di pagamento delle indennità di buonuscita. L'articolo 23, co. 1 del DL 4/2019 prevede infatti che i termini temporali per la corresponsione dei trattamenti di fine servizio (comunque denominati) dei dipendenti pubblici che conseguono la pensione con 62 anni e 38 di contributi dal 1° agosto 2019 decorreranno dal momento in cui il diritto al trattamento pensionistico sarebbe maturato in base alla pensione di vecchiaia o alle forme di pensione anticipata di cui all'articolo 24 del D.L. 6 dicembre 2011, n. 20.
I termini di pagamento
In attesa delle relative istruzioni Inps la disposizione da ultimo richiamata prevede, di fatto, che il pagamento venga scadenzato al raggiungimento del primo dei seguenti requisiti: a) 12 mesi + 90 GG dalla maturazione dei 67 anni di età (più i futuri adeguamenti alla speranza di vita che scatteranno dal 2021); b) 24 mesi + 90 GG dalla data di maturazione (teorica) dei requisiti contributivi per la pensione anticipata (41 anni e 10 mesi per le donne; 42 anni e 10 mesi per gli uomini), cioè la massima anzianità contributiva. In questa seconda ipotesi però il termine dovrebbe poter beneficiare dell'abbattimento a 12 mesi + 90 GG ove il lavoratore abbia maturato i 65 anni, il limite ordinamentale per la permanenza in servizio, prima del raggiungimento della massima anzianità contributiva.
Queste regole significano che un dipendente che va in pensione alla prima finestra utile con 62 anni e 6 mesi di età e 38 anni e 6 mesi di contributi (i 6 mesi determinati dalla finestra mobile semestrale) riceverà la prima tranche della buonuscita con un ritardo di circa cinque anni dalla cessazione del rapporto di lavoro; la seconda tranche dopo 12 mesi dalla prima e la terza rata, ove applicabile, dopo altri 12 mesi dalla seconda. Termini più brevi solo per coloro che cessano il servizio con anzianità contributive o età anagrafiche superiori.
La rateazione
Come accennato resta fermo il meccanismo di rateazione del pagamento di TFS e TFR previsto dal 1° gennaio 2014 a seguito della legge 147/2013. Nello specifico anche chi accede alla quota 100 vedrà corrispondersi il TFS/TFR: a) in un unico importo annuale, qualora l'ammontare complessivo, al lordo delle trattenute fiscali, sia complessivamente pari o inferiore a 50.000 euro; b) in due importi annuali, qualora l'ammontare sia complessivamente superiore a 50.000 euro ma inferiore a 100.000 euro. In tal caso, il primo importo erogato sarà pari a 50.000 euro, il secondo pagato dopo 12 mesi dalla prima tranche, sarà pari all'ammontare residuo; c) in tre importi annuali, qualora l'ammontare sia pari o superiore a 100.000 euro. In tal caso, il primo importo erogato rata sarà pari a 50.000 euro, il secondo a 50.000 euro ed il terzo, dopo 12 mesi dal secondo pagamento, sarà pari all'ammontare residuo.
I benefici
Il DL 4/2019 prova a mettere una pezza a questo meccanismo particolarmente penalizzante tramite un prestito sino a 30mila euro erogato dal settore bancario (i cui termini di attuazione saranno comunque molto lunghi) e con una detassazione del TFS (resterebbe escluso il TFR) commisurata all'entità della dilatazione temporale nel pagamento della buonuscita. Benefici, questi ultimi ,che sono estesi a tutti i dipendenti pubblici e non solo a coloro che accedono alla pensione con la quota 100.
Fonte

7 commenti:

  1. Lo avevo già segnalato in alcuni commenti precedenti. Ma vi rendete conto che l'ulteriore slittamento per noi postali rappresenterà una ulteriore beffa? Per gli statali in senso stretto ci sarà solo un ritardo nel pagamento con rivalutazione dell'importo ma per noi (categoria bistrattata) ancora un'altra ingiustizia. Domanda al Comitato e a chi può saperlo: la certificazione per avere l'anticipo tramite prestito del settore bancario chi dovrebbe rilasciarla? Presumo il fondo Buonuscita dei Postali ma il decreto cita espressamente l'INPS. Sono convinto che ci fregheranno anche questa volta. Io sono uscito con incentivo al 31/12/17 avrei dovuto ricevere la mia benedetta buonuscita NON RIVALUTATA a marzo del 2020 così mi toccherà aspettare (salvo ulteriori sorprese) giugno del 2022. Un SEMPLICE ritardo di SOLI 24 anni e 4 mesi. Ma tanto della nostra sorte non interessa a nessuno

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    1. Scusa ma il Tfr che riguarda gli anni successivi al febbraio 1998, lo hai invece riscosso subito (cioè al momento del tuo collocamento in pensione?)

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  2. La stessa cosa succede a me mi mandano la lettere a giugno che dovevo confermare iban che avrei avuto entro dicembre di quest'anno anno la misera liquidazione che mi spettava senza rivalutazione e mi dicono che poiché ho aderito a quota 100 la prenderò se non crepi prima fra 6 anni è una ver beffa! Stato vergognoso

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  3. Il trionfalismo del «Abbiamo cancellato la Fornero» aveva in sé una bugia che nessuno di loro ha voluto spiegare.
    No. Non è uno Stato vergognoso. Lo sono questi governanti.

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    1. non prendertela col governo ma bensi' con i sindacati postali tutti,e con la categoria in generale che li ha sostenuti e ancora oggi li sostiene,la verita'purtroppo e che siamo una categoria diciamo menefreghista per non dire altro,pertanto ci meritiamo questo e altro.

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  4. Sono veramente incazzato che il fondo buonuscita di poste abbi bloccato il mio tfr in quanto io sono uscito da poste italiane nel 2017 e svolgevo un altro lavoro e nel 2019 ho aderito a quota 100 e mi hanno inviato una lettera che avrei avuto il mio tfr 24 mesi dopo il raggiungimento della legge tornerò che era nel 2020 così riceverò il mio tfr nel 2022 assurdo visto che poste italiane e'dal 1998 che siamo stati privatizzati e non siamo più dipendenti pubblici se qualcuno ha notizie in merito di come agire contro questo abuso mi contatti grazie

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    1. Unknown16 febbraio 2020 20:36
      Lei vede ora la cosa che UN ANNO FA questo blog denunciò nel completo silenzio dei postali.
      Adesso può giustamente essere arrabbiato, ma non credo che qualcuno possa fare qualcosa. A quel tempo la discussione non era ancora norma di legge e tutti preferirono bersi la favoletta della CANCELLAZIONE DELLA FORNERO che fare la fatica di leggere questo testo.
      Anche ora ci sono deboli e labili tentativi di fare qualcosa che in realtà dimostrano ancora una volta di non aver capito il testo e "la ratio" della legge

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