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sabato 23 marzo 2019

21 marzo 2019. La camera approva un ordine del giorno

In occasione della discussione alla Camera dei Deputati del cosiddetto "Decretone" (C. 1637-AR) già approvato al Senato, erano stati presentati emendamenti dagli onorevoli Chiara Gribaudo e Stefano Fassina che non hanno avuto esito positivo.
Durante il passaggio in aula per il voto, il l'on. Gribaudo e altri parlamentari del gruppo PD in commissione lavoro, a prima firma dell'on. ZAN, hanno presentato l'OdG 93. Inizialmente accolto come "raccomandazione", il Governo - per bocca del Sottosegretario Claudio Cominardi - ha successivamente dato parere favorevole.

Per essere chiari, non si tratta di un provvedimento legislativo, ma un atto di indirizzo: approvando un OdG - il Governo si impegna a pensarci e mettere in campo un provvedimento legislativo. Confidiamo in una effettiva soluzione così come prospettata anche in questo ramo del Parlamento (ricordiamo i 2 precedenti al Senato).
Ciascuno di noi deve impegnarsi affinché a questo impegno seguano atti concreti.

ORDINE DEL GIORNO
9/1637-AR/93

La Camera,
premesso che:
l’articolo 23 prevede che i termini temporali per la corresponsione dei trattamenti di fine servizio dei dipendenti pubblici che accedano al pensionamento anticipato ai sensi dell’articolo 14 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4 (cosiddetta « quota 100 ») decorrano dal momento in cui il diritto al trattamento pensionistico sarebbe maturato in base alla pensione di vecchiaia o alle forme di pensione anticipata di cui all’articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 2014;
lo stesso articolo 23 prevede altresì la possibilità, per i soggetti che accedono al pensionamento con i requisiti della cosiddetta « quota 100 » o che accedono al trattamento pensionistico di vecchiaia o anticipato secondo le altre norme summenzionate, di richiedere una somma pari all’indennità di fine servizio maturata, mediante finanziamento bancario agevolato, nell’importo massimo di 30.000 euro;
in data 28 febbraio 1998 l’ente Poste italiane è stato trasformato in società per azioni; l’articolo 53, comma 6, della legge del 27 dicembre 1997, n. 449, con la finalità di provvedere alla liquidazione delle indennità di buonuscita maturata fino alla data del 28 febbraio 1998 dai lavoratori dell’amministrazione postale prima del passaggio di Poste italiane in società per azioni, stabilisce quanto segue: « A decorrere dalla data di trasformazione dell’Ente Poste Italiane in società per azioni (...) al personale dipendente della società medesima spettano (...) il trattamento di fine rapporto di cui all’articolo 2120 del codice civile e, per il periodo lavorativo antecedente, l’indennità di buonuscita maturata, calcolata secondo la normativa vigente prima della data di cui all’alinea del presente comma », ovvero che la prestazione debba essere calcolata sulla base dei valori retributivi utili in vigore al 28 febbraio 1998;
considerato che:
a tutti i dipendenti, sia pubblici che privati, viene riconosciuta la rivalutazione monetaria dell’indennità di buonuscita, essendo questa riconosciuta per legge;
ancora oggi l’importo della buonuscita viene liquidato ai lavoratori postali senza alcuna forma di rivalutazione;
tenuto conto che:
rispondendo all’interrogazione 5-11009 del 30 marzo 2017 presso la XI Commissione permanente della Camera il 18 maggio 2017, il Governo ha reso noto che i lavoratori postali in forza alla data del 28 febbraio 1998 erano 219.601, di questi 76.754 risultavano ancora dipendenti postali mentre agli altri 142.847 cessati dal servizio era già stata liquidata l’indennità di buonuscita non rivalutata dal 1998; l’ammontare della rivalutazione monetaria e degli interessi eventualmente riconoscibili a tutti gli interessati sarebbe pari a 907.261.000 euro, mentre l’ammontare complessivo delle indennità di buonuscita che dovranno essere liquidate fino al 2040 è di 939.972.000 euro;
il Governo con l’approvazione, durante l’iter legislativo della legge di Bilancio 2019, dell’O.D.G. G/981 sezione I/8/11 si è già impegnato, non dando seguito all’impegno, a prevedere atti normativi che consentano ai lavoratori di Poste italiane S.p.A. di usufruire di un costante aggiornamento del valore dell’indennità di buonuscita,
impegna il Governo
a valutare l’opportunità di prevedere, attraverso atti di propria competenza, misure che consentano ai lavoratori di Poste italiane S.p.A., sia a quelli cessati che a quelli ancora in servizio, di usufruire di un costante aggiornamento del valore dell’indennità di buonuscita, al pari di tutti gli altri lavoratori, sia pubblici che privati.

9/1637-AR/93. Zan, Serracchiani, Gribaudo, Carla Cantone, Lacarra, Lepri, Mura, Viscomi.

3 commenti:

  1. Purtroppo sembra di assistere ad un gioco delle parti. Quando si sta all'opposizione tutti stanno dalla nostra parte ma poi se si va al governo ci si dimentica di questa enorme ingiustizia perpetrata solo contro di noi. E' inaudito che l'unica nostra voce sia quella del Comitato che combatte da anni una battagli che spero non diventi come quella di Don Chisciotte contro i mulini al vento.

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  2. Non voglio fare il lamentone o il polemico a tutti i costi ma mi viene spontanea una domanda : dov'erano quelli del Pd dal 2011 al 2018 quando direttamente o indirettamente erano al governo del Paese ? Forse e' meglio svegliarsi tardi che mai, speriamo che quando ritocca a loro, tanto prima o poi gli ritocca e noi saremo sempre qui nel limbo, si ricordino di impegnare il LORO governo verso i postali defraudati.

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    Risposte
    1. Giusta osservazione.
      E i Sindacati? Eppure ce ne sono un bel campionario oltre ai classici sei firmatari di accordi nazionali.
      E i lavoratori che sono incestuosamente innamorati di mamma posta?

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