Dopo la votazione della fiducia alla Camera che ha vanificato molti emendamenti, tra i quali quello che ci riguardava, la Legge di Bilancio 2019 sarà in discussione al Senato. È possibile presentare emendamenti entro le ore 12 del 12/12/2018.
Vogliamo segnalare che - coerentemente con quanto ci disse nell'incontro che avemmo il 13/09/2018 - la Sen. Annamaria Parente ha presentato l'emendamento 1.1135 riportato di seguito.
Di questo la ringraziamo perché - oltre all'interrogazione presentata (ancora senza risposta) - anche questo obbliga il Governo ad affrontare il problema della mancata rivalutazione della Buonuscita dei postali e a fare una scelta.
Così come lo abbiamo chiesto alla Sen. Parente (e ad altri parlamentari che avessero voglia di starci a sentire) anche a te che ci stai leggendo questo post chiediamo di fare la tua piccola parte chiedendo al parlamentare e/o alla forza tua politica di riferimento di misurarsi con questo nostro problema.
A.S. 981
Art. 1.
Dopo il comma 147, aggiungere il seguente:
147-bis. Al fine di riconoscere gradualmente la
rivalutazione del trattamento di quiescenza sia dei lavoratori cessati che di
quelli ancora in servizio di Poste Italiane s.p.a., viene istituito un apposito
Fondo presso il Ministero dell'economia e delle finanze con una dotazione
finanziaria pari a 91 milioni di euro annui dal 2019 al 2027 e pari a 9 milioni
di euro annui dal 2028 al 2040.
147-ter. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, stabilisce le norme attuative per la rivalutazione di cui al comma 147-bis nel limite delle somme del predetto Fondo.
147-ter. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, stabilisce le norme attuative per la rivalutazione di cui al comma 147-bis nel limite delle somme del predetto Fondo.
Conseguentemente,
all'articolo 1, comma 139, sostituire le parole: "6.700 milioni di euro
per l’anno 2019, a 7.000 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2020,
2021 e 2022, a 6.999 milioni di euro per l’anno 2023 e a 7.000 milioni di euro
a decorrere dall’anno 2024" con le seguenti "6.609 milioni di euro
per l’anno 2019, a 6.909 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2020,
2021 e 2022, a 6.908 milioni di euro per l’anno 2023 e a 6.909 milioni di euro
a decorrere dall’anno 2024".
Brava Annamaria
RispondiEliminaRispetto all'emendamento Fassina questo mi sembra ancora piu' soft per i conti dello stato : ora non hanno proprio piu' scuse, non vengano a menarci la solita solfa dei conti dissestati dello stato.
RispondiEliminaRileggendo con piu' attenzione i 2 emendamenti forse mi accorgo che piu' o meno si equivalgono, comunque resta il fatto che si arriverebbe al 2040 e la cifra spalmata in 21 anni non manderebbe di certo in bancarotta i conti dello stato. Sono ben altre le spese che ci scassano i conti.
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