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domenica 26 ottobre 2025

TFS e Legge di Bilancio. Promesse disattese

Nel testo presentato al Senato la promessa più volte ribadita dal Governo di ridurre i tempi di attesa del Trattamento di Fine Servizio come da sentenze della Corte Costituzionale restano disattese.


Quelli del bicchiere mezzo pieno diranno che 3 mesi in meno è sempre meglio di niente e gli imbonitori lo ripeteranno a pappagallo.
Peccato che il resto della norma rimanga tale e quale ed i tempi di attesa della pensione posano essere ancora superiori ai 5 anni e che l'età pensionabile (oggi di 67 anni) dal primo gennaio sarà aumentata di altri 3 mesi. Infatti non si parla della tanto promessa sterilizzazione degli aumenti previsti per l'aumento dell'età pensionabile (aspettativa di vita).

Il testo della LDB 2026 appena giunto al Senato è emendabile.  
Chi se ne incaricherà? E come? 


venerdì 24 ottobre 2025

TFS IN LEGGE DI BILANCIO

Abbiamo atteso qualche giorno dalle anticipazioni circolate sul TFS nella Legge di bilancio per il 2026.

La sbandierata decisione di pagare il TFS (Buonuscita) entro 3 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro ci pareva una stonatura. Non perché sia impossibile, tutt’altro, ma perché sembrava essere contro corrente.

Abbiamo fatto bene.

Leggeremo quanto sarà effettivamente scritto quando il testo definitivo giungerà al Senato. Per ora circolano le cosiddette “precisazioni” come si legge in un articolo di BusinessOnline

 Uno degli interventi principali della Manovra 2026 riguarda il processo di liquidazione delle indennità di fine rapporto per i lavoratori del comparto pubblico. Il nuovo testo dispone che, dal 2027, il pagamento della prima rata del TFS/TFR venga effettuato entro nove mesi dalla cessazione del servizio invece che nei dodici mesi precedentemente previsti. Le modifiche previste sono dunque le seguenti:

  • Riduzione dei tempi minimi di attesa per la prima rata da 12 a 9 mesi
  • Manutenzione delle dilazioni rateali per importi elevati, con scadenze estese anche oltre i due anni
  • Anticipazione delle attese anche per il TFS, storicamente afflitto da lunghi tempi di erogazione.

Dalla proposta iniziale al testo definitivo: il peggioramento delle condizioni per i dipendenti pubblici

Durante la fase iniziale di elaborazione della Manovra, erano state ipotizzate soluzioni maggiormente favorevoli per il personale statale in uscita. In particolare, si era discusso della possibilità di ricevere anticipatamente una prima quota della liquidazione fino a 50.000 euro entro tre mesi dal pensionamento. Tuttavia, questa proposta non è stata inclusa nella versione definitiva della legge, per cui:

  • L’anticipo significativo della liquidazione resta escluso: solo una moderata riduzione dei tempi
  • Dipendenti pubblici ancora assoggettati a una tempistica rateale per la quota eccedente
  • Nessun reale adeguamento delle condizioni rispetto al settore privato

Il peggioramento percepito deriva dal confronto con le promesse iniziali e l’assenza di una piena estensione delle agevolazioni ipotizzate.

Conseguenze per i lavoratori statali: potere d’acquisto, aspettative e reazioni sindacali

L’applicazione della nuova normativa incide direttamente sulle risorse che i neo-pensionati del pubblico impiego possono effettivamente pianificare e utilizzare dopo la cessazione del servizio. L’attesa di nove mesi, seppure ridotta rispetto al passato, continua a determinare incertezza e talvolta disagio, specialmente per chi faceva affidamento su una liquidità più immediata e per importi consistenti perché implica:

  • Erosione del potere d’acquisto dovuta all’inflazione e al differimento delle somme attese
  • Impatto sulle scelte di spesa e investimento dei pensionandi
  • Frustrazione per il mancato rispetto delle aspettative generate durante la discussione della riforma

Le principali sigle sindacali hanno espresso forte disappunto: li mancato anticipo del pagamento del TFS/TFR, come annunciato, e la persistenza di lunghe attese sono viste come fattori di arretramento per la competitività e l’attrattività delle carriere nella pubblica amministrazione. Rispetto al settore privato, la pubblica amministrazione viene ulteriormente penalizzata dalla permanenza di un sistema meno favorevole sul piano della gestione del fine rapporto.

(Fonte)

giovedì 9 ottobre 2025

Nuova interrogazione dell'On. Fabrizio Benzoni - Azione


Nuova interrogazione dell'On. Fabrizio Benzoni (AZ-PER-RE) cofirmata dal'On. Antonio D'Alessio (AZ-PER-RE).

Con rinnovato impegno gli On. Benzoni e D'Alessio tornano a presentare un'interrogazione al Ministro del Lavore e delle Politiche Sociali su mancata rivalutazione Buonuscita dei Postali dal 28/02/1998 riprendendo l'argomento là dove era stato lasciato dopo la risposta del Sottosegretario Durigon all'interrogazione a risposta immediata in commissione XI-Lavoro, sempre dell'On. Benzoni, del 30-11-2023. 

Da allora abbiamo scritto al Sottosegreatario Durigon chiedendogli un incontro nel merito e sottoporgli alcune ipotesi di soluzione. Abbiamo più volte telefonato alla sua segreteria per avere una risposta e reiterato la richiesta di incontro. NULLA.

Nulla neppure a seguito delle parole rassicuranti, in questo senso, avute successivamente all'incontro con l'On. Simona Bordonali (Lega).

Questa nuova interrogazione evidenzia anche le criticità seguite all'attacco informatico al sito delle GCFBuonuscita chie ha compromesso anche l'area riservata, tuttora non ripristinata.

Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-06071
presentato da
BENZONI Fabrizio
testo di
Martedì 7 ottobre 2025, seduta n. 543 

BENZONI e D'ALESSIO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

nel corso dell'attuale legislatura, il Ministro interrogato è stato destinatario di numerose interrogazioni parlamentari – in entrambi i rami del Parlamento e provenienti da opposti e differenti gruppi – sul tema del mancato aggiornamento del valore dell'indennità di buonuscita maturate sino al 28 febbraio 1998 dai lavoratori postali;

l'unica ad aver ricevuto risposta è stata presentata dai presenti interroganti nel novembre 2023 nell'ambito di un
question time in Commissione lavoro (n. 5-01679). In sede di risposta, il Sottosegretario Durigon concludeva dicendo che: «la vicenda esposta (...) è meritoria di attenzione da parte del Governo» seppur riconoscendo quanto, l'ipotesi di aggiornamento del valore dell'indennità di buonuscita, comporterebbe, unitamente alla modifica dell'attuale disciplina in materia di buonuscita, l'allocazione di ingenti risorse finanziarie, la cui possibilità di reperimento è da valutarsi alla luce dell'attuale quadro congiunturale e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica;

come fatto notare in sede di replica, appare paradossale che sia stata, di fatto, congelata l'indennità di buonuscita di circa duecento mila dipendenti postali considerato che la prestazione viene calcolata sulla base dei valori retributivi utili in vigore al 28 febbraio 1998, a differenza di quanto avviene per gli altri lavoratori pubblici e privati;

tale discriminazione si protrae da anni e, come gli interroganti hanno avuto modo di apprendere, il Sottosegretario Durigon e altri organi ministeriali, nel corso dell'ultimo anno, avrebbero ricevuto direttamente numerose segnalazioni e sollecitazioni da parte dei cittadini coinvolti volte a chieder seguito di quanto pronunciato dal Sottosegretario in merito all'attenzione che il Governo riserva alla problematica. Tuttavia, non hanno ricevuto alcuna risposta concreta o proposta di soluzione. Ogni tentativo di interlocuzione, anche per il tramite di parlamentari appartenenti a diversi schieramenti e di rappresentanze sindacali, non ha sortito alcun esito;

in aggiunta si segnala che il sito web della gestione commissariale del Fondo buonuscita, istituito specificamente per i lavoratori di Poste italiane, nel novembre 2024 è stato oggetto di un attacco informatico che ha compromesso l'accesso all'area riservata, tuttora non ripristinata. Tale circostanza, che tuttora persiste, ha determinato notevoli disagi per gli iscritti e incertezza in ordine alla gestione dei dati personali;

la condizione di grave incertezza e disparità di trattamento rispetto ad altre categorie di lavoratori che continua a persistere necessita di essere risolta. Si osserva, inoltre, che l'onerosità dell'intervento è dipesa anche dal protrarsi, negli anni, del blocco della rivalutazione della buonuscita pertanto, continuare a rimandare una concreta iniziativa risolutiva, renderà sempre più ingenti le somme necessarie alla rivalutazione della buonuscita di tutti coloro che ne hanno diritto, anche considerando la maturazione degli interessi su tali importi –:

se – qualora non fosse possibile promuovere iniziative normative al fine di riconoscere la rivalutazione del trattamento di quiescenza sia dei lavoratori cessati che di quelli ancora in servizio di Poste italiane – non si intenda fornire una risposta risolutiva ai cittadini e alle cittadine coinvolti;

quali iniziative di competenza si intendano adottare per garantire la piena funzionalità e sicurezza del sito della Gestione commissariale del Fondo buonuscita;

se si ritenga opportuno convocare in tempi brevi un tavolo di confronto con le rappresentanze dei lavoratori interessati, al fine di individuare soluzioni concrete e condivise a una problematica che si protrae da anni.

(4-06071)