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Per comunicazioni scrivi a: buonuscitapt@gmail.com

martedì 31 maggio 2016

Le firme raccolte?

Vi avevamo chiesto di sottoscrivere la richiesta all'On. Cesare Damiano - presidente della Commissione Lavoro della Camera - per chiedere la riaprire della discussione in Commissione per trovare una soluzione accettabile e condivisa di questo problema.
Bisogna dare seguito agli impegni assunti con le risoluzioni:
7/00707 (poi 8/00153) del 24-01-2006 (14^ legislatura – Commissioni Lavoro e Trasporti della Camera)
- 7/00635 del 6/11/2012 (16^ legislatura – Commissione Lavoro della Camera)

Le firme raccolte vanno spedite
- preferibilmente in raccomandata - 
al seguente indirizzo:
Comitato Buonuscita PT
c/o Beppe Zani
Via G. Di Vittorio, 3
25040 Corte Franca - BS

Per informazioni: buonuscitapt@gmail.com 

La prima risposta: SLP-CISL

La risposta della SLP-CISL
Il 13 maggio 2016 scrivemmo alle organizzazioni sindacali sia nazionali che della categoria dei postali.
Questa è la prima risposta scritta giunta ad uno dei firmatari di quella lettera.


Ogg: re - Signor Giuseppe Zani
25-mag-2016

DIPARTIMENTO PREVIDENZA

In merito a quanto ricevuto dal Comitato Buonuscita P.T., si fa presente, come già evidenziato nel colloqui precedenti, che questa Organizzazione ha seguito il problema sin dal 1998, attraverso la complessa procedura legislativa e giudiziaria che ha avuto per oggetto la nota vertenza.

Come ben saprai, l’esito è stato sempre negativo anche se le motivazioni addotte per rigettare la richiesta rivalutazione non solo non ci hanno convinto, ma riteniamo rappresentino una profonda ingiustizia.

Ciò nondimeno seguitiamo a tener presente ogni possibile eventualità pe rilanciare e sostenere una sacrosanta vertenza, ma ben consapevoli delle difficoltà che si frappongono ad un esito positivo.

Cordiali saluti

LA SEGRETERIA GENERALE

È stata richiesta la disponibilità ad un incontro

martedì 24 maggio 2016

Entriamo in questo dibattito: ne abbiamo titolo

Pensione d'ufficio in anticipo per statali in esubero, ma con Buonuscita dopo 4 anni?

Si allontana la buonuscita per i dipendenti del pubblico impiego collocati d’ufficio in prepensionamento per i casi di esubero.Entro il 31 dicembre del 2016 le Amministrazioni Pubbliche e gli Enti possono utilizzare il prepensionamento per il personale in esubero. Non si tratta di una scorciatoia offerta ai lavoratori per scavalcare i pesanti inasprimenti della Legge Fornero, ma solo di un provvedimento che agevola gli Enti che si trovano, nell’ottica della spending review e del taglio di spesa, a ridurre il personale che quindi risulta essere in esubero. Un caso eclatante è quello delle Province, che con le nuove norme sul loro riordino e sulla loro chiusura, hanno numerosi dipendenti in esubero da ricollocare in altri Enti o da prepensionare. La pensione d’ufficio quindi è un istituto sfruttabile entro fine anno ma questo, crea il problema del TFS, la liquidazione da dare ai lavoratori che cessano il servizio.
Ricollocazione dei lavoratori in esubero e quiescenza in anticipo

Il mondo dei lavoratori statali è un universo a se stante, diverso dagli altri e quindi spesso ci si trova a ragionare con interventi legislativi e provvedimenti vari che riguardano solo questi soggetti. La data del 31 marzo scorso è stata molto importante perché è concisa con la pubblicazione degli elenchi di posti di lavoro vacanti e quindi disponibili, da parte degli Enti pubblici, che dovevano riassorbire i lavoratori fuoriusciti dalle province e dalle città metropolitane. A dire il vero, i posti disponibili sono risultati essere maggiori dei dipendenti da ricollocare, ma la necessità dei tagli alla spesa pubblica e le problematiche di trasferimento dei dipendenti, spingono a considerare per molti lavoratori il cosiddetto prepensionamento.

Le regole attive oggi per la pensione degli statali, sono state modificate da nuove norme previste dai DL 101/2013 e 90/2014 nonché da una circolare del Ministero della Funzione Pubblica. Viene soppressa la possibilità del mantenimento in servizio offerto dalla Fornero ed utilizzato dai dipendenti per far salire il montante contributivo e quindi la pensione e viene data la possibilità a coloro che hanno raggiunto i quota 96 al 31 dicembre 2011, di essere collocati in prepensionamento anche a 62 anni qualora l’Ente per cui lavorano lo consideri necessario. In definitiva un lavoratore potrebbe essere messo a riposo prima dei 66 anni e 7 mesi attualmente necessari o ai 65 anni del limite ordinamentale di trattenimento in servizio se si sono già raggiunti i requisiti contributivi.
Il problema è che il Trattamento di Fine Servizio si allontana

Da un lato il prepensionamento potrebbe essere una specie di “manna dal cielo” per gli Enti bisognosi di tagliare la spesa e per i lavoratori che vedrebbero scongiurato il pericolo che, essendo in esubero presso un Ente, verrebbero trasferiti in altri posti di lavoro magari a diversi km da casa. Un problema però sarebbe la buonuscita dei lavoratori, il TFS (trattamento di fine servizio), la liquidazione che tocca ai dipendenti quando lasciano il lavoro. Le regole per l’incasso del TFS infatti restano le stesse di prima e cioè la buonuscita viene erogata dopo 6, 12 o 24 mesi a seconda che si maturi un diritto alla pensione di vecchiaia prima o dopo il 2013 o a quella anticipata per raggiunto limite massimo contributivo. Il nodo della questione sta nel fatto che nonostante si possa ottenere la pensione anticipata in maniera unilaterale, cioè voluta dall’Ente, l’erogazione del TFS non prevede anticipo.

Infatti la data di inizio da cui partiranno i 6, 12 o 24 mesi non sarà quella della uscita dal lavoro, ma quella in cui si sarebbe usciti senza prepensionamento. In definitiva, significa che in lavoratore in esubero dalle province, che nel 2016 venga collocato a riposo d’ufficio con due anni di anticipo rispetto al 2018 (quando avrebbe maturato i requisiti per l’uscita normale), non percepirà la buonuscita nel 2018, ma nel 2020. Anzi, percepirà solo una rata delle tre con cui è prevista l’erogazione. Le altre due le percepirà nel 2021 e nel 2022.

FONTE

domenica 22 maggio 2016

Non basta aver ragione, bisogna farla valere. Insieme.

Aderisci al comitato!
Su Facebok c'è una presenza sempre più maggiore. Significa che molti di noi sono interessati a leggere le notizie sulla Buonuscita e a loro modo aderiscono a questa battaglia per far emergere l'argomento.
Questo è bene. 
Ma a noi interessa AVERE PERSONE FORTEMENTE MOTIVATE, disposte ad aderire e far crescere il comitato 

Ribadiamo:
- Non chiediamo soldi.
(a beneficio dei dietrologisti) Non siamo emanazione di... ma un gruppo di scopo.
- Non siamo il Messia e quindi non facciamo miracoli, né vogliamo alimentare illusioni.
Vogliamo provare a cambiare le cose. INSIEME. Con chi ci sta.

Ci muove la certezza di aver ragione.
Tra di noi ci sono anche alcuni esodati, che, oltre a quella condizione subiscono anche questa mancata rivalutazione. 
Le nostre giuste ragioni devono essere fatte valere

Il numero delle adesioni al Comitato devono aumentare.
Le adesioni sono l'impegno personale di ciascuno, la testimonianza diretta di una volontà di lotta per superare questa ingiustizia.
Dobbiamo far emergere il problema della rivalutazione della nostra Buonuscita bloccata al 28 febbraio 1998 (solo i dipendenti postali non hanno avuto questa rivalutazione).

Dopo 18 anni è ora di organizzare una visibilità.

Per questo abbiamo preparato questo blog di riferimento: 

Il momento di agire è questo.

Molti hanno preso coraggio nel sapere di essere parte di un'azione comune e, per esempio,
- ha scritto a giornalisti di carta stampata e di trasmissioni TV;
- ha firmato e fatto firmare la petizione cartacea ad Presidente della commissione Lavoro della Camera, On. Cesare Damiano;
- ha pubblicizzato presso i propri colleghi l'esistenza del comitato.
- ha aderito alle manifestazioni per rendere visibile questa ingiustizia riservata ai dipendenti postali

Lamentarsi stando alla finestra non serve ed è pure frustrante.
La lotta si fa mettendoci la faccia e le energie.

Si aderisce al comitato scrivendo a: buonuscitapt@gmail.com comunicando:
L'adesione è personale e si concretizza comunicando i seguenti dati: 
Nome - Cognome indirizzo Provincia telefono cell e.mail – Sei Attualmente dipendente? - Sei stato dipendente fino al...
Chi ci si mette, poi, deve anche remare.


venerdì 20 maggio 2016

A testa alta!

Il Comitato Buonucita PT ha aderito alla manifestazione nazionale dei pensionati CGIL-CISL-UIL con alcuni ex colleghi postali.
Lo hanno notato Sara Mariani, giornalista di Agorà  (frammento da 1:40:15 a 1:43:00) durante il collegamento in diretta con la trasmissione e Davide Colella, giornalista di "Radio Articolo1" della CGIL che ha intervistato un ex dipendente postale esodato.






martedì 17 maggio 2016

Matteo non risponde


Questa e-mail è una riproposizione di pochi giorni fa, non avendo mai ricevuto riscontro alle precedenti.
Cordiali saluti
A: <matteo@governo.it> 
Ogg: I: Buonuscita dipendenti Poste Italiane.

Data: 12-mag-2016

Ripropongo l'allegata nota, auspicando una risposta che, da cittadino italiano che paga tutte le tasse che ci sono e non ci sono, ritengo mi sia dovuta, qualunque essa sia, anche se me la immagino negativa. E non certo nel merito, ma solo perché non ci sono soldi. Per noi......
E se è stato giusto andare avanti per legiferare sui diritti civili, a prescindere da qualche "vendetta" minacciata in termini elettorali o in tempi di prossimo referendum, ritengo sia altrettanto giusto rendere GIUSTIZIA ai dipendenti di poste che, categoria unica in Italia - ha la Buonuscita NON rivalutata dal 1998!!!!!!!!!
Il silenzio non è da Capo di un Governo.
Io aspetto.
Grazie
Claudio Aliberti.



Il testo dell'allegato
18 anni e 18 giorni
La buonuscita dei dipendenti postali è bloccata - senza rivalutazione - dal 28 febbraio 1998.

Al sig. Capo del Governo,

da lavoratore e da cittadino italiano chiedo di conoscere la posizione del Governo riguardo alla grave ingiustizia che da oltre 18 anni si sta perpetrando a danno dei dipendenti postali.

In breve, la storia è questa:
·    Si chiama Buonuscita la cosiddetta “liquidazione” (trattamento di quiescenza) dei dipendenti pubblici, TFR per i privati. I dipendenti postali coinvolti sono circa 180.000.
·    Fino al 28-02-1998 Poste rimane pubblica (prima statale e successivamente Ente Pubblico Economico) e poi diventa una SPA (regime privatistico). Lo decide la legge finanziaria per il 1998 - Art 53 della Legge 27 dicembre 1997, n. 449.
·    L’ordinamento contrattuale si adegua. I dipendenti transitano da un regime all’altro senza che ci sia una cessazione del rapporto di lavoro: sono oggetto e non soggetto delle decisioni.
·    Per effetto di questa continuità, la Buonuscita non viene liquidata al lavoratore, ma neppure viene inglobata nel nuovo TFR in maturazione dal 1 marzo 1998.
·    Rimane invece “cristallizzata” fino alla risoluzione del rapporto di lavoro con Poste SPA e il lavoratore potrà percepirla solo dopo 2 anni. - DL 13 agosto 2011, n. 138 - Governo Berlusconi.
·    Il tutto SENZA INTERESSI, SENZA ALCUNA FORMA DI RIVALUTAZIONE monetaria.
·    Tra chi è transitato dal “pubblico” al “privato”, questo “trattamento di favore” è stato riservato solo ai dipendenti di Poste. Non è stato così, ad esempio, per i ferrovieri.
·    Penso sia sufficientemente chiaro a chiunque che un importo corrispondente, poniamo, a 10.000 €uro del 1998 NON HA LO STESSO POTERE D’ACQUISTO DOPO 18 ANNI.
·    Lo capiscono tutti, tranne il legislatore, la Cassazione e la Corte Costituzionale che ritengono corretto questo trattamento discriminante e discriminatorio nei riguardi di una sola categoria di lavoratori.
·    Qualcuno potrebbe pensare che siamo dei mitomani, che non la stiamo raccontando giusta, ma siamo in Italia ed è tutto purtroppo vero, semplicemente ed incomprensibilmente vero.
·    Lo testimoniano anche le numerose interrogazioni parlamentari presentate in questi anni da parlamentari di maggioranza e di opposizione, reiterate ad ogni cambio di Ministro e puntualmente decadute ad ogni fine di legislatura.
·    Il 24-1-2006 (XIV legislatura) e il 6-11-2012 (XVI legislatura) sono state approvate risoluzioni in Commissione Lavoro che impegnavano il Governo a risolvere questa questione, oggetto di numerosi contenziosi giudiziari, ma la fine della legislatura…
·    Nell’attuale XVII legislatura sono state presentate altre interrogazioni.
·    A quella dell’on Berretta (PD) il Governo, Comprendendo la ratio dell’interrogazione, molto superficialmente dice che non ci sono i soldi. "Si osserva al riguardo che, pur volendo tenere nella più adeguata considerazione tali istanze, il loro pieno accoglimento comporterebbe, unitamente alla modifica dell'attuale disciplina in materia di buonuscita, l'allocazione di ingenti risorse finanziarie, la cui possibilità di reperimento deve essere valutata alla luce dell'attuale quadro congiunturale”. Affermazione non sostenuta da alcuna quantificazione. Cioè: “servono soldi che non abbiamo”. Senza sapere, però, quanti.
·    Ma quei soldi sono nostri! Più è grossa la cifra, più è grande il danno che stiamo subendo. Ma poi… neanche un accenno ad un tentativo di proporre una soluzione “intermedia”, di compromesso, di buona volontà…...
·    Forse la norma sarà legittima e costituzionale, ma sicuramente INGIUSTA. La decisione di cambiare la forma del rapporto di lavoro non è stata nostra. Se fossi stato solo dipendente pubblico o solo dipendente privato avrei ricevuto un certo importo a titolo di liquidazione: perché la somma dei due tronconi non si avvicina neanche lontanamente?

Non è perché non ci sono soldi in cassa, un intero esercito di lavoratori deve essere discriminato: una onesta gestione e amministrazione della “res publica” eviterebbe corruzioni, collusioni, evasione fiscale, vitalizi, pensioni d’oro e stipendi stratosferici agli amministratori pubblici per rendere giustizia all’intero popolo della nazione, in senso generale.
Quale che sia, spero in un riscontro, anche e solo per sapere cosa ne pensa al riguardo il Capo del Governo.
Distinti saluti

Mirano 01/05/2016                                                                                                Claudio Aliberti

                                                                                                                                   Originale firmato

domenica 15 maggio 2016

Il Sen. Aldo Di Biagio risponde

Il Sen. Di Biagio risponde ad un componente del nostro Comitato
12 maggio 2016

Sollecitato da un componente del nostro Comitato e da una e-mail dell'ex parlamentare PD Lucia Codurelli, il Sen. Aldo Di Biagio (AP) assume un impegno che va oltre la sua interrogazione
Lo ringraziamo.
Pubblichiamo e-mail e risposta perché vogliamo sottolineare questo atteggiamento positivo.
Dovremo chiedere un rinnovato impegno anche agli altri parlamentari firmatari di interrogazioni sulla Buonuscita dei dipendenti postali.

La e-mail
Buongiorno Senatore Di Biagio,
Vista la Sua preziosa interrogazione sul problema della Buonuscita dei dipendenti postali, Le chiedo se può metterci in contatto col sottosegretario Sen. Massimo Cassano (pure di AP) che - a nome delGoverno - ha risposto sullo stesso tema all'interrogazione di Giuseppe Berretta (PD) http://buonuscitadeipostali.blogspot.it/2016/03/risposta-del-governo-interrogazione-di.html
Personalmente sarò a Roma nel tardo pomeriggio del il 18 maggio 2016 e ci starò anche tutta la mattinata del 19. Se fosse possibile usare di questa opportunità tanto meglio, altrimenti va bene per qualunque altra occasione verrà proposta.
Grazie.
Beppe Zani


Scrive anche Lucia Codurelli 
Buongiorno Senatore, non so se ti ricordi di me, sono Codurelli ed eravamo in commissione lavoro entrambi e avevamo condiviso delle battaglie assieme. Per questo sono a chiederti di insistere su questa vicenda della buonuscita dei postali, perché è una vera e propria ingiustizia.  
La risoluzione n. 7-00635 a mia prima firma si era conclusa con un impegno e su questo occorre insistere. Un incontro con il sottosegretario è a mio avviso fondamentale al fine di far capire il problema creato, diversamente le risposte vengono predisposte dai funzionari e sono sempre le stesse.
Confido nella tua disponibilità e ti invio caloroso saluto unito agli auguri per un buon lavoro. 
Lucia Codurelli 
- Teglio - SO


La risposta
Buongiorno, 
certamente continuerò a sostenervi e sarà mia cura favorire un contatto con il sottosegretario Cassano per affrontare e approfondire la questione. Vi terrò aggiornati sugli sviluppi.
Cordiali saluti
Aldo Di Biagio


venerdì 13 maggio 2016

Alle OO.SS Sindacali

Alle Organizzazioni Sindacali

13 maggio 2016

Oggetto: Buonuscita dei dipendenti postali non rivalutata dal 28-02-1998
Siamo dipendenti ed ex dipendenti postali. In premessa, vi comunichiamo di aver costituito un Comitato, denominato “Buonuscita PT”.
Lo scopo di tale Comitato è quello di vedere riconosciuto il diritto alla rivalutazione della cosiddetta Buonuscita, bloccata al febbraio 1998, allorquando si passò dal regime pubblico a quello privato, per effetto dell’art. 53 della legge 27 dicembre 1997, n. 449 (Legge finanziaria).
Come certamente si ricorderà, da allora, è iniziata una lunga battaglia legale, con sentenze di segno diverso, ma che alla fine hanno visto i ricorrenti soccombere di fronte a tre pronunciamenti contrari della Cassazione e due della Corte Costituzionale.
Tuttavia nessuno ha spiegato perché, tra tutti gli ex dipendenti pubblici, solo ai postali sia stata impedita qualsiasi forma di rivalutazione della Buonuscita, a differenza, ad esempio, dei ferrovieri che, come noi, sono passati dal “pubblico” al “privato” senza interruzione del rapporto di lavoro. La discriminazione appare evidente a parità di fattispecie! Ma sarebbe egualmente tale a confronto di tutti i lavoratori, pubblici o privati che siano!
I pronunciamenti contrari non hanno fatto venir meno i principi di equità e giustizia per i quali alcuni si sono battuti coinvolgendo i parlamentari che in ogni legislatura hanno presentato interrogazioni e/o proposto il tema all’ordine del giorno nelle commissioni parlamentari.
Per due volte sembrava fossimo vicini alla soluzione politica, segno evidente che anche il legislatore, in tempi diversi, ha riconosciuto la fondatezza delle nostre rivendicazioni; infatti il 24-1-2006 (XIV legislatura) e il 6-11-2012 (XVI legislatura) sono state approvate due apposite risoluzioni in Commissione Lavoro che impegnavano il Governo a porre rimedio, una volta per tutte, a questa palese, ingiusta ed ingiustificata situazione.
Le succitate risoluzioni sono sempre state precedute dall’audizione delle Organizzazioni Sindacali dei dipendenti Postali. In entrambi i casi, purtroppo, la fine delle rispettive legislature ha azzerato anche l’azione e gli impegni del Governo, in particolare in quella scorsa.

Siamo consapevoli che, da soli, non riusciremo mai a farcela; non riusciremo a vedere riconosciuto il nostro sacrosanto diritto, come per tutti gli altri lavoratori, se non attraverso il vostro necessario, imprescindibile, autorevole ed auspicato impegno al nostro fianco, per riaffermare sin da subito i nostri principi, le nostre ragioni e rendere finalmente giustizia, su questo, al “popolo postale”.
Allo stato attuale, al di là della buona volontà e l'impegno, esplicitato attraverso interrogazioni ad hoc da parte di alcuni parlamentari di estrazione politica diversa e trasversale (PD e M5stelle alla Camera, AP al Senato) siamo ancora al punto di partenza, con la conseguenza che, ad esempio, 10.000 Euro di Buonuscita maturati al 28 febbraio 1998, oggi, valgono 1/3 in meno solo per effetto dell’inflazione. Il danno è naturalmente tanto più grande quanto più il momento delle dimissioni è lontano dal 1998.
Riteniamo tutto ciò veramente assurdo. A distanza di tanto tempo, non riusciamo a farcene una ragione e non accettiamo di subire come semplice fatalità ciò che è invece solo un vero e proprio atto di indicibile prepotenza, perpetrato da parte di chi gestisce il potere nei confronti della parte più debole della società: i lavoratori.
Vi chiediamo di stare tutti uniti e schierati dalla nostra parte.
I problemi della quotidianità possono indurvi a pensare che questa non sia una priorità, perciò vi proponiamo di costituire una sorta di cabina di regia fatta di persone motivate che si occupino di questo.
Il tempo stringe. Mancano solo due anni alla fine della legislatura e questo limita fortemente il tempo utile per qualsiasi azione si voglia fare, perché con il cambio di legislatura bisognerà ricostruire tutti i rapporti.
In quanto ad azioni, ne saprete certamente più e meglio di noi. Tuttavia riterremmo che un vostro prioritario, unitario e congiunto intervento dovrebbe cominciare con una richiesta di un incontro col MISE, con all’OdG l’argomento della nostra “Buonuscita”.
Ringraziamo sentitamente per l’attenzione che vorrete riservare alla presente. In ogni caso, vi chiediamo cortesemente di volerci dare un riscontro, anche negativo, a questa nostra richiesta, al fine di percorrere, eventualmente altre strade, perché, noi del Comitato, non ci daremo mai per vinti, anche a costo di porre in essere azioni non convenzionali, ma tali da suscitare l’interesse dell’opinione pubblica, dei mass media e dei nostri governanti.

Distinti saluti.

Seguono firme

mercoledì 11 maggio 2016

Scriviamo a tutti

In tema di Buonuscita alcuni di noi continuano a scrivere per interessare, otre ai giornalisti, anche a vari membri delle Istituzioni, dal singolo parlamentare alla più alta carica dello Stato. In questo ultimo caso si scrive direttamente sul Sito della Presidenza della Repubblica
Ecco la risposta pervenuta ad un membro del comitato.