I Consiglieri Regionali della Puglia hanno votato all'unanimità il ripristino della loro Buonuscita.
Per noi postali, invece, la Politica non c'è.
Solo la nostra Buonuscita-TFS resta senza rivalutazione dal 28/02/1998.
Puglia, i consiglieri
regionali si fanno da soli
il regalo di Ferragosto:
una "buonuscita"
da 4 milioni di euro
di Isabella Maselli
Maggioranza
e opposizione hanno votato all'unanimità il ripristino di una indennità abolita
nel 2013: l'assegno di fine mandato. L'aula ha dato il via libera all'effetto
retroattivo, recuperando l'intera somma risparmiata
05 AGOSTO 2021
Un regalo di Ferragosto da quasi quattro milioni di euro. È quello che si sono
fatti i consiglieri regionali della Puglia, con un emendamento approvato all'unanimità
nell'ultima seduta prima della pausa estiva. Un emendamento "per articolo aggiuntivo"
con la firma di tutti i capigruppo, di maggioranza e opposizione, inserito nel ddl
sui debiti fuori bilancio che in aula non è stato esplicitato nei contenuti né oggetto
di discussione.
Per comprendere il senso politico di questa scelta è necessario tornare al novembre
2012, quando l'allora governo regionale guidato da Nichi Vendola votò per l'abolizione
dei vitalizi e, con la stessa norma, abolì l'istituto dell'assegno di fine mandato
con decorrenza dal primo gennaio 2013. Con effetto retroattivo, quindi recuperando
tutto quello che fino ad oggi la Regione ha risparmiato, l'indennità è stata ora
ripristinata, proprio a partire dal primo gennaio 2013.
A fine mandato a consiglieri e assessori spetteranno circa 35 mila 500 euro
per l'intera legislatura (pari all'indennità mensile lorda di 7.100 euro moltiplicata
per gli anni di mandato). Considerando che i consiglieri sono 50 (fino al 2015 erano
70) e gli assessori dieci, l'esborso totale per le casse regionali per questi 8
anni si aggira intorno ai 4 milioni di euro.
Una norma che sarebbe passata inosservata se a sollevare la polemica, giorni
dopo l'approvazione, non fosse intervenuta la consigliera pentastellata Antonella
Laricchia, che a quella seduta era assente. Mentre tutti gli altri, da Fratelli
d'Italia al Pd, passando per Lega e lo stesso Movimento 5 Stelle, tutti firmatari
dell'emendamento, parlano di "misura riconosciuta in tutte le Regioni"
che ogni consigliere legittimamente "come ogni lavoratore percepirà alla fine
del mandato". "I lavoratori sono
tutti uguali, compresi noi" conferma il leghista Davide Bellomo. I grillini
pugliesi annunciano però che "sarà ridotta - dice la capogruppo Grazia Di Bari
- come avviene per le indennità che percepiamo da consigliere".
Ma la collega di partito grida comunque allo "scandalo". "Non
si tratta di una normale liquidazione, come stanno cercando di far passare - dice
Laricchia - , dal momento che i soldi saranno versati solo dalla Regione, mentre
normalmente sono i lavoratori ad accantonare una quota mensile del loro stipendio
per il tfr. Uno scandalo, specie in un momento di crisi economica come quella che
stiamo vivendo, dovuta alla pandemia, in cui tanti cittadini hanno perso il lavoro
e non riescono ad arrivare a fine mese. La
politica invece di trovare i soldi per loro li ha trovati per se stessa".
Le fa eco l'ex consigliera e assessora regionale Elena Gentile, che ha seduto
tra i banchi della Regione Puglia fino al maggio 2014, quando poi fu eletta all'Europarlamento:
"Non ne capisco le ragioni. Con convinzione votai all'epoca per l'abolizione
e resto coerente con quella scelta". E oggi, che potrebbe diventare beneficiaria
di questa reintrodotta indennità, nel suo caso poche migliaia di euro, ammette che
potrebbe "non accettarla, oppure usarla per qualche iniziativa sociale".
Fonte: La Repubblica