L'on. Renata Polverini - FI, Vice Presidente della Commissione Lavoro della Camera, è stata di parola.
L'impegno preso durante l'incontro avuto il 17/01/2019 con esponenti del nostro Comitato, ha trovato gambe nella risoluzione di cui è prima firmataria e sottoscritta da altri parlamentari di FI: Gelmini, Zangrillo, Mulè, Rosso, Rotondi e Scoma.
Atto Camera
Risoluzione in commissione 7-00162
presentato da
POLVERINI Renata
testo di
Venerdì 25 gennaio 2019, seduta n. 114
La XI Commissione,
premesso che:
Poste Italiane in data 28
febbraio 1998 veniva trasformata da ente pubblico economico a società per azioni.
Ciò ha comportato che per la liquidazione del trattamento di quiescenza, comunemente
nota come indennità di buonuscita, dei dipendenti di Poste Italiane il calcolo si
sarebbe basato sui valori retributivi utili in vigore alla medesima data, ai sensi
dell'articolo 53, comma 6, della legge del 27 dicembre 1997, n. 449 (stabilità 1998),
ed escludendone quindi l'assoggettamento a rivalutazione;
ai sensi della normativa
vigente a tutti i dipendenti, siano essi del settore privato o pubblico, è riconosciuta
la rivalutazione monetaria della cosiddetta indennità di buonuscita, ciononostante
ancora oggi il trattamento di quiescenza dei lavoratori postali viene liquidato
senza alcuna forma di rivalutazione;
nel corso della XIV legislatura
con l'approvazione della risoluzione conclusiva in Commissione n. 8/00153 del 24
gennaio 2006, il Governo Berlusconi si impegnava ad adoperarsi perché fosse trovata
in tempi brevi una soluzione adeguata alla vicenda di cui in premessa, «attraverso
iniziative normative volte a chiarire i termini di esatta interpretazione del citato
comma 6 dell'articolo 53 della legge n. 449 del 1997 a garanzia dei lavoratori interessati
ed allo scopo di risolvere il contenzioso in materia»;
nel corso della XVI legislatura
con l'approvazione della risoluzione conclusiva in Commissione n. 8-00208 del 6
novembre 2012, il Governo Monti si impegnava a valutare la possibilità di adottare
entro il 31 gennaio 2013 «iniziative, anche di natura normativa, che consentano
un costante aggiornamento dell'indennità di buonuscita», ciononostante questo impegno
è rimasto disatteso;
nel corso della XVII legislatura
il Sottosegretario Biondelli rispondendo in data 18 maggio 2017 all'interrogazione
n. 5-11009 presso la XI Commissione della Camera dei deputati ha illustrato i dati
rilevati dalla gestione commissariale fondo buonuscita per i lavoratori di Poste
italiane, rendendo noto che, a quella data, i lavoratori postali cessati dal servizio,
a cui era già stata liquidata l'indennità di buonuscita dal 1998, erano 142.847;
i lavoratori postali tuttora in servizio, in attesa di maturare il diritto all'indennità
di buonuscita, alla predetta data, erano 76.754, per un totale complessivo di 219.601
lavoratori interessati dalla questione della mancata rivalutazione della prestazione.
Per questi lavoratori, secondo i dati forniti dal rappresentante del Governo, l'ammontare
complessivo della rivalutazione monetaria e degli interessi eventualmente riconoscibili
a tutti i soggetti interessati, sia cessati che ancora in servizio, era pari a 907.261.000
euro e l'ammontare complessivo delle indennità di buonuscita che, alla data del
18 maggio 2017 avrebbero dovuto ancora essere liquidate nel corso degli anni successivi,
in particolare per il periodo dal 2017 al 2040, sarebbe pari a 939.972.000 euro;
nel corso della medesima
legislatura membri dell'attuale maggioranza hanno sollecitato risposte all'indirizzo
degli Esecutivi allora in carica mostrando una particolare sensibilità verso tale
tematica (si veda l'interrogazione a risposta scritta n. 4-02174 Tripiedi e i successivi
solleciti), pertanto a giudizio dei firmatari del presente atto, un impegno risolutivo
concreto del Governo Conte dovrebbe considerarsi pressoché scontato;
la disattenzione finora dimostrata
rende ormai improcrastinabile un intervento risolutivo che ponga fine alla sostanziale
ingiustizia cui sono sottoposti i lavoratori di Poste italiane s.p.a., i quali,
secondo i calcoli a disposizione, hanno subìto, subiscono e rischiano di subire
la sottrazione di fatto di una consistente parte del salario differito maturato;
poco meno di trecento soggetti
interessati dal maltolto hanno promosso un'azione legale richiedendo il rinvio pregiudiziale
alla Corte di giustizia europea affinché si esprima sulla questione;
è evidente, altresì, che
una misura risolutiva complessiva rappresenti un onere finanziario rilevante, il
cui ammontare è dipeso sostanzialmente dal protrarsi, nel corso degli anni, del
congelamento della rivalutazione della indennità di buonuscita. Continuare a rimandare
tale risoluzione del problema non può che rappresentare contribuire all'aumento
degli importi da riconoscere ai lavoratori –:
impegna il Governo
ad assumere iniziative urgenti e concrete volte al riconoscimento della rivalutazione
del trattamento di quiescenza sia dei lavoratori cessati che di quelli ancora in
servizio di Poste italiane s.p.a., valutando l'opportunità di istituire a tal fine
un fondo apposito.
Indubbiamente può far piacere constatare che una parte della politica stia cominciando a rendersi conto di quanto profonda sia l'ingiustizia perpetrata nei nostri confronti. Purtroppo si tratta quasi sempre di quella parte politica che al momento si trova all'opposizione. Speriamo che questa volta il Governo si decida una volta per tutte ad affrontare la questione e non si risolva tutto con parole..... parole .... parole. Sono ormai passati decenni e non se ne può proprio più.
RispondiEliminaSperiamo di essere giunti finalmente in porto. E vedere la fine di un lungo viaggio.
RispondiEliminaRaccogliamo con piacere questa ulteriore risoluzione, presentata dall'on Polverini e altri. Come Comitato Buonuscita Poste Molise, informiamo tutti che a nome di 202 lavoratori e pensionati pt, in data 2 febbraio 2017, tramite lo studio legale Gonnella di Isernia, abbiamo proposto ricorso alla Commissione di Giustizia Europea, che lo ha dichiarato accettabile. Siamo in attesa della relativa sentenza che, ci auguriamo, renda giustizia ai postali tutti.
RispondiEliminaCerto
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