È il primo
passo delle ipotesi fatte a partire dall'incontro del 17/01/2019 col Dottor
Giusti, collaboratore dell'On. Chiara Gribaudo - PD, componente della
Commissione Lavoro della Camera.
Atto Camera
Interrogazione a risposta
in commissione 5-01422
presentato da Gribaudo Chiara
testo di Giovedì 7 febbraio 2019,
seduta n. 122
GRIBAUDO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia
e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
dal 28 febbraio 1998 Poste
italiane è stata trasformata da ente pubblico economico in società per azioni, con
la conseguenza che i dipendenti da quella data sono transitati da un regime di natura
pubblica a uno di natura privata, senza soluzione di continuità;
l'articolo 53, comma 6, della
legge del 27 dicembre 1997, n. 449, ai fini di provvedere alla liquidazione delle
indennità di buonuscita maturate fino alla data del 28 febbraio 1998, stabilisce
quanto segue: «A decorrere dalla data di trasformazione dell'Ente Poste Italiane
in società per azioni (...) al personale dipendente della società medesima spettano
(...) il trattamento di fine rapporto di cui all'articolo 2120 del codice civile
e, per il periodo lavorativo antecedente, l'indennità di buonuscita maturata, calcolata
secondo la normativa vigente prima della data di cui all'alinea del presente comma»,
ovvero che la prestazione debba essere calcolata sulla base dei valori retributivi
utili in vigore al 28 febbraio 1998;
tra i lavoratori transitati
dal «pubblico» al «privato», questo trattamento è stato riservato solo ed esclusivamente
ai dipendenti di Poste. Non è stato così, ad esempio, per i ferrovieri, che pure
dal punto di vista giuridico sono stati oggetto della medesima trasformazione del
rapporto di impiego;
a tutti i dipendenti pubblici
e privati non risulta sia mai stata negata la rivalutazione monetaria, essendo questa
riconosciuta per legge;
il congelamento della buonuscita
al valore maturato al 28 febbraio 1998, indipendentemente dalla data di pensionamento
del lavoratore, determina un evidente e grave danno economico a tutti i dipendenti
di Poste assunti prima di tale data, discriminati rispetto a tutti gli altri lavoratori
italiani;
rispondendo all'interrogazione
n. 5-11009 del 30 marzo 2017 presso la XI Commissione permanente della Camera il
18 maggio 2017, il Governo pro-tempore ha reso noto che i lavoratori postali
in forza alla data del 28 febbraio 1998 erano 219.601; di questi 76.754 risultavano
ancora dipendenti postali, mentre agli altri 142.847 cessati dal servizio era già
stata liquidata l'indennità di buonuscita non rivalutata dal 1998; l'ammontare della
rivalutazione monetaria e degli interessi eventualmente riconoscibili a tutti gli
interessati sarebbe pari a 907.261.000 euro, mentre l'ammontare complessivo delle
indennità di buonuscita che dovranno essere liquidate fino al 2040 è di 939.972.000
euro;
dopo un notevole contenzioso
che ha raggiunto anche la Corte Costituzionale, un gruppo di circa 270 fra dipendenti
ed ex dipendenti postali, sta predisponendo ricorso presso la Corte di giustizia
europea;
un verdetto favorevole in
quella sede costringerebbe il Governo italiano a individuare con urgenza la somma
di 939,972 milioni di euro, quale riconosciuta dal Governo in risposta all'interrogazione
suddetta; appare dunque preferibile una programmazione finanziaria specifica, anche
mediante rateizzazione del dovuto, che consenta ai pensionati postali di ricevere
le somme date dalla detta rivalutazione, e di applicare fin da subito la rivalutazione
della buonuscita ai dipendenti ancora in forze a Poste Italiane, al fine di distribuire
negli anni tale ingente importo di spesa –:
quali iniziative intenda
adottare il Governo per applicare ai lavoratori di Poste Italiane spa, cessati e
in servizio, la rivalutazione del valore dell'indennità di buonuscita e procedere
all'erogazione delle somme dovute, ponendo fine a una grave discriminazione unica
nel mercato del lavoro italiano.
(5-01422)
A Di Maio, se ci sei batti un colpo !
RispondiEliminaPostali sempre discriminati
RispondiEliminaNon ho parole per esternare il mio disappunto come ex postale in prepensionamento dal 1/7 2017 e comunque non mi sorprende più di tanto, quello che mi terrorizza e perché ci siamo mossi adesso
RispondiEliminaBene, ora vedremo se questo Governo è quello che dice di essere!
RispondiEliminaGiusto manifestare il disappunto, la rabbia, l'indignazione. Ma se non ci si muove tutti insieme isoliamo noi stessi l'encomiabile lavoro di quello sparuto gruppo che fa capo al Comitato, costituitosi in mancanza di altri.
RispondiEliminaClass action subito
RispondiEliminaio ci sto.
Eliminaa chi devo rivolgermi?
Grazie al deputato per quello che ha fatto per noi e per essersi interessata le fa onore ora sta pure a noi farci sentire ma non a parole.. Verna volant scripta manemt. Class Action avvocati sindacati chi più ne ha più ne metta.
RispondiEliminaGrazie al deputato per quello che ha fatto per noi e per essersi interessata le fa onore ora sta pure a noi farci sentire ma non a parole.. Verna volant scripta manemt. Class Action avvocati sindacati chi più ne ha più ne metta.
RispondiEliminaNon ho parole,dimenticati e archiviati come sempre nelle poste Italiane..
RispondiEliminaSi può sempre cercare di cambiare le cose.
EliminaLamentarsene e basta è lo sfogatoio permessoci da chi sa che tanto nulla si muoverà.
Dimostriamo loro il contrario!
Aderisci al Comitato, come ho fatto io. Non costa nulla!
Sono personalmente interessaTo essendo stato licenziato da Poste Italiane in data 31 marzo 2002 e a tutt'oggi, dopo circa 17 anni, ancora in causa contro Poste per l'illegittimo licenziamento. Se qualcuno saprebbe dirmi se rientro nel merito di quanto sopra appreso lo ringraziare di cuore e chiaramente come si dice in gergo "caffè pagato".
RispondiEliminaLo sono tutti coloro che non sono più dipendenti di Poste dal 1998
EliminaCerto che questi del PD sono dei geni. Adesso si svegliano, perché non l'ha presentata con Renzi? Mettiamo in difficoltà questo Governo. Io ero un Postale, ho fatto causa per questo nel 2008 ma guarda caso e sta respinta perché bisognava fare un decreto legge che abrogata quello che aveva fatto a suo tempo per noi postali proprio uno del PD.
RispondiEliminaSe tu avessi letto il blog sin dall'inizio avresti evitato affermazioni pretestuose sul PD che si sveglia adesso.
RispondiEliminaChe la strada giudiziaria in Italia sia chiusa è un dato di fatto. Che serva l'intervento del Legislatore è inevitabile, se si viole cancellare questa ingiustizia.
Tutti i governi recedenti da 20 anno in qua, fino alla scorsa legislatura non hanno fatto nulla.
Questo Governo che farà?
Per ora nulla. Non ci vuole neppure ascoltare.
Certo che, se dovesse passare il "decretone quota 100" così come presentato, per noi ex postali in attesa della buonuscita si aggiungerebbe un'altra immensa beffa. In caso di pensionamento con quota 100 anziché attendere i 27 mesi oggi previsti (24+3) si dovrà attendere il compimento di 69 anni di età (67 anni della Legge Fornero + 2 anni di attesa).
RispondiEliminaTutto questo senza alcuna rivalutazione a differenza degli statali. Ma si può aggiungere ingiustizia ad ingiustizia?
Siamo grati all'ONU. Gribaudo per l'ulteriore interrogazione e vogliamo segnalare a tutti che 202 lavoratori e pensionati postali del Molise, in data 2 febbraio del 2017, hanno proposto ricorso alla Commissione di Giustizia Europea, tramite lo studio dell'avv. Gonnella di Isernia. Il ricorso è stato dichiarato accettabile e siamo in attesa della relativa sentenza.Il Comitato Buonuscita Poste Molise : Bruno Antonelli, Mario Di Iorio, Antonio Massimo. e-mail di.iorio.ma@gmail.com cell. 3319060174
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