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domenica 31 dicembre 2023

E il patrimonio immobiliare del Fondo Buonuscita?

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Che ne dite?

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Interessante questo articolo pubblicato il 30/12/2023 dal Corriere Adriatico - Pesaro

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Villa Marina, pannelli anti degrado con le antiche facciate della colonia

Nuovo look per la Capitale della cultura finanziato dall’Inps, tutto pronto entro fine gennaio

 Villa Marina, pannelli anti degrado con le antiche facciate della colonia

di Miléna Bonaparte

Sabato 30 Dicembre 2023

 

PESARO - Bisognerà accontentarsi in attesa del piano di recupero che potrebbe trasformare i “giganti” di cemento in riva al mare in un residence con 60 mini appartamenti per anziani. Dopo essersi spogliata dei teli bianchi che svolazzavano come fantasmi, Villa Marina sta per indossare l’abito delle feste in occasione della Capitale italiana della cultura che scocca a mezzanotte di San Silvestro. Ma i lavori, appena avviati, saranno conclusi entro fine gennaio.

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Operazione immagine

L’Inps, proprietario dell’immenso edificio del Ventennio in stile razionalista, circa 8.000 metri quadrati, con il Fondo Buonuscita Poste italiane e il Comune, sta installando enormi pannelli su viale Trieste e nel lato ovest, verso il porto, che riproducono il disegno grafico della facciata originale della ex colonia, quando accoglieva per le vacanze estive i figli dei postelegrafonici che arrivavano con i treni organizzati dal regime fascista.

Mentre sul fronte est, che rappresenta una sorta di portale d’ingresso per chi arriva dalla Palla, in primavera sarà realizzata un’installazione artistica ancora allo studio. Un’operazione immagine per Pesaro 2024, dopo oltre 40 anni di abbandono e degrado in un angolo decisamente indecoroso del lungomare, finanziata dall’Inps con circa 100 mila euro.

«L’idea sulla quale si basa l’intervento - spiega Filippo Galeazzi, coordinatore del progetto - è quella di sanare l’aspetto abbandonato della struttura che incombe da anni e quindi ricoprire le mura dismesse con pareti decorative e anche di protezione. Un intervento semplice che si sta realizzando nel rispetto delle indicazioni di Soprintendenza e Inps, che hanno approvato gli elaborati. Mi auguro che l’installazione sia di stimolo per portare a termine un vero e proprio piano di recupero e riutilizzo dell’imponente struttura», come del resto ha annunciato l’istituto di previdenza che vorrebbe realizzare degli appartamenti di senior housing. Quando sarà pronto il nuovo look di Villa Marina? «Entro l’8 gennaio, quando prenderà il via l’allestimento, saranno definiti anche i tempi di ultimazione - precisa Galeazzi -, in ogni caso non ce la faremo prima di fine mese a installare tutto. Per ora è stata realizzata una griglia, o meglio un ponteggio a tubi e giunti che formerà il reticolato sul quale fissare i pannelli. Una copertura con disegnato il profilo storico della facciata del palazzo sul lato viale Trieste e lato ovest, mentre sul versante est dobbiamo ancora decidere. Ci siamo affidati al nostro studio grafico, il disegno è essenziale e sarà corredato dai loghi della Capitale della cultura, dell’Inps e della Gestione fondo buonuscita Poste italiane».

Work in progress

Invece nella parte affacciata sulla spiaggia, dove il forte vento e la salsedine potrebbero danneggiare tutto daccapo, per ora non è stato previsto alcun rivestimento, ma il progetto è work in progress. Una colonia mastodontica quella di Villa Marina, quattro blocchi per le camere e un refettorio in grado di mettere a tavola più di 500 bambini che ogni estate arrivavano a Pesaro con i treni organizzati dal partito nazionale fascista. Sole, acqua di mare e pane a volontà, tanto quanto le dottrine e i canti di regime che tutte le sere al tramonto i piccoli ospiti intonavano raggruppati nel piazzale principale di fronte all’edificio. Ma questa è un’altra storia.

Fonte

giovedì 7 dicembre 2023

TFR/TFS: dopo sentenza di anticostituzionalità, cos’è cambiato?

 TFR/TFS dipendenti pubblici: dopo sentenza di anticostituzionalità, cos’è cambiato?

 Di Maria Luisa Asta

Pubblicato il: 06/12/2023

Il caso del TFR e TFS: lentezza e disparità tra pubblico e privato nell'erogazione dei trattamenti di fine rapporto
Nell'ultimo decennio, il comparto della pubblica amministrazione in Italia ha sperimentato una serie di tagli e compressioni, principalmente a causa di provvedimenti legislativi mirati alla revisione della spesa pubblica. Il quadro normativo è stato plasmato da decreti urgenti, come il n. 138 del 2011, noto come "decreto salva Italia," e successivi provvedimenti come il decreto-legge n. 95 del 2012 e il decreto-legge n. 101 del 2013.

Tuttavia, uno degli aspetti più controversi emersi da questa stagione di riforme è la disparità di trattamento nei pagamenti di fine lavoro, in particolare riguardo al Trattamento di Fine Rapporto (TFR) e al Trattamento di Fine Servizio (TFS). La riforma introdotta con gli articoli 24 del decreto salva Italia e successivi ha creato una situazione di oggettiva disparità tra i lavoratori del settore pubblico e privato.

Per i dipendenti pubblici, i tempi di attesa per l'erogazione del trattamento possono estendersi fino a oltre due anni, a seconda delle cause di cessazione del rapporto di lavoro. Nel settore privato, invece, i tempi variano in base alla contrattazione collettiva, con limiti che, ad esempio, nel settore terziario possono scendere a soli 30 giorni.

La situazione è giunta a un punto critico con la sentenza n. 130 del 2023 della Corte costituzionale, che ha dichiarato l'incostituzionalità del differimento dei trattamenti di fine servizio per i dipendenti pubblici. La Corte ha ritenuto che il pagamento rateale possa ledere il principio costituzionale della giusta retribuzione, che include non solo la congruità dell'ammontare corrisposto ma anche la tempestività dell'erogazione.

Nonostante la decisione della Corte costituzionale, l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) continua a versare il TFR seguendo i criteri dichiarati illegittimi dalla sentenza, senza fornire alcuna motivazione.

Di fronte a questa situazione, è stata presentata, al Senato, un'interrogazione a risposta scritta, a firma del Sen. Mazzella (M5S) che chiede al Governo, di conoscere le iniziative, anche di carattere normativo, che i Ministri competenti intendano adottare per dare attuazione alle decisioni della Corte costituzionale. Allo stesso tempo, la senatrice chiede di comprendere le ragioni per cui persiste la disparità di trattamento nel versamento del TFR, nonostante la pronuncia incisiva dell'organo costituzionale.

Fonte

venerdì 1 dicembre 2023

XI Commissione Lavoro: interrogazione Benzoni a risposta immediata

Commissione lavoro della Camera - Giovedì 30 Novembre 2023 ore 14:00

La Commissione Lavoro ha svolto interrogazioni a risposta immediata su questioni di competenza del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

Di seguito il link per il video della seduta.

Ci sono tutte le interrogazioni, le risposte del Sottosegretario Durigon, per il Governo e le repliche.
L'argomento Buonuscita è dal minuto 5:40 al minuto 12:30. 

Sorprende come il Sottosegretario Durigon abbia esordito dicendo di aver acquisito elementi da Poste Spa e da INPS, quando c'è un'ampia documentazione parlamentare sull'argomento che il Presidente di Commissione - l'On. Walter Rizzetto - conosce bene.

Per questo si è "dimenticato" degli impegni assunti con risoluzioni parlamentari del 2006 e del 2012 ed i 4 Ordini Del Giorno approvati nella scorsa legislatura con parere favorevole del Governo Conte 1 nel quale era - come oggi - Sottosegretario. Invece ha citato le sentenze della Corte Costituzionale del 2006 e della Cassazione del 2008 e 2013, come se le parole e gli atti parlamentari successivi non fossero mai esistiti. Solo una vaga dichiarazione che l'argomento "è materia di attenzione da parte del Governo", insieme alla preoccupazione che l'eventuale aggiornamento dell'indennità di Buonuscita comporterebbe l'allocazione di ingenti risorse finanziarie e la modifica dell'attuale disciplina in materia.

Abbiamo estratto la parte che ci riguarda.


CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 30 novembre 2023
209.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA 

  Giovedì 30 Novembre 2023. — Presidenza del presidente Walter RIZZETTO. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon.

(estratto)

5-01679 D'Alessio: Iniziative volte a consentire ai lavoratori di Poste Italiane Spa di usufruire di un costante aggiornamento dell'indennità di buonuscita.
  Antonio D'ALESSIO (AZ-PER-RE) illustra l'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Claudio DURIGON risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati.

TESTO DELLA RISPOSTA 

Grazie Presidente. Passo ad illustrare l’atto di sindacato ispettivo con cui l’Onorevole chiede quali iniziative di competenza si intendono adottare per consentire ai lavoratori di Poste Italiane S.p.A., sia quelli cessati sia quelli ancora in servizio, di usufruire di un costante aggiornamento del valore dell’indennità di buonuscita.
Acquisiti elementi da parte di Poste Italiane S.p.A., dalla competente direzione generale per le politiche previdenziali e assicurative e da INPS, si rappresenta quanto segue.
Preliminarmente, è opportuno ricordare che il processo di privatizzazione di Poste italiane S.p.A. ha avuto inizio con l’emanazione del decreto-legge n. 390 del 1993 che ha segnato l’avvio del passaggio dell’amministrazione delle poste e telecomunicazioni nell’ente pubblico economico Poste italiane. Il provvedimento ha, tra l’altro, previsto che, a decorrere dal primo agosto 1994, al trattamento di quiescenza di tutto il personale in servizio presso l’ente Poste italiane provvedesse l’istituto postelegrafonici (Ipost), oggi Gestione Commissariale fondo buonuscita per i lavoratori di Poste italiane, applicando la normativa prevista per il personale statale.
In ragione del completamento del procedimento di privatizzazione, la legge n. 449 del 1997 ha disposto che al personale dipendente di Poste italiane S.p.A. spetta, per il servizio prestato a decorrere dal 28 febbraio 1998, il trattamento di fine rapporto (TFR), di cui all’articolo 2120 del codice civile e, per il periodo lavorativo antecedente, l’indennità di buonuscita maturata, calcolata secondo la normativa vigente anteriormente alla suindicata data.
Con riferimento a quanto rilevato dall’interrogante in ordine alla mancata rivalutazione ed anticipazione dell’indennità di buonuscita, occorre precisare quanto segue.
L’indennità di buonuscita dovuta al personale postelegrafonico, relativa alla parte del rapporto avente natura pubblicistica, è disciplinata, in via generale, dal decreto del Presidente della Repubblica n. 1032 del 1973 e dall’articolo 53 della legge n. 449 del 1997 che, nel confermare che la buonuscita va calcolata in base alla normativa in vigore alla data della trasformazione dell’ente Poste italiane in società per azioni, non prevede alcuna forma di rivalutazione dell’indennità in argomento.
Sul punto è intervenuta la Corte costituzionale che, nella sentenza n. 366 del 2006, ha dichiarato infondata la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 53, comma 6, lettera a) della legge n. 449 del 1997, nella parte in cui non prevede alcuna forma di indicizzazione (o di adeguamento monetario) nel tempo per l’indennità di buonuscita.
Anche la Corte di cassazione, con le sentenze nn. 28281 del 2008 e 8444 del 2013 ha affermato il principio di diritto in base al quale « la componente del complessivo trattamento di fine rapporto dovuto ai dipendenti delle Poste Italiane S.p.A. per il servizio prestato a tutto il 28 febbraio 1998, data in cui l’ente è stato trasformato in società per azioni, è costituito dall’ammontare dell’indennità di buonuscita, calcolata nel suo ammontare sulla retribuzione corrisposta a tale data e secondo i criteri fissati dal decreto del Presidente della Repubblica n. 1032 del 1973 ».
Concludo, infine, rappresentando che la vicenda esposta dall’Onorevole interrogante è meritoria di attenzione da parte del Governo ma, allo stesso tempo, è importante precisare che l’ipotesi di un aggiornamento del valore dell’indennità di buonuscita comporterebbe, unitamente alla modifica dell’attuale disciplina in materia di buonuscita, l’allocazione di ingenti risorse finanziarie, la cui possibilità di reperimento deve essere valutata alla luce dell’attuale quadro congiunturale e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica.

  Fabrizio BENZONI (AZ-PER-RE), in qualità di cofirmatario dell'interrogazione in titolo, replicando, ritiene paradossale che sia congelata di fatto l'indennità di buonuscita di circa 200 mila dipendenti postali, considerato che la prestazione viene calcolata sulla base dei valori retributivi utili in vigore al 28 febbraio 1998, a differenza di quanto avviene per gli altri lavoratori pubblici e privati. Auspica un intervento del Governo che ponga fine a tale evidente stortura, che è stata segnalata a più riprese con vari strumenti di sindacato ispettivo.