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venerdì 20 luglio 2018

In Commissione Lavoro del Senato l'interrogazione del Sen. Laforgia

Foto del Senatore Francesco LAFORGIACon piacere pubblichiamo il testo della prima interrogazione (a risposta scritta) depositata in Commissione Lavoro del Senato. 
La prima firma è del componente della XI Commissione Lavoro Sen. Francesco Laforgia (LeU);

l'atto n. 4-00393 però vede come cofirmatari i senatori Loredana De Petris, Vasco Errani e Pietro Grasso, segnale importante che vogliamo leggere come posizione coerente con gli impegni assunti a partire dall'emendamento presentato all'ultima Legge di Bilancio.

Atto n. 4-00393
Pubblicato il 19 luglio 2018, nella seduta n. 24
LAFORGIA , DE PETRIS , ERRANI , GRASSO - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che:
dal 28 febbraio 1998 Poste italiane è stata trasformata da ente pubblico economico in società per azioni, con la conseguenza che i dipendenti da quella data sono transitati da un regime di natura pubblica a uno di natura privata, senza soluzione di continuità;
nonostante tale mutamento del rapporto di lavoro, il trattamento di quiescenza (indennità di buonuscita per i dipendenti pubblici) non è stato liquidato ai lavoratori in servizio a quella data e neppure inglobato nel nuovo TFR (previsto per i dipendenti con contratto di tipo privato) in maturazione, ma è stato invece "cristallizzato", cessando quindi ogni forma di rivalutazione economica e monetaria;
tra i lavoratori transitati dal "pubblico" al "privato", questo trattamento è stato riservato solo ed esclusivamente ai dipendenti di Poste. Non è stato così, ad esempio, per i ferrovieri, che pure dal punto di vista giuridico sono stati oggetto della medesima trasformazione del rapporto di impiego;
a tutti i dipendenti pubblici e privati non risulta sia mai stata negata la rivalutazione monetaria, essendo questa riconosciuta per legge;
in tal modo, i dipendenti di Poste sono stati discriminati, e continuano ad esserlo, nei confronti di tutti gli altri lavoratori dipendenti italiani, siano essi pubblici che privati, cessati e non;
considerato che:
nel corso del tempo, e soprattutto negli ultimi anni, sono state presentate numerose interrogazioni parlamentari, sia da rappresentanti della maggioranza che dell'opposizione, reiterate ad ogni cambio di Ministro, evidenziando la trasversalità dell'interesse e la bontà delle rivendicazioni dei dipendenti di Poste;
le risposte pervenute di volta in volta hanno sempre riconosciuto l'ingiusta discriminazione perpetrata ai danni dei dipendenti di Poste, adducendo l'impossibilità di riconoscere quanto loro dovuto solo ed esclusivamente per le difficoltà di reperimento dei fondi necessari per la relativa copertura finanziaria;
le risoluzioni 7-00707 (poi 8-00153) del 24 gennaio 2006 (XIV Legislatura, presso le Commissioni Lavoro e Trasporti della Camera) e 8-00208 del 6 novembre 2012 (XVI Legislatura, Commissione Lavoro della Camera) impegnavano il Governo a trovare una soluzione al riguardo. In particolare, quest'ultima impegnava il Governo Monti ad adottare entro il 31 gennaio 2013 «iniziative, anche di carattere normativo che consentano un costante aggiornamento dell'indennità di buonuscita»; impegni che, ad oggi, sono stati, purtroppo, sempre totalmente disattesi;
il 18 maggio 2017 presso la XI Commissione (Lavoro) alla Camera, il sottosegretario Biondelli rispondeva all'interrogazione 5-11009 del 30 marzo 2017 comunicando che, a quella data, i lavoratori cessati, ai quali è stata liquidata la buonuscita congelata, erano 142.847, mentre gli attivi erano 76.754; l'ammontare complessivo della rivalutazione monetaria e degli interessi eventualmente riconoscibili a tutti i soggetti interessati, sia cessati che ancora in servizio, è pari a 907.261.000 euro; l'ammontare complessivo delle indennità di buonuscita che dovranno essere liquidate nel corso dei prossimi anni (e, in particolare, per il periodo dal 2017 al 2040) è pari a 939.972.000 euro;
tenuto conto che:
il 13 settembre 2018 è stata calendarizzata l'udienza del ricorso depositato presso il Tribunale di Roma con il quale molti dipendenti ed ex dipendenti postali chiedono che venga rimessa la decisione alla Corte di giustizia dell'Unione europea;
nella risposta all'interrogazione citata della XVII Legislatura, il Governo aveva ancora una volta ribadito che occorreva far presente che i vincoli posti dal quadro finanziario di riferimento non avevano sinora consentito al Governo di introdurre modifiche all'attuale disciplina in materia di buonuscita, sì da dare attuazione all'impegno;
l'onerosità dipende anche dal protrarsi nel tempo di questa situazione anomala per la quale è necessaria un'adeguata azione risolutiva,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno ed urgente intervenire con tutte le misure necessarie affinché venga rivalutata l'indennità di buonuscita sia dei lavoratori cessati di Poste italiane SpA, sia di quelli che sono tuttora in servizio;
se non ritenga opportuno valutare l'opportunità di istituire un apposito fondo, anche da finanziare annualmente, con un minimo stabilito ed un massimo da considerare in funzione dei fondi di copertura disponibili.

martedì 3 luglio 2018

La prima interrogazione è dell'On. Walter Rizzetto

Walter RIZZETTOCon piacere pubblichiamo il testo della prima interrogazione sulla Buonuscita dei dipendenti postali in questa nuova XVIII legislatura. Porta la firma dell'On. Walter Rizzetto (FdI) che già nella scorsa legislatura fu attivissimo sul problema della Buonuscita, con azioni pienamente coerenti con la parola data.
Ci aspettiamo che anche altri facciano altrettanto.

Atto Camera
Interrogazione a risposta in commissione 5-00083
presentato da
RIZZETTO Walter
testo di
Mercoledì 4 luglio 2018, seduta n. 21
  RIZZETTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
nel 1998, con la trasformazione di Poste Italiane da ente pubblico economico a società per azioni, il trattamento di quiescenza (cosiddetta indennità di buonuscita) dei dipendenti di Poste Italiane è stato bloccato al 28 febbraio 1998 e, quindi, non soggetto più a rivalutazione;
il Governo Monti, con l'approvazione della risoluzione n. 8-00208 del 6 novembre 2012, si impegnava ad adottare entro il 31 gennaio 2013 «iniziative, anche di carattere normativo, che consentano un costante aggiornamento dell'indennità di buonuscita»;
tale impegno è rimasto del tutto disatteso e, ad oggi, l'importo della buonuscita viene liquidato ai lavoratori postali senza alcuna forma di rivalutazione;
va, pertanto, individuato un intervento risolutivo che ponga fine al protrarsi di questa ingiustizia, che comporta la sottrazione di una consistente parte del salario differito maturato dai lavoratori. Tale manovra coinvolge, dunque, sia lavoratori ancora in servizio che quelli che hanno già ricevuto la liquidazione dell'indennità di buonuscita poiché cessati dal lavoro;
in riscontro all'interrogazione n. 5-11009 del 30 marzo 2017, il Governo pro tempore ha reso noto che, dai dati della Gestione Commissariale del Fondo buonuscita per i lavoratori di Poste italiane, risulta quanto segue: i lavoratori postali cessati dal servizio, a cui è già stata liquidata l'indennità di buonuscita dal 1998 ad oggi, sono 142.847; i lavoratori postali tuttora in servizio, per i quali deve ancora maturare il diritto all'indennità di buonuscita, sono 76.754; l'ammontare complessivo della rivalutazione monetaria e degli interessi eventualmente riconoscibili a tutti i soggetti interessati, sia cessati che ancora in servizio, è pari a 907.261.000 euro; l'ammontare complessivo delle indennità di buonuscita che dovranno essere liquidate nel corso dei prossimi anni (e, in particolare, per il periodo dal 2017 al 2040) è pari a 939.972.000 euro;
il Governo pro tempore ha inoltre riferito che lo stesso non ha, ad oggi, introdotto modifiche all'attuale disciplina in materia di buonuscita poiché «i vincoli posti dall'attuale quadro finanziario» non hanno ancora reso possibile tale manovra;
si osserva che l'onerosità dell'intervento in questione è dipesa anche dal protrarsi, negli anni, del blocco della rivalutazione della buonuscita, pertanto, continuare a rimandare una concreta iniziativa risolutiva, renderà sempre più ingenti le somme necessarie alla rivalutazione della buonuscita di tutti coloro che ne hanno diritto, anche considerando la maturazione degli interessi su tali importi –:
se il Ministro interrogato intenda promuovere urgenti iniziative per riconoscere la rivalutazione del trattamento di quiescenza sia dei lavoratori cessati che di quelli ancora in servizio di Poste Italiane, valutando anche la possibilità di istituire all'uopo un fondo ad hoc con un eventuale tetto massimo di spesa.
(5-00083)