La pubblichiamo quale segno di attenzione e non
spocchiosa distanza da chi (come noi) e da ciò che non è sindacalmente
griffato, sperando che anche le altre OO.SS facciano conoscere la loro
posizione.
Come in passato le pubblicheremo volentieri.
Di seguito, la nuova replica alla presente:
Caro Zani,
sulla nota
questione della Buonuscita bloccata ingiustamente al 28/2/98, ritengo di dare
altre informazioni, purtroppo non positive.
D’accordo
con le confederazioni e con altri volonterosi sostenitori, abbiamo
costantemente cercato di aprire una breccia parlamentare mediante contatti
informali per tastare il polso della situazione.
Abbiamo
amaramente constatato che all’iniziale disponibilità non sono seguite le
conseguenti fattività.
Non ritengo
– per non fare troppe illusioni – che prima della fine dell’attuale legislatura
si possa ottenere qualcosa ovvero ci sia una sufficiente forza parlamentare che
s’incunei nei lavori della Camera e nelle strettoie dell’economia.
Ciò
nondimeno, ripetendo quanto già scritto, che non mancherà mai l’attenta
valutazione della nostra Organizzazione per poter intervenire a difesa di un
sacrosanto diritto dei lavoratori.
IL
SEGRETARIO GENERALE
Luca
Burgalassi
Caro Luca Burgalassi,
apprendiamo dal Tuo
scritto che nel corso di questa legislatura il Sindacato che rappresenti, d’accordo
con le Confederazioni, ha «costantemente cercato
di aprire una breccia parlamentare» in tema di Buonuscita.
Non ho motivo di
dubitarne, ma è la prima volta che viene affermato: non l’abbiamo infatti mai
visto scritto né sul Sito SLP né su quello della CISL né su quello di altre
OO.SS..
Così come non ci risulta abbiate
dato notizia o sia stato dato alcun seguito, da parte delle OO.SS., alla risposta fornita dal Governo all’interrogazione dell’On. Rizzetto che – con le nostre poche forze – pure siamo riusciti ad ottenere.
C’è anche l’impegno preso
con noi nel novembre scorso dal Presidente della Commissione Lavoro della
Camera, On. Cesare Damiano, ad oggi inevaso, che con un serio appoggio
sindacale verrebbe sicuramente calendarizzato. In quell’occasione, infatti, ci chiese
esplicitamente: «Ma… il Sindacato?»
Lo stesso dicasi con il Sottosegretario
al Lavoro, Sen. Cassano.
Mercoledì scorso abbiamo nuovamente
sollecitato una richiesta di incontro con la Sottosegretaria alla Presidenza
del Consiglio dei Ministri Maria Elena Boschi, inviata, in prima istanza, il 24
maggio 2017. Dal suo staff, hanno voluto sapere quanti erano gli aderenti al
Comitato… Certamente non i 2.150 iscritti al gruppo “Opzione Donna” che si
trovano su Facebook che, contrariamente a noi, sono stati invece ricevuti.
Siamo solo un migliaio, ma
veri, lavoratori o ex lavoratori postali (con e-mail e recapiti verificati) che
hanno subito una palese, enorme, ingiustizia al pari di altri 250.000 circa.
Non sappiamo
se otterremo l’incontro, ma se fosse stata un’organizzazione sindacale a
chiederlo, quei numeri li passerebbe in scioltezza. No?
Perché non
ufficializzate una richiesta di incontro? Cosa ci sarebbe da perdere, rispetto
ad ora? Anche solo per affermare ai lavoratori che questa brutta storia non ve
la siete dimenticata, come appare.
Tutti i
commenti su FB, così come negli uffici e sui luoghi di lavoro, esprimono “disappunto” per il silenzio sindacale. Non
una sola persona è intervenuta per dire dell’impegno del Sindacato negli oltre
4 anni di questa legislatura.
Perché non appoggiare
seriamente, con atti concreti, formali e ben pubblicizzati, la nostra
rivendicazione? Anzi, perché questa rivendicazione non può diventare uno dei
cavalli di battaglia della Cisl?
Come detto, la nostra forza
non è nei numeri, ma ci spendiamo con tenacia in ogni occasione senza lasciare
alcunché di intentato. L’ultima, in ordine di tempo, ci vede sulla strada –
finora inesplorata - del ricorso alla Corte di Giustizia Europea.
La “nostra solitudine”
non è una buona compagnia. Se sono validi i principi, perché non sostenerci? Il Sindacato è strutturato e potrebbe facilitare tante cose
che, viceversa, dobbiamo costruire con molta fatica.
Perché non pensare ad un
presidio per mostrare che il problema esiste ancora?
Anche noi non ci
illudiamo che la soluzione definitiva possa esserci in questa legislatura, ma
qualcosa va fatto (abbiamo qualche proposta), ad esempio mettendo alla prova
quel «sinora» ripetuto dal Governo in
risposta ad ogni interrogazione parlamentare e messo lì a mò di foglia di fico: «Al riguardo, occorre far presente che i vincoli posti dall'attuale
quadro finanziario di riferimento non hanno sinora consentito al Governo di introdurre
modifiche all'attuale disciplina in materia di buonuscita, sì da poter dare
attuazione al predetto impegno».
Perché non avanzare
proposte perché quel «sinora» possa tradursi in un impegno economico
spalmato su “x” anni? Altrimenti quel «sinora»
diventerà “per sempre”!
Dobbiamo
lasciare un segnale importante a chi siederà nel prossimo Parlamento, altrimenti
si finisce come con la risoluzione parlamentare 7-00707 (poi
8/00153) del 24-01-2006 per la quale ti eri impegnato a fondo.
Cordialmente
Zani Giuseppe