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lunedì 27 settembre 2021

Angelo, un impegno generoso.

 Uno che non molla mai.

A Cisterna e a Latina non può passare un politico di rilievo senza che Angelo gli ricordi la vicenda della Buonuscita-TFS dei postali maturata al 28/02/1998 e da allora mai rivalutata. Questo nonostante abbia notevoli problemi fisici e familiari.

-         A Durigon (Lega), allora sottosegretario al Ministero del Lavoro, il 18/02/2019 regalò una maglietta-ricordo pluri XL con la scritta: «RIVALUTARE la Buonuscita (TFS) dei postali BLOCCATA dal 28/02/1998». Insieme al “gadget” (pagato di tasca propria), Angelo gli consegnò una lettera con la richiesta di incontro sull’argomento. NESSUNA RISPOSTA.

-         Sempre a Durigon il 04/08/2021 consegnò una lettera del nostro Comitato con la richiesta di incontro (reiterata al MEF dove era sottosegretario): NESSUNA RISPOSTA né da sottosegretario né da parlamentare componente della commissione Lavoro della Camera.

In questi giorni di campagna elettorale si è armato di pazienza e ha consegnato ai seguenti personaggi politici la lettera che il nostro Comitato ha redatto con la richiesta di incontro.

-         Mercoledì 22/09/2021 l’ha consegnato al Ministro del Lavoro Orlando (PD). NESSUNA RISPOSTA.

-         Il 24/09/2021 a Giuseppe Conte, tramite il candidato sindaco del M5s, la stessa che a Trieste il candidato consigliere Barburini ha consegnato il 17/09/2021 alla Vice Ministro MEF Castelli con la richiesta di incontro reiterata via e-mail al MEF il 20: TUTTO VANO, nonostante avesse promesso almeno una telefonata.

-        Il 25/09/2021 consegna nella mani dell’eurodeputato Rinaldi (Lega) 2 lettere del nostro Comitato (una per lui ed una per Salvini) con la richiesta di incontro. NESSUN ESITO, nonostante il «Si può fare».

-         Oggi tocca a Brunetta, Ministro della Pubblica Amministrazione, e arriverà il turno della Meloni.

Angelo non è l’unico ad agire nel proprio territorio, ma è l’unico che lo fa con la metodica continuità di chi è pienamente cosciente della grave ingiustizia subita dai postali. Non ha “timori reverenziali” nel chiedere giustizia e coerenza a chi parla di “giustizia” e/o “nessuno resterà indietro”.

Quanto all’esito di queste richieste di incontro, ciascuno tiri le proprie conclusioni.
Gli improperi detti tra di noi e online non servono. Servono maggiori disponibilità personali con politici e giornalisti.

Insomma… servono più persone come Angelo.

Nel frattempo… Nell’udienza di domani a Roma la Corte D’Appello deciderà sulla nostra richiesta di inviare gli atti alla Corte di Giustizia Europea.

 Il testo della lettera consegnata.

Buonuscita-TFS dei dipendenti postali non rivalutata dal 28-02-1998

 La Buonuscita dei dipendenti postali è una questione che riguarda 219.601 persone, a tutt’oggi irrisolta, a far data dal 28/02/1998, quando - per effetto della trasformazione da Ente Pubblico Economico (già Amministrazione dello Stato) a S.p.a., viene a mutare il rapporto di lavoro, passando da “pubblico” a “privato”, senza soluzione di continuità. Al termine del rapporto di lavoro, espletato in regime privatistico, viene regolarmente erogato il TFR maturato in quell’arco temporale.

La Buonuscita, spettante invece per il periodo antecedente, quello cioè “pubblico” - dalla data di assunzione di ciascun dipendente e sino a quella del 28/02/1998 - è stata invece “Congelata”; in poche parole, viene erogata anch’essa al termine del rapporto di lavoro con Poste Spa – ad essere precisi, a partire dal 2011 due anni dopo - senza tuttavia alcuna forma di riconoscimento di rivalutazione monetaria o interesse.

Tra chi è transitato dal regime di diritto “pubblico” a quello “privato”, quella dei postali è l’unica categoria cui non è stato riconosciuto il diritto alla rivalutazione. Ad esempio, la Buonuscita dei ferrovieri, è stata regolarmente “travasata” nel loro nuovo TFR,eppure la privatizzazione è stata decisa con la stessa legge.

Il contenzioso giudiziario ha portato ad un esito a noi avverso, con 3 sentenze della Cassazione e 2 pronunciamenti della Corte Costituzionale che, in pratica, sanciscono che “va bene così”.

Ma l’ingiustizia subita dai lavoratori postali è evidente ed innegabile!

Il fatto che in passato la Corte Costituzionale abbia affermato che l’art. 53, co. 6, della L. n. 449 del 1997 non sia contrario agli artt. 3, 36 e 38 della Costituzione, non significa che la norma sia giusta. Infatti, il Legislatore italiano ha sempre salvaguardato il potere d’acquisto dell’intero trattamento retributivo differito, connesso all’anzianità, di tutti i lavoratori interessati dalle riforme. ECCETTO CHE PER I LAVORATORI POSTALI.

La norma sarà anche legittima e costituzionale ma, secondo il diritto naturale, è SENZA OMBRA DI DUBBIO NON GIUSTA: le conseguenze della trasformazione coattiva del rapporto di lavoro – da pubblico a privato - ricadono ingiustamente sui bilanci dei dipendenti di poste e delle loro famiglie.

Al di là dei contorsionismi interpretativi di legge, è chiaro a chiunque che un importo calcolato al 28 febbraio 1998 non ha lo stesso valore tanti anni dopo. E più passa il tempo, minore è il potere di acquisto di quella identica, “immobile”, somma accantonata quale Buonuscita-TFS.

In ogni legislatura sono state presentate interrogazioni parlamentari, che chiedono conto di questa stortura, e presentati emendamenti alle Leggi di Bilancio.

Nel corso del tempo sono state approvate 2 risoluzioni parlamentari:

-          la prima 7-00707 (poi 8/00153) il 24/01/2006;

-          la seconda, del 6/11/2012 è la risoluzione n. 7-00635 firmata dagli Onorevoli Codurelli, Damiano, Boccuzzi, Rampi, Berretta, Schirru, Madia e Comaroli . Ci si arrivò dopo l’audizione delle Organizzazioni Sindacali il 31/5/2012, successiva ai pronunciamenti delle Corti.

Con l’approvazione di quest’ultima - che teneva conto delle valutazioni tecniche presentate dal Dr. Michele Martone, Vice Ministro al Lavoro nel Governo Monti - si impegnava il Governo «ad intervenire con adeguate quanto repentine iniziative, anche di natura normativa, al fine di individuare una soluzione che consenta ai lavoratori di Poste spa di usufruire di un costante aggiornamento del valore dell'indennità di buonuscita, nonché per consentire il diritto alla corresponsione della buonuscita di detti lavoratori, pur in costanza del rapporto di lavoro…»

Impegno importante non onorato a causa della chiusura anticipata della legislatura.

A nulla è valso il richiamo alla Prof.ssa Fornero e al Dott. Martone con lettera del 10-4-2013 con la quale l’ormai ex On. Lucia Codurelli richiamava al rispetto di quell’impegno, ribadito il 25-5-2013 anche al nuovo Ministro del Lavoro, Prof. Giovannini, al suo vice, On. Cecilia Guerra e al Sottosegretario On. Carlo Dell’Aringa.

A partire dal Ministro Giovannini (Governo Letta) ad ogni interrogazione sulla mancata attuazione della risoluzione 7-00635 (poi 8/00208) del 6/11/2012, il Governo ha risposto: «… i vincoli posti dall'attuale quadro finanziario di riferimento non hanno sinora consentito al Governo di introdurre modifiche all'attuale disciplina in materia di buonuscita, sì da poter dare attuazione all'impegno sopracitato…». Parole che, con quel “sinora”, pur tra le difficoltà del quadro finanziario, lasciano trasparire una chiara volontà politica favorevole ad una risoluzione positiva.

I numeri? Sono stati resi noti dalla risposta della Sottosegr. Franca Biondelli all’interrogazione dell’on. Walter Rizzetto nella scorsa legislatura.

«… i lavoratori postali cessati dal servizio, a cui è già stata liquidata l'indennità di buonuscita dal 1998 ad oggi, sono 142.847; i lavoratori postali tuttora in servizio, per i quali deve ancora maturare il diritto all'indennità di buonuscita, sono 76.754; l'ammontare complessivo della rivalutazione monetaria e degli interessi eventualmente riconoscibili a tutti i soggetti interessati, sia cessati che ancora in servizio, è pari a 907.261.000 euro; l'ammontare complessivo delle indennità di buonuscita che dovranno essere liquidate nel corso dei prossimi anni (e, in particolare, per il periodo dal 2017 al 2040) è pari a 939.972.000 euro.

Sappiamo che la somma spaventa a prescindere, ma una “rateizzazione” nel tempo supererebbe sia l’improponibile “Tutto e subito”, sia l’inaccettabile “Niente e per sempre”.

 In questa legislatura sono state presentate le interrogazioni: 5/00083 da On. Walter Rizzetto - FdI, 5/01422 da On. Chiara Gribaudo - PD, 4/00393 da Sen. Francesco Laforgia – LeU e 3/00218 da Sen. Annamaria Parente – PD (ora IV). C’è poi la proposta di risoluzione 7/00162 presentata da On. Renata Polverini - FI. Nessuna risposta.            Inoltre sono stati accolti 4 ODG: 2 dalla Sen. Parente, 1 da On.li Zan e Gribaudo, 1 da On.li. Berlinghieri e Gribaudo).

Il 17/01/2019 abbiamo incontrato la Sen. Nunzia Catalfo, allora Presidente della Commissione Lavoro, presente il Dr. Forlivesi, che pareva essersi presa a cuore la nostra questione, ma che da Ministro del Lavoro non abbiamo più potuto contattare. Prima di lei tentammo inutilmente di incontrare il Ministro Di Maio.

In Via Fornovo, il 13/9/2018 abbiamo incontrato il Dottor Fontana (capo segreteria di Durigon, sottosegretario al Lavoro). Da allora, la promessa di risentirci ed i numerosi solleciti, scritti e telefonici, sono stati vani.

Per noi questa è una “truffa” ancora più grave dei “truffati dalle banche” (su cui il governo Conte 1 ha ritenuto giusto intervenire) perché nel nostro caso è “colpa” dello Stato.

Per inciso. Se la Buonuscita fosse stata liquidata allora, anche l’imponibile fiscale sarebbe stato minore (c’erano maggiori riduzioni) e l’aliquota era al 18,5% (ora al 23).

Non chiediamo un privilegio. Se per il periodo “pubblico” siamo parificati ai dipendenti pubblici nei tempi di erogazione del TFS, perché questo non vale anche la sua rivalutazione?

Problemi di Bilancio ci saranno sempre: ciò che conta è l’effettiva volontà di correre ai ripari.

In questi anni ci hanno sempre detto che – pur volendo - i soldi non c’erano e i motivi erano forti: terremoti, alluvioni, crisi mondiali, crisi bancarie, crisi aziendali, ecc., ma - contemporaneamente - questo non ha impedito scelte onerose per altre spese “voluttuarie” o “politiche” o “colpi di spugna” come nel 2014 per il rientro dei capitali dall’estero; 2016 “rottamazione delle cartelle”; 2017 “rottamazione bis”; 2019 “rottamazione ter” 2021 “rottamazione cartelle fino a 5.000 €uro.

Il tutto mentre per noi cittadini e contribuenti corretti non si riesce a trovare una soluzione che ci parifichi a tutti gli altri lavoratori, sia pubblici, sia privati.

Crediamo che una parola data è credibile solo se mantenuta e che per amore di giustizia, una soluzione (“rateizzata” o con altre modalità) si possa e si debba trovare. Se non si manifesta la precisa volontà di passare effettivamente dalle parole alle azioni, i soldi per noi non ci saranno mai!

 Ci siamo rivolti anche a lei perché crediamo nei rapporti umani tra le persone e nella capacità della politica di risolvere i problemi. Per questo le chiediamo un incontro (anche online).

 Sono a disposizione per quant’altro dovesse servire a documentare lo scritto.

Grazie.

per Comitato Buonuscita PT

(…)

 

mercoledì 22 settembre 2021

Grazie, Manuela e Michele

 Grazie, Manuela e Michele

Manuela Marino a Roma e Michele Musina ad Orgosolo (NU) hanno lottato fino alla fine, non solo contro la terribile malattia che li ha tolti all’affetto dei propri cari, ma anche per la rivalutazione della Buonuscita.

Sono andati oltre l’inefficace mugugno per l’ingiustizia subita dai Postali ai quali non è riconosciuta la rivalutazione di quanto maturato al 28/02/1998: hanno aderito al Comitato Buonuscita PT e, convintamente, anche alla proposta di ricorrere alla Corte di Giustizia Europea.

Il sorriso amaro e quasi incredulo di chi subisce - oltre al mancato riconoscimento di un’ingiustizia - anche la richiesta del pagamento delle spese processuali richiesto da Poste e dal Fondo Buonuscita (non dagli altri 2 convenuti), non li ha fatti recedere dal richiedere giustizia ed hanno deciso di proseguire nei gradi di giudizio (la prossima udienza è prevista il 28/09/2021 alle 11:00).

Brevemente ne tracciamo il profilo perché sono persone rette, corrette, esemplari, disposte a lottare contro questa palese ingiustizia.

Manuela Marino

    Una bella persona, impeccabile e professionalmente preparata.

Nella sua adesione alle iniziative del Comitato Buonuscita PT non ha mai fatto menzione del suo ruolo dirigenziale in Poste.

Chi mostra di attenersi all’argomento senza presentarsi con le medaglie in bella mostra dà il senso della misura a cui si attiene.

La sua adesione a tutte le iniziative proposte e le sue parole sono state un incoraggiamento.

Mai ha fatto trasparire l’altra sua lotta, tranne nella sua ultima e-mail con la quale confermava la volontà chiedere alla Corte d’Appello di inviare pregiudizialmente gli atti alla Corte di Giustizia Europea. In fondo, però, sperava ancora che “chi di dovere” accogliesse le nostre ragioni.

Il suo esempio va oltre il triste 14/09/2019.

 
Michele Musina

    Con la sua cortese determinazione e la forte convinzione di essere nel giusto ha messo a disposizione tutte le sue energie. Conosciuto da molti perché autista di Poste è stato l’ago che con il dialogo e la sua umiltà ha cucito e i rapporti tra le persone.

Buona parte della presenza del Comitato Buonuscita PT in quella parte di Sardegna è stata possibile grazie alla sua tenacia.

Ha insistentemente cercato politici e giornalisti per esporre le nostre ragioni senza lasciarsi scoraggiare dal loro negarsi per incompetenza o menefreghismo.

Si è messo in cammino ed ha portato altri ad iniziare il percorso che ci porterà ad ottenere il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea.

Una forza che sentiamo presente anche dopo il 25/07/2021.

  

Con loro che l’hanno fatto fino in fondo vorremmo ripetere:

«Chi lotta può perdere, ma chi non lotta ha già perso».