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lunedì 31 maggio 2021

Assurdo non rivalutare un importo cui si ha diritto dal 1998

 

È assurdo e penalizzante che il TFR maturato dai dipendenti delle Poste è bloccato dal 1998 senza interessi e rivalutazione ancora peggio di Quota 100

Il trattamento di fine rapporto o fine servizio (TFR o TFS) crea molti dubbi e malcontento verso i lavoratori del settore pubblico. Dopo la pubblicazione del nostro articolo “dall’anticipo TFS al pagamento normale i dipendenti pubblici devono attendere anni prima di percepirlo”, un Lettore ha scritto agli Esperti di ProiezionidiBorsa. Il Lettore chiede di far luce su una situazione iniqua che riguarda il  TFR maturato dai dipendenti postali. Infatti, è assurdo e penalizzante che il TFR maturato dai dipendenti delle Poste è bloccato dal 1998 senza interessi e rivalutazione ancora peggio di Quota 100. Ma perché i postali percepiscono il TFR senza rivalutazione? Cerchiamo di capire cos’è successo.

È assurdo e penalizzante che il TFR maturato dai dipendenti delle Poste è bloccato dal 1998 senza interessi e rivalutazione ancora peggio di Quota 100

Se si accede al sito buonuscita Poste, è specificato che in seguito alla trasformazione di Poste Italiane in società per azione, la liquidazione della buonuscita spettante al momento della cessazione dal servizio, si divide in due quote:

  1. a) la prima quota riguarda l’indennità maturata fino al 28 febbraio 1998. La quota è calcolata secondo la normativa vigente corrisposta dal GCFB (Gestione Commissariale Fondo Buonuscita);
  2. b) la seconda quota del TFR (ai sensi dell’art. 2120 del Codice civile) maturato dal primo marzo 1998 fino alla data di cessazione del rapporto di servizio. Questa seconda quota sarà liquidata da Poste italiane S.p.A.

La problematica della mancata rivalutazione dell’indennità di buonuscita dei postali è sorta il 28 febbraio 2018, quando il settore fu privatizzato. Infatti, i dipendenti passarono da un regime diverso del trattamento di fine rapporto.

Il Governo non hai fondi per sboccare la situazione

In effetti, poiché la buonuscita è agganciata alla cessazione del rapporto di lavoro, i dipendenti di Poste Italiane chiedono la rivalutazione e il calcolo degli interessi a tale data.

Invece, il Ministero ha congelato la buonuscita maturata al 28 febbraio 1998 a prescindere da quando il lavoratore andrà in pensione. È evidente che questo comporta un danno economico per i dipendenti postali assunti prima di tale data.

Molti gli ODG approvati, ai quali il Governo non ha dato seguito per mancanza di Fondi. Ad oggi questa situazione è ancora irrisolta, ma i dipendenti postali non si arrendono e combattono per i loro diritti.
(Fonte)