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martedì 28 dicembre 2021

Un servizio

Un Gruppo di denuncia e di servizio su Facebook

Dentro un social come Facebook ci si può stare in tanti modi, più o meno utili per sé.
Il gruppo stop al furto delle buonuscite dei lavoratori di poste italiane ci sta per denunciare quel che non va sulla Buonuscita e, al tempo stesso,  diventare una pagina di servizio.
Dentro ci trovate Rabbia e Ragionevolezza, Conoscenza e Collaborazione nell’affrontare e perfino risolvere alcuni dei problemi che questa stortura normativa, UNICA nel panorama lavorativo, ha creato e continua a creare ai lavoratori e agli ex dipendenti di Poste.
Tutto questo nell’indifferenza - se non fastidio - delle numerose organizzazioni politiche e/o sindacali. (Sì, qualcuno, personalmente, c’è, ma non basta)

Nessuno nasce "imparato”: quando si vuole  basta applicarsi.

Qui sotto mostriamo un piccolissimo estratto esemplificativo di ciò che non troverete altrove.

L’occasione delle festività di fine anno può essere l’occasione per dare un’occhiata e passare parola.

Auguri!



venerdì 17 dicembre 2021

Dal 2022 interessi al 1,25% in caso di ritardato pagamento della Buonuscita-TFS

Dal 2022 crescono gli interessi in caso di ritardato pagamento della pensione e del TFS

Vittorio Spinelli. Giovedì, 16 Dicembre 2021

Lo certifica il decreto del Ministero dell'Economia che fissa i tassi di interesse da applicare a partire dal 1° gennaio 2022. Il tasso sale dallo 0,01% all'1,25%.

Dal prossimo anno tornano a salire gli interessi legali dovuti per il ritardo nei pagamenti dei contributi all'INPS. Da quella data, infatti, il saggio degli interessi legali, fissato allo 0,01% dal 1° gennaio 2021, sale all'1,25%

Lo certifica il Decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze del 13 Dicembre 2021 pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale (G.U. n. 297 del 15 dicembre 2021).

La vigente normativa (art. 2, comma 185, legge n.662/1996) stabilisce che il ministro può modificare la misura del saggio, sulla base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di stato di durata non superiore a 12 mesi e tenuto conto del tasso di inflazione registrato nell'anno. L'ultima modifica del tasso si è registrata alla fine dello scorso anno quando il Ministero dell'Economia fissò, in riferimento all'anno 2021, il tasso di interesse in misura pari allo 0,01%. Dal prossimo anno, pertanto, tornano a salire le sanzioni dovute sui contributi previdenziali versati in ritardo da imprese e lavoratori e gli interessi sulle pensioni, prestazioni ed indennità corrisposte dall'Inps ai diretti interessati in ritardo rispetto alla prima data utile di decorrenza.

Contributi

Per quanto riguarda i contributi la modifica ha effetti sulle ipotesi, previste dall'art. 116, comma 15, della legge n. 388/2000, di riduzione delle sanzioni civili fino alla misura prevista per gli interessi legali. Si tratta delle ipotesi del mancato e ritardato pagamento di contributi o premi derivanti da oggettive incertezze normative, per fatto doloso del terzo o per crisi aziendale (Circ. Inps 88/2002). Tale previsione è subordinata all'integrale pagamento dei contributi dovuti da parte del datore di lavoro.

In tale ipotesi i contributi con scadenza di pagamento a partire dal 1° gennaio 2022 saranno oggetto di una maggiorazione dell'1,25%. Per le esposizioni debitorie pendenti alla predetta data, tenuto conto delle variazioni della misura degli interessi legali intervenute nel tempo, il calcolo degli interessi dovuti dovrà essere effettuato secondo i tassi vigenti alle rispettive decorrenze (si veda tabella).

Pensioni

La modifica del tasso legale produce effetti anche con riferimento alle pensioni e alle prestazioni in pagamento dall'Inps (come ad esempio le prestazioni di fine rapporto e di fine servizio). In particolare il ritardato pagamento delle prestazioni in scadenza dal 1° gennaio 2022 sarà oggetto di un interesse legale pari allo 1,25%.

Fonte: PensioniOggi.it


L’esperienza degli anni precedenti prova, la Gestione Commissariale Buonuscita eroga l’importo dovuto (immutato dal 28/02/1998) anche OLTRE i tre mesi aggiuntivi previsti per pagare il dovuto. Dal 2022 gli interessi hanno un peso decisamente più significativo e bisogna farli valere.

Se siete tra coloro che aspettano la Buonuscita nel 2022, pensateci adesso. Coinvolgete le vostre organizzazioni sindacali nazionali su questo problema affinché si muovano per tempo. Lamentarsene dopo non servirà.

Lo diciamo adesso perché – soprattutto tra MARZO e APRILE – questa situazione sarà palese anche ai ciechi e sordi.

Per avere un’idea di cosa si tratta, scorrete i post del nostro Blog scritti negli anni precedenti in quei mesi.

lunedì 27 settembre 2021

Angelo, un impegno generoso.

 Uno che non molla mai.

A Cisterna e a Latina non può passare un politico di rilievo senza che Angelo gli ricordi la vicenda della Buonuscita-TFS dei postali maturata al 28/02/1998 e da allora mai rivalutata. Questo nonostante abbia notevoli problemi fisici e familiari.

-         A Durigon (Lega), allora sottosegretario al Ministero del Lavoro, il 18/02/2019 regalò una maglietta-ricordo pluri XL con la scritta: «RIVALUTARE la Buonuscita (TFS) dei postali BLOCCATA dal 28/02/1998». Insieme al “gadget” (pagato di tasca propria), Angelo gli consegnò una lettera con la richiesta di incontro sull’argomento. NESSUNA RISPOSTA.

-         Sempre a Durigon il 04/08/2021 consegnò una lettera del nostro Comitato con la richiesta di incontro (reiterata al MEF dove era sottosegretario): NESSUNA RISPOSTA né da sottosegretario né da parlamentare componente della commissione Lavoro della Camera.

In questi giorni di campagna elettorale si è armato di pazienza e ha consegnato ai seguenti personaggi politici la lettera che il nostro Comitato ha redatto con la richiesta di incontro.

-         Mercoledì 22/09/2021 l’ha consegnato al Ministro del Lavoro Orlando (PD). NESSUNA RISPOSTA.

-         Il 24/09/2021 a Giuseppe Conte, tramite il candidato sindaco del M5s, la stessa che a Trieste il candidato consigliere Barburini ha consegnato il 17/09/2021 alla Vice Ministro MEF Castelli con la richiesta di incontro reiterata via e-mail al MEF il 20: TUTTO VANO, nonostante avesse promesso almeno una telefonata.

-        Il 25/09/2021 consegna nella mani dell’eurodeputato Rinaldi (Lega) 2 lettere del nostro Comitato (una per lui ed una per Salvini) con la richiesta di incontro. NESSUN ESITO, nonostante il «Si può fare».

-         Oggi tocca a Brunetta, Ministro della Pubblica Amministrazione, e arriverà il turno della Meloni.

Angelo non è l’unico ad agire nel proprio territorio, ma è l’unico che lo fa con la metodica continuità di chi è pienamente cosciente della grave ingiustizia subita dai postali. Non ha “timori reverenziali” nel chiedere giustizia e coerenza a chi parla di “giustizia” e/o “nessuno resterà indietro”.

Quanto all’esito di queste richieste di incontro, ciascuno tiri le proprie conclusioni.
Gli improperi detti tra di noi e online non servono. Servono maggiori disponibilità personali con politici e giornalisti.

Insomma… servono più persone come Angelo.

Nel frattempo… Nell’udienza di domani a Roma la Corte D’Appello deciderà sulla nostra richiesta di inviare gli atti alla Corte di Giustizia Europea.

 Il testo della lettera consegnata.

Buonuscita-TFS dei dipendenti postali non rivalutata dal 28-02-1998

 La Buonuscita dei dipendenti postali è una questione che riguarda 219.601 persone, a tutt’oggi irrisolta, a far data dal 28/02/1998, quando - per effetto della trasformazione da Ente Pubblico Economico (già Amministrazione dello Stato) a S.p.a., viene a mutare il rapporto di lavoro, passando da “pubblico” a “privato”, senza soluzione di continuità. Al termine del rapporto di lavoro, espletato in regime privatistico, viene regolarmente erogato il TFR maturato in quell’arco temporale.

La Buonuscita, spettante invece per il periodo antecedente, quello cioè “pubblico” - dalla data di assunzione di ciascun dipendente e sino a quella del 28/02/1998 - è stata invece “Congelata”; in poche parole, viene erogata anch’essa al termine del rapporto di lavoro con Poste Spa – ad essere precisi, a partire dal 2011 due anni dopo - senza tuttavia alcuna forma di riconoscimento di rivalutazione monetaria o interesse.

Tra chi è transitato dal regime di diritto “pubblico” a quello “privato”, quella dei postali è l’unica categoria cui non è stato riconosciuto il diritto alla rivalutazione. Ad esempio, la Buonuscita dei ferrovieri, è stata regolarmente “travasata” nel loro nuovo TFR,eppure la privatizzazione è stata decisa con la stessa legge.

Il contenzioso giudiziario ha portato ad un esito a noi avverso, con 3 sentenze della Cassazione e 2 pronunciamenti della Corte Costituzionale che, in pratica, sanciscono che “va bene così”.

Ma l’ingiustizia subita dai lavoratori postali è evidente ed innegabile!

Il fatto che in passato la Corte Costituzionale abbia affermato che l’art. 53, co. 6, della L. n. 449 del 1997 non sia contrario agli artt. 3, 36 e 38 della Costituzione, non significa che la norma sia giusta. Infatti, il Legislatore italiano ha sempre salvaguardato il potere d’acquisto dell’intero trattamento retributivo differito, connesso all’anzianità, di tutti i lavoratori interessati dalle riforme. ECCETTO CHE PER I LAVORATORI POSTALI.

La norma sarà anche legittima e costituzionale ma, secondo il diritto naturale, è SENZA OMBRA DI DUBBIO NON GIUSTA: le conseguenze della trasformazione coattiva del rapporto di lavoro – da pubblico a privato - ricadono ingiustamente sui bilanci dei dipendenti di poste e delle loro famiglie.

Al di là dei contorsionismi interpretativi di legge, è chiaro a chiunque che un importo calcolato al 28 febbraio 1998 non ha lo stesso valore tanti anni dopo. E più passa il tempo, minore è il potere di acquisto di quella identica, “immobile”, somma accantonata quale Buonuscita-TFS.

In ogni legislatura sono state presentate interrogazioni parlamentari, che chiedono conto di questa stortura, e presentati emendamenti alle Leggi di Bilancio.

Nel corso del tempo sono state approvate 2 risoluzioni parlamentari:

-          la prima 7-00707 (poi 8/00153) il 24/01/2006;

-          la seconda, del 6/11/2012 è la risoluzione n. 7-00635 firmata dagli Onorevoli Codurelli, Damiano, Boccuzzi, Rampi, Berretta, Schirru, Madia e Comaroli . Ci si arrivò dopo l’audizione delle Organizzazioni Sindacali il 31/5/2012, successiva ai pronunciamenti delle Corti.

Con l’approvazione di quest’ultima - che teneva conto delle valutazioni tecniche presentate dal Dr. Michele Martone, Vice Ministro al Lavoro nel Governo Monti - si impegnava il Governo «ad intervenire con adeguate quanto repentine iniziative, anche di natura normativa, al fine di individuare una soluzione che consenta ai lavoratori di Poste spa di usufruire di un costante aggiornamento del valore dell'indennità di buonuscita, nonché per consentire il diritto alla corresponsione della buonuscita di detti lavoratori, pur in costanza del rapporto di lavoro…»

Impegno importante non onorato a causa della chiusura anticipata della legislatura.

A nulla è valso il richiamo alla Prof.ssa Fornero e al Dott. Martone con lettera del 10-4-2013 con la quale l’ormai ex On. Lucia Codurelli richiamava al rispetto di quell’impegno, ribadito il 25-5-2013 anche al nuovo Ministro del Lavoro, Prof. Giovannini, al suo vice, On. Cecilia Guerra e al Sottosegretario On. Carlo Dell’Aringa.

A partire dal Ministro Giovannini (Governo Letta) ad ogni interrogazione sulla mancata attuazione della risoluzione 7-00635 (poi 8/00208) del 6/11/2012, il Governo ha risposto: «… i vincoli posti dall'attuale quadro finanziario di riferimento non hanno sinora consentito al Governo di introdurre modifiche all'attuale disciplina in materia di buonuscita, sì da poter dare attuazione all'impegno sopracitato…». Parole che, con quel “sinora”, pur tra le difficoltà del quadro finanziario, lasciano trasparire una chiara volontà politica favorevole ad una risoluzione positiva.

I numeri? Sono stati resi noti dalla risposta della Sottosegr. Franca Biondelli all’interrogazione dell’on. Walter Rizzetto nella scorsa legislatura.

«… i lavoratori postali cessati dal servizio, a cui è già stata liquidata l'indennità di buonuscita dal 1998 ad oggi, sono 142.847; i lavoratori postali tuttora in servizio, per i quali deve ancora maturare il diritto all'indennità di buonuscita, sono 76.754; l'ammontare complessivo della rivalutazione monetaria e degli interessi eventualmente riconoscibili a tutti i soggetti interessati, sia cessati che ancora in servizio, è pari a 907.261.000 euro; l'ammontare complessivo delle indennità di buonuscita che dovranno essere liquidate nel corso dei prossimi anni (e, in particolare, per il periodo dal 2017 al 2040) è pari a 939.972.000 euro.

Sappiamo che la somma spaventa a prescindere, ma una “rateizzazione” nel tempo supererebbe sia l’improponibile “Tutto e subito”, sia l’inaccettabile “Niente e per sempre”.

 In questa legislatura sono state presentate le interrogazioni: 5/00083 da On. Walter Rizzetto - FdI, 5/01422 da On. Chiara Gribaudo - PD, 4/00393 da Sen. Francesco Laforgia – LeU e 3/00218 da Sen. Annamaria Parente – PD (ora IV). C’è poi la proposta di risoluzione 7/00162 presentata da On. Renata Polverini - FI. Nessuna risposta.            Inoltre sono stati accolti 4 ODG: 2 dalla Sen. Parente, 1 da On.li Zan e Gribaudo, 1 da On.li. Berlinghieri e Gribaudo).

Il 17/01/2019 abbiamo incontrato la Sen. Nunzia Catalfo, allora Presidente della Commissione Lavoro, presente il Dr. Forlivesi, che pareva essersi presa a cuore la nostra questione, ma che da Ministro del Lavoro non abbiamo più potuto contattare. Prima di lei tentammo inutilmente di incontrare il Ministro Di Maio.

In Via Fornovo, il 13/9/2018 abbiamo incontrato il Dottor Fontana (capo segreteria di Durigon, sottosegretario al Lavoro). Da allora, la promessa di risentirci ed i numerosi solleciti, scritti e telefonici, sono stati vani.

Per noi questa è una “truffa” ancora più grave dei “truffati dalle banche” (su cui il governo Conte 1 ha ritenuto giusto intervenire) perché nel nostro caso è “colpa” dello Stato.

Per inciso. Se la Buonuscita fosse stata liquidata allora, anche l’imponibile fiscale sarebbe stato minore (c’erano maggiori riduzioni) e l’aliquota era al 18,5% (ora al 23).

Non chiediamo un privilegio. Se per il periodo “pubblico” siamo parificati ai dipendenti pubblici nei tempi di erogazione del TFS, perché questo non vale anche la sua rivalutazione?

Problemi di Bilancio ci saranno sempre: ciò che conta è l’effettiva volontà di correre ai ripari.

In questi anni ci hanno sempre detto che – pur volendo - i soldi non c’erano e i motivi erano forti: terremoti, alluvioni, crisi mondiali, crisi bancarie, crisi aziendali, ecc., ma - contemporaneamente - questo non ha impedito scelte onerose per altre spese “voluttuarie” o “politiche” o “colpi di spugna” come nel 2014 per il rientro dei capitali dall’estero; 2016 “rottamazione delle cartelle”; 2017 “rottamazione bis”; 2019 “rottamazione ter” 2021 “rottamazione cartelle fino a 5.000 €uro.

Il tutto mentre per noi cittadini e contribuenti corretti non si riesce a trovare una soluzione che ci parifichi a tutti gli altri lavoratori, sia pubblici, sia privati.

Crediamo che una parola data è credibile solo se mantenuta e che per amore di giustizia, una soluzione (“rateizzata” o con altre modalità) si possa e si debba trovare. Se non si manifesta la precisa volontà di passare effettivamente dalle parole alle azioni, i soldi per noi non ci saranno mai!

 Ci siamo rivolti anche a lei perché crediamo nei rapporti umani tra le persone e nella capacità della politica di risolvere i problemi. Per questo le chiediamo un incontro (anche online).

 Sono a disposizione per quant’altro dovesse servire a documentare lo scritto.

Grazie.

per Comitato Buonuscita PT

(…)

 

mercoledì 22 settembre 2021

Grazie, Manuela e Michele

 Grazie, Manuela e Michele

Manuela Marino a Roma e Michele Musina ad Orgosolo (NU) hanno lottato fino alla fine, non solo contro la terribile malattia che li ha tolti all’affetto dei propri cari, ma anche per la rivalutazione della Buonuscita.

Sono andati oltre l’inefficace mugugno per l’ingiustizia subita dai Postali ai quali non è riconosciuta la rivalutazione di quanto maturato al 28/02/1998: hanno aderito al Comitato Buonuscita PT e, convintamente, anche alla proposta di ricorrere alla Corte di Giustizia Europea.

Il sorriso amaro e quasi incredulo di chi subisce - oltre al mancato riconoscimento di un’ingiustizia - anche la richiesta del pagamento delle spese processuali richiesto da Poste e dal Fondo Buonuscita (non dagli altri 2 convenuti), non li ha fatti recedere dal richiedere giustizia ed hanno deciso di proseguire nei gradi di giudizio (la prossima udienza è prevista il 28/09/2021 alle 11:00).

Brevemente ne tracciamo il profilo perché sono persone rette, corrette, esemplari, disposte a lottare contro questa palese ingiustizia.

Manuela Marino

    Una bella persona, impeccabile e professionalmente preparata.

Nella sua adesione alle iniziative del Comitato Buonuscita PT non ha mai fatto menzione del suo ruolo dirigenziale in Poste.

Chi mostra di attenersi all’argomento senza presentarsi con le medaglie in bella mostra dà il senso della misura a cui si attiene.

La sua adesione a tutte le iniziative proposte e le sue parole sono state un incoraggiamento.

Mai ha fatto trasparire l’altra sua lotta, tranne nella sua ultima e-mail con la quale confermava la volontà chiedere alla Corte d’Appello di inviare pregiudizialmente gli atti alla Corte di Giustizia Europea. In fondo, però, sperava ancora che “chi di dovere” accogliesse le nostre ragioni.

Il suo esempio va oltre il triste 14/09/2019.

 
Michele Musina

    Con la sua cortese determinazione e la forte convinzione di essere nel giusto ha messo a disposizione tutte le sue energie. Conosciuto da molti perché autista di Poste è stato l’ago che con il dialogo e la sua umiltà ha cucito e i rapporti tra le persone.

Buona parte della presenza del Comitato Buonuscita PT in quella parte di Sardegna è stata possibile grazie alla sua tenacia.

Ha insistentemente cercato politici e giornalisti per esporre le nostre ragioni senza lasciarsi scoraggiare dal loro negarsi per incompetenza o menefreghismo.

Si è messo in cammino ed ha portato altri ad iniziare il percorso che ci porterà ad ottenere il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea.

Una forza che sentiamo presente anche dopo il 25/07/2021.

  

Con loro che l’hanno fatto fino in fondo vorremmo ripetere:

«Chi lotta può perdere, ma chi non lotta ha già perso».


domenica 15 agosto 2021

Energie positive

Buongiorno dott. Costantino,

ricordo bene la questione delle altre indennità erogate da Poste Italiane sulla quale abbiamo avuto modo di confrontarci qualche anno addietro.

Relativamente alla comunicazione ricevuta dal sig. ...omissis... volevo rassicurarla che abbiamo appena contattato i colleghi dell’Ufficio di ...omissis... spiegando loro nel dettaglio la problematica al fine di effettuare le necessarie rettifiche.

 

Nel restare a disposizione per ogni eventuale necessità, la saluto cordialmente.  

 

Pasquale Palmisani

 

Agenzia delle Entrate

Divisione Servizi - Direzione Centrale Servizi Fiscali

Capo Ufficio Controllo dichiarazioni 

13 agosto

Michele (con Daniele) continua a svolgere un ruolo di supplenza alla mancata presenza delle Organizzazioni Sindacali. Lo fa solo per senso civico e per formazione politico-sociale-sindacale che una volta era più diffusa. Oggi è una rarità e perciò più preziosa.
Lui ci mette l'impegno e le energie che immaginavamo fossero ancora un ruolo del Sindacato e lo farà finché troverà ascolto da parte di persone che fanno il proprio dovere.
Non sappiamo, oggi, se le OOSS abbiano accolto il nostro appello e si siano attivate presso la Direzione Centrale dell'Agenzia delle Entrate. Da loro nessun cenno di risposta.

martedì 10 agosto 2021

La lettera di Michele Costantino al Direttore dell'Agenzia delle Entrate

Il 25 luglio 2021 avevamo chiesto alle OOSS di scrivere al Direttore Generale dell'Agenzia delle entrate perché... « L’atipica situazione dei Postali (unico rapporto di lavoro: Buonuscita fino al 28/02/1998 e TFR da quella data in poi) deve tornare ad essere evidente anche all’Agenzia delle Entrate».  Non avendo ricevuto riscontri ed essendo necessario questo passaggio Michele Costantino ha nuovamente preso carta e penna per palesare il problema.

 

Spett/le Direttore, Avvocato Ernesto Maria Ruffini.

Con la presente, il sottoscritto Michele Costantino, ex-Dipendente di Poste S.p.A. a nome anche di migliaia di suoi colleghi, pone alla sua   autorevole persona, un problema che speravamo aver risolto già nel  2019.
Difatti nel febbraio di quell'anno scrissi all'allora suo predecessore il Gen. Antonino Maggiore, una mail (che si allega) esponendo l'errore che le l'AdE Territoriali insieme a Poste S.p.A. commettevano nei nostri riguardi. Da quel momento la Direzione avendo emanato una "Informativa" a tutto il Territorio, le varie Agenzie, (non tutte però) cons
tatati anche i documenti che i ricorrenti avevano prodotto, riparavano a quella errata "Tassazione" che consisteva innanzitutto nella data di Assunzione del Dipendente, che Poste erroneamente dichiarava come "Convenzionale" (01/03/1998) ma che NON era "Effettiva" da come si può evincere dal "Prospetto Esplicativo TFR" di Poste.
Speravamo, ripeto, di aver risolto la questione, ma così evidentemente non è, dal momento che ancora oggi molti colleghi usciti nel 2016 stanno ricevendo il "Prospetto dei Redditi soggetti a tassazione separata" da parte di molte AdE Territoriali, con lo stesso errore sulla data di Assunzione, cosa che purtroppo comporta un aggravio di Tassazione, difatti noi a quella data (01/03/98) avevamo già maturato la "Buonuscita" (essendo ancora Dipendenti Pubblici)   la quale va inserita (come voi d'altronde sapete) nel TFR MATURATO AL 31/12/2000.
Poste S.p.A d'altro canto, nella sua CU (ex CUD) che invia ai suoi ex-dipendenti, nella parte delle "Annotazioni" inserisce (cosa che prima non avveniva) il MATURATO DELLA INDENNITA' DI BUONUSCITA.
Pertanto, esimio Direttore, non voglio credere che ad ogni "Cambio" al vertice ci ritroviamo punto e daccapo con le varie AdE, come in un diabolico "Gioco dell'oca" cosa che francamente non ci meritiamo, in special modo noi Postali, i quali già veniamo da una non ancora sanata  "Ingiustizia" rappresentata dal fatto che riscuotiamo l'Indennità di Buonuscita nel momento della cessazione dal servizio, ferma alla data del 28/02/1998 senza alcuna rivalutazione.
Con la speranza di veder risolta una volta per tutte questa infinita diatriba, e nel confidare in un suo "Autorevole" intervento, nonché riscontro a questa mia, le auguro un Buon Lavoro  
Distinti Saluti
Michele Costantino

   P.S.
In allegato le mail intercorse tra me e la DC di Roma, e un elenco di ultimi casi risolti (quelli di mia conoscenza) 

lunedì 9 agosto 2021

Ai dipendenti postali



Siamo ex colleghi di Poste, costituiti in un “Comitato Buonuscita P.T.” Se volete seguirci siamo anche noi su Facebook da diversi anni.

In questa sede, vorremmo “prepararvi” riguardo a ciò che vi potrebbe accadere una volta cessato il vostro rapporto di Lavoro. L’importo della Buonuscita che vi sarà liquidato – nella maggior parte dei casi – 27 mesi dopo tale evento, sarà quello maturato alla data del 28 febbraio 1998, ultimo giorno di rapporto di diritto pubblico con la ex Amministrazione P.T., senza ALCUNA RIVALUTAZIONE MONETARIA. Come se non bastasse, entro il quinquennio e di norma due anni dopo l’avvenuta liquidazione della Buonuscita, la sezione dell’Agenzia delle Entrate, competente per territorio, effettua il ricalcolo della tassazione applicata da Poste riguardo a TFR ed eventuale Esodo incentivato, oltre a quella sulla Buonuscita. Ecco, sappiate che molto spesso questi ricalcoli sono errati, con richieste di conguagli, anche di migliaia di euro, a scapito dei lavoratori. Il meccanismo non è semplice da spiegare, dovete solo crederci, perché lo sperimentiamo ogni giorno, in ambito nazionale, sulla nostra pelle. E capiterà anche a voi, se “QUALCUNO” non si adopererà perché tale situazione venga risolta una volta per tutte! Noi, come Comitato vigiliamo e ci rendiamo disponibili per consigliare le modalità da seguire per non vedere falcidiata, per di più ingiustamente, la nostra Buonuscita, già non rivalutata! Ma chi non sa paga, e credeteci, quelli che non sanno sono davvero tanti….

Gli “esperti” del Comitato sono ora subissati da migliaia di richieste di consulenze (svolte gratuitamente e con competenza accollandosi volontariamente un ruolo di supplenza per un ruolo che pensiamo dovrebbe essere proprio del Sindacato): abbiamo chiesto un intervento alle Segreterie Nazionali di quello che una volta era il “nostro” Sindacato. Ma, evidentemente, una volta che siamo cessati di essere “postali” non meritiamo alcuna attenzione. Ma voi che lo siete ancora avete la possibilità di far sentire, OGGI, la vostra voce: basterebbe una presa di posizione nei confronti del Direttore Centrale dell’Agenzia delle Entrate perché emani nuovamente disposizioni univoche su tutto il territorio Nazionale. Sino a qualche mese fa, ci eravamo riusciti; poi, cambiato il Responsabile, le Agenzie territoriali dell’AdE hanno ripreso a comportarsi in maniera difforme pur in presenza della stessa, medesima, fattispecie: il ricalcolo della liquidazione ai dipendenti di Poste. E, come dicevamo prima, sempre, naturalmente, a loro discapito.

Datevi da fare oggi, domani sarà sicuramente troppo tardi!

sabato 7 agosto 2021

Quando la politica vuole...

I Consiglieri Regionali della Puglia hanno votato all'unanimità il ripristino della loro Buonuscita.
Per noi postali, invece, la Politica non c'è. 
Solo la nostra Buonuscita-TFS resta senza rivalutazione dal 28/02/1998.

Puglia, i consiglieri regionali si fanno da soli 
il regalo di Ferragosto: 
una "buonuscita" da 4 milioni di euro

di Isabella Maselli

Maggioranza e opposizione hanno votato all'unanimità il ripristino di una indennità abolita nel 2013: l'assegno di fine mandato. L'aula ha dato il via libera all'effetto retroattivo, recuperando l'intera somma risparmiata

05 AGOSTO 2021

Un regalo di Ferragosto da quasi quattro milioni di euro. È quello che si sono fatti i consiglieri regionali della Puglia, con un emendamento approvato all'unanimità nell'ultima seduta prima della pausa estiva. Un emendamento "per articolo aggiuntivo" con la firma di tutti i capigruppo, di maggioranza e opposizione, inserito nel ddl sui debiti fuori bilancio che in aula non è stato esplicitato nei contenuti né oggetto di discussione.

Per comprendere il senso politico di questa scelta è necessario tornare al novembre 2012, quando l'allora governo regionale guidato da Nichi Vendola votò per l'abolizione dei vitalizi e, con la stessa norma, abolì l'istituto dell'assegno di fine mandato con decorrenza dal primo gennaio 2013. Con effetto retroattivo, quindi recuperando tutto quello che fino ad oggi la Regione ha risparmiato, l'indennità è stata ora ripristinata, proprio a partire dal primo gennaio 2013.

A fine mandato a consiglieri e assessori spetteranno circa 35 mila 500 euro per l'intera legislatura (pari all'indennità mensile lorda di 7.100 euro moltiplicata per gli anni di mandato). Considerando che i consiglieri sono 50 (fino al 2015 erano 70) e gli assessori dieci, l'esborso totale per le casse regionali per questi 8 anni si aggira intorno ai 4 milioni di euro.

Una norma che sarebbe passata inosservata se a sollevare la polemica, giorni dopo l'approvazione, non fosse intervenuta la consigliera pentastellata Antonella Laricchia, che a quella seduta era assente. Mentre tutti gli altri, da Fratelli d'Italia al Pd, passando per Lega e lo stesso Movimento 5 Stelle, tutti firmatari dell'emendamento, parlano di "misura riconosciuta in tutte le Regioni" che ogni consigliere legittimamente "come ogni lavoratore percepirà alla fine del mandato". "I lavoratori sono tutti uguali, compresi noi" conferma il leghista Davide Bellomo. I grillini pugliesi annunciano però che "sarà ridotta - dice la capogruppo Grazia Di Bari - come avviene per le indennità che percepiamo da consigliere".

Ma la collega di partito grida comunque allo "scandalo". "Non si tratta di una normale liquidazione, come stanno cercando di far passare - dice Laricchia - , dal momento che i soldi saranno versati solo dalla Regione, mentre normalmente sono i lavoratori ad accantonare una quota mensile del loro stipendio per il tfr. Uno scandalo, specie in un momento di crisi economica come quella che stiamo vivendo, dovuta alla pandemia, in cui tanti cittadini hanno perso il lavoro e non riescono ad arrivare a fine mese. La politica invece di trovare i soldi per loro li ha trovati per se stessa".

Le fa eco l'ex consigliera e assessora regionale Elena Gentile, che ha seduto tra i banchi della Regione Puglia fino al maggio 2014, quando poi fu eletta all'Europarlamento: "Non ne capisco le ragioni. Con convinzione votai all'epoca per l'abolizione e resto coerente con quella scelta". E oggi, che potrebbe diventare beneficiaria di questa reintrodotta indennità, nel suo caso poche migliaia di euro, ammette che potrebbe "non accettarla, oppure usarla per qualche iniziativa sociale".

Fonte: La Repubblica

domenica 1 agosto 2021

La Segreteria FNC-UGL Veneto rilancia il nostro appello alle OOSS

Si conferma la tempestiva attenzione della Segreteria regionale dei postali UGL al tema della Buonuscita. Ce l'aspettiamo da tutte le OOSS dei Postali a cui abbiamo rivolto il nostro appello, visto che questo problema coinvolge TUTTI e che un domani interesserà anche gli attivisti Sindacali, iniziando dal semplice collaboratore e finendo al Segretario Generale dei Postali. 



domenica 25 luglio 2021

Appello alle OOSS su Ricalcolo Agenzia delle Entrate

 Appello alle OOSS su Ricalcolo Agenzia delle Entrate.

Con riferimento all’oggetto, segnaliamo che molti ex dipendenti di poste si trovano nuovamente di fronte ad un reiterato, diversificato comportamento agito nei loro riguardi da parte delle varie sedi territoriali delle Agenzie delle Entrate, in talune circostanze anche appartenenti alla medesima città. Succede, in particolare, che il ricalcolo risulti errato per effetto del mancato inserimento dell’importo relativo alla Buonuscita o della errata indicazione della data di prima assunzione.

Al “povero” pensionato, che già non ne può più per aver avuto liquidata la Buonuscita – come è certamente noto – maturata al 28 feb. 1998 senza alcuna rivalutazione monetaria, almeno 27 mesi dopo la cessazione del rapporto di servizio con Poste Italiane, si presenta poi la Ruota della Fortuna in relazione alle soggettive interpretazioni che ne fanno le sedi AdE disseminate sul territorio nazionale in merito al ricalcolo da esse effettuato. Come se non bastasse, riportiamo casi di ex colleghi che, avendo bonariamente eccepito tali errori e/o che abbiano richiesto la possibilità di ottenere un rimborso per le somme indebitamente corrisposte, siano stati trattati in maniera non proprio esemplare, quasi che “diano fastidio” riguardo ad una tematica che, per alcune, non ammetterebbe repliche.

Se le norme riguardo alla sicurezza Covid non aiutano certo il rapporto con le Agenzie Territoriali, la mancata univocità di azione rende tutto più complicato e di fatto il lavoratore finisce per rinunciare alla richiesta per un’indebita maggiorazione dell’imposta. L’atipica situazione dei Postali (unico rapporto di lavoro: Buonuscita fino al 28/02/1998 e TFR da quella data in poi) deve tornare ad essere evidente anche all’Agenzia delle Entrate che deve pertanto porre in essere i dovuti rimedi quando a monte non ne sia stato tenuto conto.

Sembrava che il problema fosse stato risolto…

Nel 2018 Daniele Del Corso è stato uno dei pionieri ad aver intrapreso questa battaglia. Con Michele Costantino si arrivò al Direttore Centrale AE e timidamente si mossero anche le OOSS di categoria. Furono finalmente diramate disposizione precise circa il caso di Poste e l’Azienda ha cambiato la sua comunicazione dei modelli come concordato con l’Agenzia delle Entrate circa il TFR e la Buonuscita.

Possibile che, cambiato il Direttore Centrale AE, alcuni – troppi - addetti stiano dimenticando che l’errore c’è stato e che deve essere riconosciuto il giusto risarcimento?

Le OO.SS. - capillarmente presenti sul territorio – potrebbero rendersi disponibili per un servizio di controllo ed istruzione della pratica con l’AE territoriale, come fanno coi CAF, avendo una continuità di conoscenza e di rapporto con gli uffici che ogni lavoratore, lasciato a sé stesso, non può avere. A maggior ragione quando diventa un ex…

La tenacia e la gratuita disponibilità di Daniele e Michele hanno tamponato parzialmente questa falla nella rappresentanza, ma i casi ormai sono numerosissimi e urge un intervento sindacale.

Ci rivolgiamo a voi perché riteniamo, nel merito, che almeno una lettera alla Direzione Centrale dell’Agenzia delle Entrate potreste farla, chiedendo di diramare nuovamente le disposizioni relative alla procedura del ricalcolo a suo tempo già emanate dalla stessa Direzione Centrale.

Cogliamo inoltre l’occasione per segnalare che, fino a coloro che sono usciti nel 2015, veniva sottratto dal lordo della Buonuscita l’abbattimento della L. 482/85, cosa che invece da lì in poi non viene più fatto: il che comporta - per costoro – la possibilità di presentare una richiesta ulteriore di “Rimborso”.

Cordialmente

Per Comitato Buonuscita PT
    Zani Giuseppe

25 luglio 2021