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lunedì 19 giugno 2017

SLP-Cisl nuova risposta

Delle SEI Organizzazioni Sindacali nazionali alle quali abbiamo inviato la nostra lettera del 29/05/2017 solo SLP-CISL ha risposto ed ora risponde alla nostra replica.
La pubblichiamo quale segno di attenzione e non spocchiosa distanza da chi (come noi) e da ciò che non è sindacalmente griffato, sperando che anche le altre OO.SS facciano conoscere la loro posizione.
Come in passato le pubblicheremo volentieri.

Di seguito, la nuova replica alla presente:


Caro Zani,

sulla nota questione della Buonuscita bloccata ingiustamente al 28/2/98, ritengo di dare altre informazioni, purtroppo non positive.

D’accordo con le confederazioni e con altri volonterosi sostenitori, abbiamo costantemente cercato di aprire una breccia parlamentare mediante contatti informali per tastare il polso della situazione.

Abbiamo amaramente constatato che all’iniziale disponibilità non sono seguite le conseguenti fattività.

Non ritengo – per non fare troppe illusioni – che prima della fine dell’attuale legislatura si possa ottenere qualcosa ovvero ci sia una sufficiente forza parlamentare che s’incunei nei lavori della Camera e nelle strettoie dell’economia.

Ciò nondimeno, ripetendo quanto già scritto, che non mancherà mai l’attenta valutazione della nostra Organizzazione per poter intervenire a difesa di un sacrosanto diritto dei lavoratori.

Fraternamente

IL SEGRETARIO GENERALE
Luca Burgalassi



Caro Luca Burgalassi,
apprendiamo dal Tuo scritto che nel corso di questa legislatura il Sindacato che rappresenti, d’accordo con le Confederazioni, ha «costantemente cercato di aprire una breccia parlamentare» in tema di Buonuscita.
Non ho motivo di dubitarne, ma è la prima volta che viene affermato: non l’abbiamo infatti mai visto scritto né sul Sito SLP né su quello della CISL né su quello di altre OO.SS..
Così come non ci risulta abbiate dato notizia o sia stato dato alcun seguito, da parte delle OO.SS., alla risposta fornita dal Governo all’interrogazione dell’On. Rizzetto che – con le nostre poche forze – pure siamo riusciti ad ottenere.
C’è anche l’impegno preso con noi nel novembre scorso dal Presidente della Commissione Lavoro della Camera, On. Cesare Damiano, ad oggi inevaso, che con un serio appoggio sindacale verrebbe sicuramente calendarizzato. In quell’occasione, infatti, ci chiese esplicitamente: «Ma… il Sindacato?»
Lo stesso dicasi con il Sottosegretario al Lavoro, Sen. Cassano.
Mercoledì scorso abbiamo nuovamente sollecitato una richiesta di incontro con la Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Maria Elena Boschi, inviata, in prima istanza, il 24 maggio 2017. Dal suo staff, hanno voluto sapere quanti erano gli aderenti al Comitato… Certamente non i 2.150 iscritti al gruppo “Opzione Donna” che si trovano su Facebook che, contrariamente a noi, sono stati invece ricevuti.
Siamo solo un migliaio, ma veri, lavoratori o ex lavoratori postali (con e-mail e recapiti verificati) che hanno subito una palese, enorme, ingiustizia al pari di altri 250.000 circa.
Non sappiamo se otterremo l’incontro, ma se fosse stata un’organizzazione sindacale a chiederlo, quei numeri li passerebbe in scioltezza. No?
Perché non ufficializzate una richiesta di incontro? Cosa ci sarebbe da perdere, rispetto ad ora? Anche solo per affermare ai lavoratori che questa brutta storia non ve la siete dimenticata, come appare.
Tutti i commenti su FB, così come negli uffici e sui luoghi di lavoro, esprimono “disappunto” per il silenzio sindacale. Non una sola persona è intervenuta per dire dell’impegno del Sindacato negli oltre 4 anni di questa legislatura.
Perché non appoggiare seriamente, con atti concreti, formali e ben pubblicizzati, la nostra rivendicazione? Anzi, perché questa rivendicazione non può diventare uno dei cavalli di battaglia della Cisl?
Come detto, la nostra forza non è nei numeri, ma ci spendiamo con tenacia in ogni occasione senza lasciare alcunché di intentato. L’ultima, in ordine di tempo, ci vede sulla strada – finora inesplorata - del ricorso alla Corte di Giustizia Europea.
La “nostra solitudine” non è una buona compagnia. Se sono validi i principi, perché non sostenerci? Il Sindacato è strutturato e potrebbe facilitare tante cose che, viceversa, dobbiamo costruire con molta fatica.
Perché non pensare ad un presidio per mostrare che il problema esiste ancora?
Anche noi non ci illudiamo che la soluzione definitiva possa esserci in questa legislatura, ma qualcosa va fatto (abbiamo qualche proposta), ad esempio mettendo alla prova quel «sinora» ripetuto dal Governo in risposta ad ogni interrogazione parlamentare e messo lì a mò di foglia di fico: «Al riguardo, occorre far presente che i vincoli posti dall'attuale quadro finanziario di riferimento non hanno sinora consentito al Governo di introdurre modifiche all'attuale disciplina in materia di buonuscita, sì da poter dare attuazione al predetto impegno».
Perché non avanzare proposte perché quel «sinora»  possa tradursi in un impegno economico spalmato su “x” anni? Altrimenti quel «sinora» diventerà “per sempre”!

Dobbiamo lasciare un segnale importante a chi siederà nel prossimo Parlamento, altrimenti si finisce come con la risoluzione parlamentare 7-00707 (poi 8/00153) del 24-01-2006 per la quale ti eri impegnato a fondo.

Cordialmente

Zani Giuseppe


venerdì 9 giugno 2017

Nulla di intentato

Col nostro Blog, dal febbraio 2016, vi abbiamo tenuti costantemente aggiornato e reso disponibili gli elementi utili per un ragionamento comune sulla BUONUSCITA DEI DIPENDENTI POSTALI, congelata al 28/02/1998, con evidente grave danno economico per i 259.601 lavoratori in forza a quella data.
Tra l’altro vi abbiamo comunicato di aver incontrato e trovato l’ascolto dell’On. Walter Rizzetto – Vice Presidente della XI Commissione Lavoro della Camera dei Deputati –; grazie all’interrogazione che ne è seguita - il Governo ha ufficializzato quanto valga la nostra Buonuscita (le cifre).
Ma ciò che abbiamo pubblicato nei 90 post del nostro Blog rappresenta solo una minima parte delle attività del nostro Comitato.
Un rapporto più diretto e privilegiato, per ovvi motivi, lo possiamo intrattenere solo con chi ha aderito al Comitato.
I vari e diversi passaggi costruiti nel tempo e orientati in più direzioni, ci hanno indotto a non lasciare intentata la strada dell’azione giudiziale. il Legale al quale abbiamo conferito mandato ci ha illustrato il percorso da seguire: attraverso il tribunale adito, si chiederà un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia Europea, con successiva remissione degli atti.
Abbiamo raccolto un numero sufficiente di persone che, previa opportuna, adeguata ed univoca informazione, hanno dichiarato di aderire a tale azione.
Chi può aderire?
i lavoratori ancora attivi perché hanno subito un danno certo. Futuro, ma certo.
Coloro che hanno cessato il lavoro da meno di 5 anni (o che abbiano interrotto i termini della prescrizione da non più di 5 anni):

Al giudice si chiederà
Per chi ha cessato il lavoro, la differenza economica, pari alla rivalutazione delle somme o risarcimento del danno da violazione di direttiva comunitaria, parametrato sul danno effettivamente subito.
Per chi è lavoratore attivo: la condanna ad applicare il corretto criterio di liquidazione dell'indennità di buonuscita una volta in pensione.

Aderite al Comitato per essere sempre informati (clicca qui)

Se siete interessati all’azione giudiziale scriveteci a buonuscitapt@gmail.com