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lunedì 6 giugno 2016

Dalla Sardegna

Spett.le Presidente Commissione Giustizia

Confidando in un interesse da parte Sua, chiediamo che ci venga resa giustizia,In allegato la portiamo a conoscenza della nostra situazione riferita alla buonuscita dei postali, sperando in un suo intervento che risolva definitivamente questa situazione che si protrae ormai da molti anni.
in attesa di risposta a nome di tutti noi Le porgo i più distinti saluti
Michele Musina


Lettera aperta di dipendenti PT a Nuoro e Provincia
5 giugno 2016  


Spett.le Onorevole Presidente Matteo Renzi

p.c. Spett. le Vice Ministro Economia Enrico Zanetti
p.c. Onorevole Presidente Commissione Lavoro Cesare Damiano
p.c. Onorevole vicepresidente Commissione Lavoro Walter Rizzetto
p.c. Onorevole Mura Romina

Siamo alcuni dei circa 180000 dipendenti di Poste Italiane che a seguito della trasformazione "privatizzazione" dell'ente è stato depauperato e derubato della buonuscita maturata sino al 1998 congelandola. A tutt'oggi contro ogni logica, buon senso e diritto non ha avuto e non avrà alcuna rivalutazione monetaria che come Lei ben sa, ogni debito non corrisposto, ogni tassa non pagata in tempo, viene maggiorata con more e interessi legali, pensiamo anche che Lei sappia che il T.F.R, al 31 Dicembre viene rivalutato in conformità del comma 40 articolo 2120 del codice civile.
Considerando questo, non capiamo perché la nostra Buonuscita che lo Stato Italiano ci avrebbe dovuto liquidare all'atto della privatizzazione e non lo ha fatto, dichiarando che la stessa non era liquidabile poiché, non vi era stata alcuna interruzione del rapporto di lavoro anche se il rapporto di lavoro da pubblico è diventato privato, che ha utilizzato e continua a utilizzare tramite il fondo di Gestione Commissari aie ex IPOST per concedere prestiti e mutui realizzando profitti, "Le facciamo notare anche che in caso di necessità impellenti e inderogabili, non può essere richiesto neanche un anticipo sulla così detta Buonuscita". .
In considerazione che il rapporto di lavoro non si è interrotto pensiamo che la buonuscita si sarebbe dovuta rinominare e trasformare in T.F.R calcolandola con le stesse modalità. Vogliamo farle presente che questo trattamento che ci è stato riservato lo riteniamo illegale e ingiusto nei nostri confronti, visto che vi è un precedente potrebbe essere preso di esempio da qualsiasi realtà lavorativa pubblica o-privata 'che volendosi autofinanziare può cambiare solamente Denominazione o Ragione Sociale in qualsiasi momento trattenendo il T.F.R maturato dai dipendenti sino a quel momento, magari trattenendo lo per altri 2 anni dopo il collocamento a riposo come avviene nel nostro caso.
In considerazione di quanto' detto le volevamo chiedere visto che Lei e il suo governo avete dato la possibilità di richiedere il T.F.R. in busta paga, perché non fate una legge che permetta ai dipendenti e pensionati postali di beneficiare dei propri soldi liquidando la buonuscita maturata sino al 1998 congelata ad allora rivalutata al costo della vita attuale, salvaguardando il potere di acquisto reale e proteggendola dall'erosione e dall'inflazione.
Infine come le abbiamo già detto, il popolo dei postelegrafonici interessato a questo provvedimento è di circa 180.000 dipendenti che moltiplicato per il nucleo familiare di ognuno di noi, dovrebbe aggirarsi intorno alle 500-600.000 persone che, in certe occasioni potrebbero essere determinanti.
Confidando in un suo interessamento al nostro problema, in attesa di cortese risposta alla presente Le porgiamo i più distinti saluti.

DIPENDENTI PT NUORO E PROVINCIA

seguono 105 firme

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