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martedì 17 maggio 2016

Matteo non risponde


Questa e-mail è una riproposizione di pochi giorni fa, non avendo mai ricevuto riscontro alle precedenti.
Cordiali saluti
A: <matteo@governo.it> 
Ogg: I: Buonuscita dipendenti Poste Italiane.

Data: 12-mag-2016

Ripropongo l'allegata nota, auspicando una risposta che, da cittadino italiano che paga tutte le tasse che ci sono e non ci sono, ritengo mi sia dovuta, qualunque essa sia, anche se me la immagino negativa. E non certo nel merito, ma solo perché non ci sono soldi. Per noi......
E se è stato giusto andare avanti per legiferare sui diritti civili, a prescindere da qualche "vendetta" minacciata in termini elettorali o in tempi di prossimo referendum, ritengo sia altrettanto giusto rendere GIUSTIZIA ai dipendenti di poste che, categoria unica in Italia - ha la Buonuscita NON rivalutata dal 1998!!!!!!!!!
Il silenzio non è da Capo di un Governo.
Io aspetto.
Grazie
Claudio Aliberti.



Il testo dell'allegato
18 anni e 18 giorni
La buonuscita dei dipendenti postali è bloccata - senza rivalutazione - dal 28 febbraio 1998.

Al sig. Capo del Governo,

da lavoratore e da cittadino italiano chiedo di conoscere la posizione del Governo riguardo alla grave ingiustizia che da oltre 18 anni si sta perpetrando a danno dei dipendenti postali.

In breve, la storia è questa:
·    Si chiama Buonuscita la cosiddetta “liquidazione” (trattamento di quiescenza) dei dipendenti pubblici, TFR per i privati. I dipendenti postali coinvolti sono circa 180.000.
·    Fino al 28-02-1998 Poste rimane pubblica (prima statale e successivamente Ente Pubblico Economico) e poi diventa una SPA (regime privatistico). Lo decide la legge finanziaria per il 1998 - Art 53 della Legge 27 dicembre 1997, n. 449.
·    L’ordinamento contrattuale si adegua. I dipendenti transitano da un regime all’altro senza che ci sia una cessazione del rapporto di lavoro: sono oggetto e non soggetto delle decisioni.
·    Per effetto di questa continuità, la Buonuscita non viene liquidata al lavoratore, ma neppure viene inglobata nel nuovo TFR in maturazione dal 1 marzo 1998.
·    Rimane invece “cristallizzata” fino alla risoluzione del rapporto di lavoro con Poste SPA e il lavoratore potrà percepirla solo dopo 2 anni. - DL 13 agosto 2011, n. 138 - Governo Berlusconi.
·    Il tutto SENZA INTERESSI, SENZA ALCUNA FORMA DI RIVALUTAZIONE monetaria.
·    Tra chi è transitato dal “pubblico” al “privato”, questo “trattamento di favore” è stato riservato solo ai dipendenti di Poste. Non è stato così, ad esempio, per i ferrovieri.
·    Penso sia sufficientemente chiaro a chiunque che un importo corrispondente, poniamo, a 10.000 €uro del 1998 NON HA LO STESSO POTERE D’ACQUISTO DOPO 18 ANNI.
·    Lo capiscono tutti, tranne il legislatore, la Cassazione e la Corte Costituzionale che ritengono corretto questo trattamento discriminante e discriminatorio nei riguardi di una sola categoria di lavoratori.
·    Qualcuno potrebbe pensare che siamo dei mitomani, che non la stiamo raccontando giusta, ma siamo in Italia ed è tutto purtroppo vero, semplicemente ed incomprensibilmente vero.
·    Lo testimoniano anche le numerose interrogazioni parlamentari presentate in questi anni da parlamentari di maggioranza e di opposizione, reiterate ad ogni cambio di Ministro e puntualmente decadute ad ogni fine di legislatura.
·    Il 24-1-2006 (XIV legislatura) e il 6-11-2012 (XVI legislatura) sono state approvate risoluzioni in Commissione Lavoro che impegnavano il Governo a risolvere questa questione, oggetto di numerosi contenziosi giudiziari, ma la fine della legislatura…
·    Nell’attuale XVII legislatura sono state presentate altre interrogazioni.
·    A quella dell’on Berretta (PD) il Governo, Comprendendo la ratio dell’interrogazione, molto superficialmente dice che non ci sono i soldi. "Si osserva al riguardo che, pur volendo tenere nella più adeguata considerazione tali istanze, il loro pieno accoglimento comporterebbe, unitamente alla modifica dell'attuale disciplina in materia di buonuscita, l'allocazione di ingenti risorse finanziarie, la cui possibilità di reperimento deve essere valutata alla luce dell'attuale quadro congiunturale”. Affermazione non sostenuta da alcuna quantificazione. Cioè: “servono soldi che non abbiamo”. Senza sapere, però, quanti.
·    Ma quei soldi sono nostri! Più è grossa la cifra, più è grande il danno che stiamo subendo. Ma poi… neanche un accenno ad un tentativo di proporre una soluzione “intermedia”, di compromesso, di buona volontà…...
·    Forse la norma sarà legittima e costituzionale, ma sicuramente INGIUSTA. La decisione di cambiare la forma del rapporto di lavoro non è stata nostra. Se fossi stato solo dipendente pubblico o solo dipendente privato avrei ricevuto un certo importo a titolo di liquidazione: perché la somma dei due tronconi non si avvicina neanche lontanamente?

Non è perché non ci sono soldi in cassa, un intero esercito di lavoratori deve essere discriminato: una onesta gestione e amministrazione della “res publica” eviterebbe corruzioni, collusioni, evasione fiscale, vitalizi, pensioni d’oro e stipendi stratosferici agli amministratori pubblici per rendere giustizia all’intero popolo della nazione, in senso generale.
Quale che sia, spero in un riscontro, anche e solo per sapere cosa ne pensa al riguardo il Capo del Governo.
Distinti saluti

Mirano 01/05/2016                                                                                                Claudio Aliberti

                                                                                                                                   Originale firmato

3 commenti:

  1. Bravo!!! Bella lettera....speriamo solo che la legga e che prenda in considerazione anche questo grave danno che uno "Stato do Diritto" non dovrebbe creare ma che purtroppo quelli dei lavoratori onesti (che pagano tutte le tasse) sono costantemente costretti a subire !!! Grazie per l'impegno...un caro saluto da un'ex Postale.

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  2. Se aspettiamo una risposta da lui stiamo freschi! Lui risponde solo a gente come Marchionne!

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    1. Finalmente l'abbiamo tolto di mezzo, ma c'e' l'altra faccia della medaglia: a Firenze l'hanno fatto senatore e per 5 anni si cucca un quindicino al mese e poi il vitalizio.
      : bravi fiorentini!

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